Sostituiti della carne: ipocrisia o convenzioni sociali?

Buongiorno a tutti!
Posso con un giorno di ritardo l'articolo socio-culturale del mercoledì perché ieri sono stata impegnata e non ce l'ho fatta... ma meglio tardi che mai, no? :)
Bene, proprio grazie a un commento lasciatomi di recente da un utente a proposito del Quorn, mi è venuta l'idea di sviluppare il post di oggi, che riguarderà un tema scottante... i cibi considerati sostituti della carne. Perché scottante? Perché, a mio avviso, innesca una serie di domande psico-sociali che non sono da sottovalutare. 

Premetto che, Quorn a parte (che tanto non viene venduto in Italia), come spesso ho dichiarato, io non sono solita consumare questi cibi. Ho provato il seitan, il tofu, il tempeh, sia cucinati da me che preparati al ristorante, ma in tutti questi casi è finita male, non mi piacciono proprio. Capisco comunque ci siano molte persone che invece amano questi alimenti, anche perché le combinazioni sono piuttosto ampie e con i tre prodotti sopra citati (a cui possiamo aggiungere anche lupino e muscolo di grano) si può davvero ottenere di tutto. 

Ciò che di solito però viene obiettato ai veg* è: perché se hai scelto di privarti della carne continui a mangiare roba che sembra o ricorda nel gusto la carne? E questa credo sia un'ottima domanda, me la sono posta spesso io stessa. 
C'è da specificare che comunque non tutti i veg* consumano sovente surrogati della carne, anzi, diciamo che in molti casi essi vengono impiegati soprattutto agli inizi, in quel periodo di transizione dalla dieta onnivora a quella vegetariana, ma poi vengono abbandonati o usati sporadicamente
Credo che la domanda che ho posto abbia in realtà diverse risposte, alcune che riguardano unicamente il gusto, altre che invece coinvolgono i contesti socio-culturali in cui si cresce e la psicologia di ogni individuo. Cerchiamo di approfondire il discorso.

le mie lasagne fatte con il Quorn Mince
Consideriamo che la maggioranza dei vegetariani o vegani non è nata vegetariana o vegana. Siamo cresciuti quasi tutti in famiglie che hanno sempre consumato carne, pesce, latte, latticini e uova, quindi va da sé come abbiamo tutti ricevuto un'educazione alimentare che coinvolgesse l'uso parziale o totale di questi cibi. Poi, a un certo punto, è scattato qualcosa e abbiamo deciso di "rinnegare" la tradizione impostaci. Questo da un punto di vista razionale, ovviamente. Ma ricordiamoci che la memoria è sì qualcosa che possiede il cervello, ma è propria anche del corpo! Per quanto la nostra testa comandi al corpo di fare qualcosa, il corpo potrà anche farla, ma ricorderà sempre le vecchie abitudini creando una certa "nostalgia culinaria". Aggiungiamoci anche che se una persona ha mangiato in un certo modo per 18, 25 o 30 anni della sua vita, le tradizioni saranno più difficili da eliminare e di certo non spariranno senza il minimo indolore.
Spesso chi si scaglia in obiezioni e critiche molto dure nei confronti di vegetariani e vegani dimentica che innanzitutto si trova davanti a esseri umani e non a macchine perfette e infallibili che, a seconda di come le si programmi, rispetteranno il nuovo programma senza vacillare nemmeno per un secondo. Penso che piuttosto che puntare il dito sia meglio cercare di comprendere le ragioni altrui, ma è qualcosa che accade molto di rado, in generale...

Un'altra risposta riguarda il gusto. Diciamo che fra una foglia di insalata e un cubetto di pancetta è facile come sia il secondo a essere più saporito, ma credo sia anche ovvio, dato che subiscono processi completamente differenti. Per questo motivo, come affermato poco sopra, se una persona è abituata a mangiare in modo "vivace" per gran parte della sua vita sarà arduo dimenticare il sapore di certi alimenti, per questo motivo ci si getta alla ricerca di qualcosa che li ricordi. C'è poi da precisare che, sì, ci sono vegetariani e vegani a cui il gusto della carne manca perché gli piacevaQuesto li rende ipocriti? No, almeno a mio avviso. Trovo anzi lodevole come qualcuno, per puri principi etici e gran sensibilità, rinunci a qualcosa per cui stravede, magari con degli sforzi. E finché quello che sembra carne non è davvero carne, io non vedo dove sia il problema, sinceramente! Penso sia in linea con le proprie ideologie.

