domenica 29 luglio 2012

Calorie ma non solo!

Buondì a tutti!
Tutte - e ultimamente anche "tutti" - siamo attente alle calorie: i cibi che ne hanno più di 100/200 sono considerati demoniaci e cerchiamo di ridurre al massimo l'apporto di queste sostanze che servono a riscaldare il nostro corpo (da qui il termine "calorie"). 
Col caldo ne bruciamo molto poche, dato che, essendo la temperatura esterna elevata, il nostro corpo non necessita di autoriscaldarsi in maniera particolare. Al contrario durante i mesi invernali il freddo funge da "dieta", in quanto le consuma più o meno velocemente per mantenere a una temperatura equilibrata il nostro organismo. Questo il principale motivo per cui d'estate dobbiamo controllare con più attenzione il consumo di alcolici e cibi molto calorici, come una bella lasagna o piatti molto abbondanti di qualsiasi cosa, altrimenti finiamo KO con parecchia facilità.


Come tutte le donne anche io sono ossessionata dalle calorie e sto attenta a cosa mangio e quanto mangio, ma proprio grazie a questa mia ossessione ho scoperto un sito molto utile sotto il punto di vista anche nutrizionale. Questo sito si chiama Calorie.it e il suo pregio è non solo indicare le calorie per una media porzione di qualsiasi cibo sia presente nel suo database, ma anche aiutarvi a individuare quali alimenti contengano le sostanze (che siano vitamine, ferro, acidi e via dicendo) utili al mantenimento della vostra salute, in particolare se siete vegetariani. 

Si sa, noi dobbiamo stare un po' più attenti della media a calibrare la dieta, in modo da non incappare in carenze varie et similia, e penso che Calorie.it sia davvero efficiente sotto questo punto di vista, anche perché grazie a lui ho scoperto che i cibi più impensabili (che so, come l'origano o il cacao amaro) in realtà hanno una loro spiccata utilità. 
Quindi ve lo consiglio!

PS: lo sapete che durante il sonno notturno - e il dormire in generale - si bruciano tantissime calorie? Alla faccia dell'attività fisica!

Alla prossima!

giovedì 26 luglio 2012

Essere vegetariani e fare outing: un'analisi del caso

Ho scoperto che scrivere qua, oltre a essere un passatempo piacevole, è anche un metodo efficace per tenersi impegnati mentre lo smalto si asciuga, quindi mi ci metto volentieri, dato che 9 volte su 10 mentre ho su lo smalto ad asciugare succede sempre qualcosa che lo rovina...

Stavo tornando a casa oggi quando, durante il tragitto, stavo pensando a quale argomento snocciolare da queste parti. Ammetto che gran parte delle cose che scrivo su questo blog nasce dalle domande che, quotidianamente o quasi, mi vengono poste in merito alla mia alimentazione: come è iniziata, come mi arrabatto, come vivo in generale, etc etc. Complice una conversazione che sto portando avanti da qualche settimana con una persona che conosco e a cui piacerebbe intraprendere la strada del vegetarismo, mi è venuto in mente lo spinoso argomento, ossia: fare outing

Detta così pare che riguardi più l'omosessualità che lo smettere di mangiar carne, però, ve lo posso dire da esponente del genere (del secondo, chiariamoci, ahah), le due cose non sono così dissimili. Il mio amico Ivàn, che ha dalla sua la grande fortuna di essere spagnolo, e quindi di avere una famiglia e un background di mente più aperta, mi ha raccontato che quando anni fa dovette dichiarare alla sua amata nonna, donna di campagna d'altri tempi, che era gay, non ci fu problema alcuno: lei lo amava lo stesso. Quando però arrivò il momento di confessarle che era diventato vegetariano e glielo disse, questa smise di parlargli per un mese. Questo per farvi capire...

Oggigiorno molti ragazzi e ragazze decidono di diventare vegetariani, se non addirittura