Oltre a questi due aspetti, c'è anche da considerare che la psicologia di ognuno di noi è diversa, motivo per cui il modo in cui mi approccio al cibo io - che sono comunque veg* - non sarà la stessa con cui ci si avvicina qualcun altro, che pure è vegetariano o vegano. Conosco molti veg* che, proprio per psicologia, consumando cibi che ricordino loro la carne, si siano sentiti più "rassicurati" durante il periodo della loro transizione, anche perché ricordo che c'è sempre un certo timore sulla salute quando questa si attua! Quindi posso capire perfettamente la cosa.

Insomma, questo articolo non nasce come un'apologia a quella che viene spesso additata come incoerenza o ipocrisia, ma semplicemente per fornire spiegazioni o illuminazioni (che rimangono mie, quindi soggettive) su una questione che di frequente crea aspri dibattiti e liti.
Concludo puntualizzando un'ulteriore cosa: spesso gli onnivori hanno pregiudizi nei confronti dei cibi che sostituiscono la carne, li catalogano come schifezze senza nemmeno averli mai assaggiati. Su alcuni hanno sicuramente ragione (e io stessa concordo), su altri secondo me sono partiti presi che si basano su convenzioni sociali ben radicate. Per confermare quello che sto dicendo, vi lascio un video che avevo già postato sul blog un paio di anni fa e che ho riproposto di recente anche sulla pagina Facebook, un esperimento compiuto proprio da Alpro a Bologna, che non manca mai di farmi fare grasse risate! 


Mi scuso per la lunghezza, ma il discorso era interessante e meritava uno spazio non sacrificato. 
Spero vi sia piaciuto e se avete voglia di dire la vostra in un commento qua sotto (educato, mi raccomando ;) ) mi farà di certo piacere

Alla prossima!

Recensioni: latte di soia alla vaniglia by Happy Soya

Buonasera a tutti! 
La recensione di questa settimana riguarda un latte vegetale... mi sento un po' in colpa, perché, sotto sotto, sto un po' tradendo Alpro, eheh. 
Non fraintendetemi, per me Alpro rimane il top, però purtroppo ci sono varianti che in Italia non riesco a reperire, come quella alla vaniglia. Anzi, ora che ci penso la versione alla vaniglia non veniva venduta nemmeno a Edimburgo (non ricordo a Londra sinceramente). Che disgrazia!

Ultimamente sto bazzicando spesso il Penny Market, una catena di supermercati che definirei "low cost" e che vanta una capillarità discreta lungo tutta la nostra penisola. Qui sono venduti moltissimi prodotti tedeschi, o comunque provenienti dall'estero, quindi la cosa bella è che è possibile imbattersi in cibi che non troviamo comunemente al supermercato e che, tra l'altro, costano pure poco

E' il caso di questo latte che sto bevendo con grande avidità da un paio di settimane, l'Happy Soya alla vaniglia. Esistono anche la versione "naturale" (senza zucchero, quindi ottima per cucinare) e quella al cioccolato, ma io per ora mi sono fermata alla sola vaniglia. 

Che dire? Mi sta piacendo tantissimo, è una vera bontà! Il sapore è molto simile a quello di un budino alla vaniglia e il retrogusto di soia si sente molto poco, proprio nelle note finali. Ha una giusta consistenza, né troppo "acqua lavata" né troppo densa/pesante. E' decisamente approvato!

L'ho usato sia per fare colazione che come spuntino pomeridiano, oltre che per dare un tocco in più a un paio di torte. In tutti i casi questo Happy Soya si è dimostrato molto valido e sto continuando a comprarlo. 
Certo, se mi soffermassi a leggere la lista ingredienti e la paragonassi a quella di Alpro evincerei una certa differenza (dieci righe la prima, due la seconda), ma togliersi uno sfizio ogni tanto non credo abbia mai ucciso nessuno, che diamine! :-)

Il costo? Qua viene il bello, solo 1,19 euro al litro

In sostanza, vi consiglio davvero di controllare sul sito di Penny Market il punto vendita più vicino a voi e dare una chance a questo latte, soprattutto nelle sue versioni aromatizzate. Per il costo che ha, ne vale davvero la pena!

Alla prossima!

URL diretto per raggiungere il sito

Vi comunico che da oggi Guida Galattica per Vegetariani è raggiungibile tramite un nuovo url, più "specifico" e diretto:


Rimane attivo anche quello su blogspot, nel caso ve lo foste salvato da qualche parte ;)

L'angolo delle proprietà: cacao

Buongiorno a tutti e buon inizio di settimana!

Sia lodato in eterno Cristoforo Colombo per le tante scoperte di cui fu protagonista nel 1492. Pur essendo convinto di essere sbarcato in India e non nelle Americhe, se non fosse per lui oggi forse non conosceremmo alimenti divini quali la patata e il pomodoro, ma soprattutto io non potrei essere qua a scrivere di uno dei cibi più amati e venerati in tutto il mondo: il cacao
Eh già, che si tratti di una tavoletta intera, di una cioccolata calda, di una torta o della "semplice" polvere da aggiungere al latte, il cacao ci manda fuori di testa, tant'è che un popolare programma italiano di fine anni 80 gli aveva dedicato una canzoncina-tormentone, "Cacao Meravigliao". 

Scherzi a parte, siamo abituati a considerare il cacao come una piacevole tortura, perché per quanto delizioso lo associamo spesso a "ciccia e brufoli", due elementi che non troviamo certo piacevoli... 
Tuttavia oggi vestirò i panni dell'avvocato del cacao e gli costruirò un alibi su misura per provarvi che oltre a creare una dipendenza a volte dannosa, ha anche tante buone qualità utili al nostro organismo!

Il suo nome scientifico è Theobroma cacao e suonerà sicuramente familiare a chi si diletta nella lettura degli INCI dei cosmetici, in quanto il famoso burro di cacao (la parte grassa dei semi della pianta) è sovente impiegato nella produzione di creme di bellezza molto ricche e nutrienti.
Il cacao è originario del Sud America, dove viene tuttora coltivato, ed è un sempreverde. Si presenta come una pianta parecchio alta (arriva fino a 10 metri!), su cui crescono fiori molto carini di colore bianco/rosaceo che poi danno vita al vero e proprio frutto, in cui sono contenuti i semi che tutti quanti conosciamo.

Il processo di lavorazione dei semi di cacao è lungo e macchinoso, per certi versi simile a quello del caffè, perciò non starò qua a dilungarmi su cose di cui non ho una conoscenza tecnica!
Piuttosto vorrei concentrarmi sulle sue proprietà, perché ne ha diverse. Ah, c'è da precisare che, in ogni caso, tali proprietà sono presenti nel cacao, ma solo se è amaro: a ogni alterazione e aggiunta di ulteriori ingredienti queste non faranno che allontanarsi dai propri benefici!

Iniziamo col dire che il cacao vanta due primati, se così possiamo definirli: non solo è uno degli antiossidanti più potenti in assoluto che esistano in natura, ma è anche uno degli alimenti più ricchi di ferro. Ovviamente questo non significa che dovete correre a spararvi in vena siringhe di cacao, però è sempre buono a sapersi, no?
Inoltre contiene diversi sali minerali, quali magnesio, potassio, calcio e fosforo, nonché molte vitamine appartenenti al gruppo B, fra cui spicca la B3.
Fra le sostanze chimiche contenute nel cacao le più famose e rilevanti sono di certo la caffeina e la serotonina, che lo rendono un alimento energico e completo. La serotonina è la diretta responsabile della famosa "dipendenza da cioccolato".

Non è un mistero che ci venga consigliato di ricorrere ai poteri magici di cacao (e più nello specifico del cioccolato) quando siamo depressi. Questo perché il cacao, la serotonina e la tiramina in esso contenute, stimolano la produzione delle endorfine, quegli ormoni responsabili della nostra "felicità", o quanto meno del farci sentire bene. Riconoscendo questo effetto, il nostro corpo non fa che chiederne ancora, ancora e ancora, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. Io stessa non riuscirei a vivere senza assumere almeno un quadratino di cioccolato al giorno, lo confesso!

Qualcuno si starà chiedendo: che differenza c'è fra cacao e cioccolato? Ebbene, se il cacao è il frutto puro, quello da cui deriva la polvere dopo le varie lavorazioni, il cioccolato si basa sulla pasta di cacao, ottenuta dalla parte grassa dei semi. Questa viene poi aggiunta ad altri ingredienti, quali zucchero, latte e molto altro, in modo da creare le tre tipologie di cioccolato che tutti conosciamo: fondente, al latte e bianco. 

Bene, anche per oggi mi sembra di aver detto tutto! Mi raccomando, non eccedete con le dosi parandovi dietro la scusa del ferro, tanto non ci crede nessuno!

Alla prossima!

Pancake day e ricetta pancakes vegan!

Buongiorno e buona domenica! 
Ho sempre detto che questo non è un blog di ricette, infatti non lo sarà mai... tuttavia, ogni tanto, in qualche situazione particolare come quella di oggi, mi piacerebbe condividere con voi qualche chicca mangereccia, che dite? 

Oggi si parla di Pancakes
Il "Pancake day", o "Shrove Tuesday", coincide con il nostro Martedì Grasso ed è una ricorrenza del mondo anglosassone (USA, ma anche UK) in cui si cucinano - indovinate un po'? - pancakes! Soprattutto negli Stati Uniti sembra si facciano delle vere e proprie gare a riguardo, per celebrare al meglio questa giornata dedicata alle celebri frittelle. 
Ma cosa sono i pancakes? Beh, dubito che qualcuno di voi non sappia cosa siano, ma giusto per stare sicuri ve lo spiego in due parole: sono appunto frittelle tonde e morbide, cucinate in padella per la gioia di grandi e piccini. Possono essere larghe e piatte (più simili a crêpes) o più piccole e alte (queste sono le più famose), ma in entrambi i casi esse vengono letteralmente impilate, irrorate con abbondante sciroppo d'acero e spesso accompagnate da frutta, come banana in pezzi, fragole o mirtilli. 
Questi adorabili dolci (ideali sia per la colazione che per la merenda) contengono nel loro impasto burro, uova e latte, quindi non sono adatti alla nostra filosofia veg*... perciò, ispirandomi alla celebre ricetta di Moby, ne ho rivisitato la preparazione in modo da renderla vegan, e ora mi accingo a condividerla con voi :) 
E' adatta non solo a vegetariani e vegan, ma anche a chi preferisce una colazione sana e leggera, soprattutto se è a dieta

VEGAN PANCAKES AI MIRTILLI 


Dosi per 2 pancakes:

- 2 cucchiai di farina integrale (o farina che preferite)
- 2 cucchiai di crusca d'avena
- 1 cucchiaino raso di lievito per dolci
- 1 cucchiaino di zucchero di canna
- 1/2 bicchiere scarso di latte di soia (o altro latte vegetale a vostra scelta)
- mirtilli freschi 
Guarnizione: sciroppo d'acero o di agave (entrambi reperibili da NaturaSì)

Consigli: per renderli più golosi potete aggiungere un cucchiaino di cacao amaro, un cucchiaino di cannella o, se non usate i mirtilli, delle gocce di cioccolato fondente. 

Preparazione: in una ciotola mescolate prima tutti gli ingredienti secchi (farina, crusca d'avena, lievito e zucchero), poi unite il latte, quindi mescolate nuovamente avendo cura di sciogliere tutti i grumi che potrebbero formarsi. Mettete sul fuoco una padella antiaderente (o una crepiera se l'avete) e fatela scaldare bene. Con un piccolo mestolo (io uso il misuratore 1/4 cup inglese) prelevate il composto per il primo pancake, versatelo al centro della padella e, mentre la parte inferiore cuoce, "incastonate" i mirtilli a mano in quella superiore. Passato un minuto circa, assicuratevi che il pancake sia completamente staccato dal fondo della padella, quindi giratelo e aspettate che cuocia anche dall'altra parte. Stessa cosa per il secondo pancake. 
Una volta cotti, adagiate le frittelle in un piatto e irrorateli di sciroppo d'acero o agave... se preferite, lasciateli pure al naturale! Potete accompagnarli a mirtilli, fragole, banane o quello che più vi piace!

Spero che la ricetta vi sia piaciuta e come sempre...

alla prossima!

Veg* d'eccezione: Lea Michele

Buonasera amici e amiche! 
Oggi è venerdì, e come dicevano i Cure "Friday I'm in love"! Mi sembra giusto aprire con una citazione musicale un post altrettanto musicale, siamo giunti infatti al consueto appuntamento con i "Veg* d'eccezione" dal mondo della musica. 

Mentre sceglievo il personaggio protagonista del post di oggi, mi sono effettivamente accorta di aver sempre parlato di artisti di un certo spessore e importanza, per di più tutti di sesso maschile...
E' certamente molto interessante prendere in esame figure importanti quali Morrissey o Battiato, ma poi mi sono detta "perché non portare una ventata di leggerezza per una volta?", così ho scelto lei. 
So che non tutti la ameranno, e so che nel tempo qualche pezzo di coerenza l'ha perso per strada, ma secondo me, vista la sua giovane età e la sua popolarità del momento, potrebbe essere carino tirarla in ballo: Lea Michele

Lea Michele
E' praticamente impossibile ignorare chi sia Lea Michele, perché, indipendentemente da Glee, la ragazza sta facendo molto parlare di sé negli ultimi mesi, sia sul fronte artistico (sta esordendo ora con l'album solista "Louder"), che su quello privato (l'inaspettata morte di Cory Monteith, fidanzato e co-star in Glee). 
Lea, nota ai più per il ruolo della tanto brillante quanto competitiva Rachel Berry nella serie musicale Glee, è una forza della natura e un vero talento musicale. Il serial di cui è protagonista potrà piacere come anche no (io stessa ho visto anni fa solo la prima stagione), ma non si può negare la bravura, la tecnica e la capacità interpretativa che caratterizzano questa giovane artista. Del resto Glee non è il punto di partenza della carriera di Lea, semmai è stato un trampolino di lancio internazionale per mettere a frutto i tanti anni di esperienza maturata a suon di musical nella sfavillante Broadway

la campagna per la PETA nel 2008
Se Lea Michele compare in questa rubrica però, non è solo perché è una bravissima cantante, ma anche  - o soprattutto - perché è una persona molto impegnata nel sociale
Attivissima sostenitrice dei diritti degli omosessuali e dei diritti umani in generale, è stata vegetariana, vegana, poi vegetariana e infine di nuovo vegana, il tutto in simbiosi con Cory Monteith, il che testimonia ulteriormente quanto fossero affiatati come coppia. 
La cantante si è dimostrata così contenta della sua scelta che ha deciso di dedicarle due/tre capitoli all'interno del suo libro, "Brunette Ambition", ammettendo un certo divertimento nella stesura degli stessi. 

Lea testimonial PETA
Veg* (mai definizione fu più appropriata a questo punto!) per devozione verso gli animali, è stata in più occasioni testimonial per la PETA: nel 2008 per abolire i cavalli come traino per le carrozze, e nel 2010 contro le pellicce. Proprio nel 2010 la PETA ha deciso di onorarla per l'impegno dedicato alla causa animalista. 

L'unica cosa che in realtà mi ha perplessa è stato vedere come una persona tanto coinvolta dalle problematiche sugli animali abbia recentemente firmato un contratto come testimonial per L'Oreal, da sempre invischiata nei test cosmetici sugli animali... 
Lungi da me giudicarla, alla fine nessuno di noi "comuni mortali" sa cosa ci sia dietro questi accordi commerciali da migliaia di dollari, ma non nego di essere rimasta sorpresa.

Comunque, la nostra Lea è di certo una ragazza sensibile e di buon cuore, ora sta attraversando un periodo che vede la sua vita tesa fra successo e dolore, ma sono sicura che riuscirà a ritrovare un suo equilibrio... per ora io ve la faccio ritrovare ai tempi del primo Glee, lascio quindi il microfono a Rachel e alla sua "Don't rain on my parade"!


Alla prossima!

Sushi vegetariano pt III - i piatti caldi

Buonasera a tutti e bentornati da queste parti!
Visto che le trilogie sono ormai un vero e proprio trend, potevo mai risparmiare Guida Galattica per Vegetariani dall'averne una? Ovviamente no, così, a distanza di quasi due anni, completo la serie di post dedicata al ristorante giapponese, parlando dei famosissimi piatti caldi

Dovete sapere che al ristorante giapponese non esiste solo il sushi! Ci sono altre pietanze interessanti che non contengono pesce o carne e che, anziché essere crude, sono cotte. Certo, non sono tantissime, ma meglio che riso e verdure ogni santa volta, no? 

E' bene precisare che la maggior parte dei sedicenti ristoranti giapponesi di ora sono un ibrido fra la cucina giapponese e quella cinese. Grazie a questa "fusione" è possibile trovare anche proposte che non appartengono al Giappone, come ad esempio involtini primavera e ravioli al vapore. Personalmente vivo con serenità questa "invasione di campo", poiché offre una maggiore possibilità di scelta ai veg*, dato che di base è piuttosto limitata.

il tipico aspetto degli udon
Tornando ai piatti giapponesi, un must da assaggiare almeno una volta nella vita sono gli udon. Cosa sono? Gli udon sono spaghettoni di grano tenero, di colore bianco, dotati di un'estrema elasticità e di uno spessore che ricorda quello dei nostri bucatini.
Gli udon vengono preparati in diversi modi, i più famosi al ristorante sono i tempura udon (in brodo, con frittura abbinata), i katsudon (in brodo, con spinaci, gamberi e uovo in camicia) e gli yaki udon (saltati, con verdure, uovo fritto e gamberi). Posso già sentire le vostre obiezioni: "come fanno a essere veg*, ci sono i gamberi!". Sì, ci sono i gamberi. E vi dirò di più, quello che credevo essere un innocuo brodo vegetale, ho scoperto contenere polvere di tonno, motivo per cui tempura udon e katsudon li scartiamo subito. Per quanto riguarda gli yaki udon, invece, ecco il trucco: basta comunicare al cameriere che volete una versione senza gamberi e senza scaglie di tonno e verrete accontentati!
yaki udon in azione!
Gli yaki udon sono davvero buoni e, tolto il pesce, rimangono spaghettoni saltati e insaporiti con salsa di soia, zucchine, carote e germogli. Se siete vegani chiedete che venga omesso anche l'uovo fritto, il quale ho notato non viene aggiunto sempre, ma in molti ristoranti si. Una delle cose che apprezzo in assoluto dell'efficienza orientale nella ristorazione è che, a differenza di molti posti italiani, sono sempre pronti ad soddisfare le richieste del cliente, difatti molto raramente mi sono sentita dire "no".
Quindi non abbiate paura e chiedete!
Comunque nessuno vi impedisce di cucinare i tempura udon o i katsudon da soli a casa, in versione veg*: nei negozi etnici orientali infatti è possibile acquistarli d'importazione a prezzo bassissimo. Una volta nella vostra cucina sarà sufficiente controllare le ricette su internet e sostituire il famigerato brodo di pesce con uno vegetale. Et voilà!

i soba noodles
Lo stesso discorso degli yaki udon si può applicare anche ai soba, spaghetti sottilissimi di colore scuro, poiché fatti di grano saraceno (in alcuni ristoranti è proposta anche la versione al tè verde). Fateveli portare freddi, anche qui specificando al momento dell'ordinazione che optate per la versione "vegetariana", così vi sarà cucinata quella.

In generale il mio consiglio è quello di evitare qualsiasi piatto caldo contenente brodo, che siano udon, soba o il famoso misoshiro (la zuppa di miso). Un tempo credevo infatti che il brodo utilizzato fosse di origine vegetale, salvo poi scoprire che non lo era. Quindi, se proprio volete provare questi spaghetti in brodo, torno a consigliarvi la preparazione fai da te, almeno andate sul sicuro!

togliendo i gamberi, ecco una bella tempura!
Spostandoci sul fronte dei "secondi", un altro piatto che io personalmente adoro (ma è meglio avere uno stomaco che tolleri bene i fritti) è la tempura, la quale di solito consiste in un ampio range di verdure pastellate e poi fritte senza pietà. Fra queste le più comuni sono la zucca, i fiori di zucca, la carota, i fagiolini, la zucchina e la melanzana, ma ci sono ristoranti che osano un po' di più e propongono funghi o soba. Di norma la tempura comprende anche un paio di gamberi, ma anche in questo caso vale lo stesso discorso della richiesta specifica in fase di ordinazione.
Anche la tempura è ormai un piatto giapponese molto in voga, infatti è possibile riprodurla a casa abbastanza facilmente. Il segreto sta nella pastella, che per quanto costituita solo da farina, acqua ghiacciata e sale, non è affatto semplice da ottenere! Se non avrà la giusta consistenza, una volta in padella si sfalderà e a voi non resteranno che verdure sbrindellate, ma questa è un'altra storia...

Bene, ho finito. Che fame!
Mi rendo conto di aver scritto un papiro lunghissimo, ma anche stavolta spero di avervi dato dritte e dissolto dubbi, eheh.

Alla prossima, sayonara!

(link al post sul veggie sushi!)

Dan Janssen, l'uomo che visse di pizza

Buonasera a tutti e buon mercoledì, cari amici ascoltatori!
So che alcuni attendono frementi il post del mercoledì, me lo hanno confessato in gran segreto... 
Allora non facciamoli aspettare oltre e lanciamoci a capofitto nell'argomento odierno! 

Grazie alla pagina Facebook di un famoso show culinario statunitense (trasmesso anche nel Regno Unito), sono incappata in un articolo tanto curioso quanto incredibile.

Ecco il nostro pizzomane, non se la passa troppo male!
Un uomo di nome Dan Janssen, 38 anni e forma smagliante, vivrebbe da oltre 25 dannati anni mangiando solo... pizza. Sì, avete capito bene, pizza. Ma non di diversi tipi eh, no, sempre la stessa! Pomodoro, mozzarella e origano. L'unica variante che parrebbe donare un po' di brio alla dieta del nostro amico Dan è rappresentata dai diversi ristoranti in cui consuma l'alimento in questione. 

Tutto ciò ha sicuramente del fantasmagorico: com'è possibile mangiare da oltre 25 anni la stessa cosa a colazione, pranzo e cena? E soprattutto, com'è possibile seguire una "dieta" simile ed essere ancora vivi, o per lo meno, senza carenze che risultino fatali all'organismo?
Su quest'ultimo punto c'è da essere sinceri, come direbbero gli americani, "hands down": Dan è affetto da diabete. Tuttavia, la malattia non solo non lo fa desistere dal perseverare nel suo atipico stile alimentare, ma non lo spinge neppure a volerlo migliorare, chessò, cedendo il passo a un po' di frutta e verdura. 

toh, una pizza...
Giusto per rincarare la dose e sconvolgerci ulteriormente, Dan ammette di essere vegetariano per etica e di aver cominciato proprio per questo motivo a nutrirsi solo ed esclusivamente di pizza. La domanda sorge spontanea: perché non si è dato alle verdure piuttosto che alla pizza? 
A quanto pare la causa sarebbe da ricercare in traumi infantili legati al mondo delle verdure (funghi avvelenati e rigide punizioni corporali) che lo avrebbero indotto a odiarle ferocemente, preferendo invece la "strada dei carboidrati". 

Nonostante medici e specialisti di vario genere lo abbiano spesso ammonito, ma altrettanto spesso incoraggiato a continuare per la sua strada, Dan sta bene. Certo, sta bene se escludiamo il suo diabete: non è grasso, non è gravemente malato, non ha il colesterolo alto e si vanta di essere sempre pieno di energie. 
Dice che odia cucinare, perché non è possibile spendere tutto quel tempo ai fornelli per poi far sparire velocemente il risultato di tanta fatica; professa amore verso i conservanti e conclude che no, non ha intenzione di cambiare la sua dieta per nulla al mondo
L'unico rammarico che lo tocca per via di cotanta limitazione alimentare è non riuscire a portare a cena in qualche bel posto la sua fidanzata, vegetariana anche lei, che però non lo stressa granché sulla questione. 

Insomma, mi chiedo io, ma come si fa
Dan è sicuramente un caso limite, ma come lui ne esistono molti altri simili, tutti classificabili come "disordini alimentari". 
E' facile diventare preda di questi sconvolgimenti, soprattutto quando si diventa vegetariani. Molte persone, infatti, quando smettono di mangiare carne aumentano esponenzialmente il consumo dei carboidrati, con il risultato finale di causare al proprio corpo reazioni allergiche o scompensi violenti, che possono portare anche a conseguenze serie (arrivando addirittura a circoli viziosi di ordine psicologico). 
Non sembra essere il caso di Dan per fortuna, anche se ho i miei dubbi che una persona possa andare avanti fino alla morte mangiando sempre e solo la stessa cosa

Questo articolo potrà averci strappato un sorriso o qualche commento ironico, ma tenetelo a mente come monito per non commettere lo stesso errore! Altrimenti, è il caso di dirlo, che pizza!

Alla prossima! 

Recensioni: Patè vegetale Allos

Buonasera a tutti e ben ritrovati con l'appuntamento dedicato alle recensioni!
Il prodotto di cui voglio parlarvi oggi è un "sempreverde" perché sono davvero tanti anni che lo compro e non riesco a stufarmi di lui nemmeno con tutto l'impegno di cui sono capace... d'altra parte, perché dovrei? Parlo del patè vegetale Allos, acquistabile sia nei vari NaturaSì che in altri negozi di alimentari bio

Avevo già citato questo spalmabile nel post dedicato agli acquisti "coscienziosi" da fare al NaturaSì, ma mi sembrava doveroso tirarlo ancora in ballo sia perché è un prodotto che a mio avviso merita tantissimo, sia perché ultimamente sto stroncando troppi cibi "veg", quindi per par condicio mi sembra carino spendere anche qualche parola positiva, ogni tanto...

Insomma, in cosa consiste questo paté vegetale?
Avete presente il caro, vecchio Spuntì, che fa tanto anni 90? Ecco, l'Allos è praticamente la stessa cosa. Si presenta in un packaging identico e la sua formula è abbastanza simile. Viene prodotto in tre versioni: gusto classico (in cui prevale il pomodoro), alle spezie di Provenza e ai funghi Shitake. Ora, io non amo i funghi, perciò non ho mai provato la terza versione, però ho consumato spesso le prime due e posso dirvi che sono buone entrambe, pur preferendo senza dubbio quella alle spezie. 
Se la versione "classica" ha infatti un sapore delicato, che ben si adatta a chi non vuole "osare" troppo, quella speziata è più decisa e coinvolgente

Il paté Allos si presta volentieri come complemento per la preparazione di panini e tramezzini, oppure da solo per farcire stuzzichini da aperitivo, antipasti e crostini

Il costo non è assolutamente proibitivo (spesso è in sconto a 2,50 euro) e lo considero proporzionato alla dose proposta. 

Se qualcuno lo prova lasci pure un commento qua sotto :)

Alla prossima!

L'angolo delle proprietà: spinaci

E' praticamente impossibile scindere gli spinaci dalla storica figura di Braccio di Ferro, che immagino perseguiti anche voi fin da quando eravate bambini. Si, abbiamo tutti in mente il nostro marinaio animato che, in situazioni di difficoltà, aspirava dai famosi barattoli di latta abbondanti quantità di spinaci, per poi acquisire forza e muscoli che gli permettessero di sconfiggere i suoi nemici. Perché si sa, i muscoli necessitano di ferro... ma siamo sicuri che gli spinaci siano l'alimento giusto?
Originari del continente asiatico, gli spinaci (spinacia oleracea) si presentano come mazzetti verdi dalle foglie carnose e croccanti. Dato che sono ricchi di clorofilla, il loro colore è di un bel verde scuro, mentre il sapore è abbastanza neutro, cosa che li rende perfetti come ripieno da unire ad altri ingredienti.

C'è da essere sinceri: gli spinaci sono innegabilmente l'ortaggio con la più alta concentrazione di ferro. Urge però una precisazione: il ferro contenuto in 100 grammi di spinaci (che dovrebbe aggirarsi tra i 3,5 e i 3 mg) non è paragonabile a quello di 100 grammi di carne, ma nemmeno a quello di 100 grammi di lenticchie. La falsa credenza per cui se si vuole fare il pieno di ferro si deve ricorrere agli spinaci è con tutta probabilità da associare proprio a Braccio di Ferro, ma la verità è che il nostro organismo trattiene molto poco del ferro che ci viene dato da questa pianta erbacea. Contiamo poi che per assumerlo davvero dovremmo consumare gli spinaci crudi, ma la maggioranza della gente preferisce bollirli, aggiungerli alle minestre o trasformarli in ripieno per ravioli e torte salate. Insomma, sono sicuramente buoni e versatili, ma di ferro ne portiamo a casa molto poco. 

Quello del bollire gli spinaci non è poi il solo errore che viene commesso. Ecco quindi tre consigli per consumare in modo efficace questo vegetale:

a. mangiate gli spinaci crudi, per esempio nei frullati o nelle insalate: bollirli gli fa perdere oltre il 50% delle proprietà
b. non uniteli a formaggi o latticini, come invece succede il 90% delle volte: il calcio di questi alimenti neutralizza l'assunzione del ferro
c. una spruzzata di succo di limone fresco aiuta l'assorbimento del ferro da parte dell'organismo

Il ferro non è ovviamente l'unica proprietà interessante da associare agli spinaci. Per esempio si è scoperto recentemente che racchiudono numerosi benefici relativi alla vista, grazie alla luteina che dal sangue si depositerebbe negli occhi. Vitamine contenute in importanti quantità sono poi la A e la C, per non parlare di rame, zinco e potassio. Infine, grazie all'alta percentuale di minerali, gli spinaci risultano essere utili soprattutto al cuore, e in generale a tutti i muscoli: svolgono infatti funzione tonificante, ecco perché Braccio di Ferro li amava... altro che ferro dunque

Insomma, spero di aver sfatato qualche leggenda e aver fatto un po' di luce sui nostri beniamini verdi... e che, in tutto ciò, Braccio di Ferro non mi odi!

Alla prossima!
 
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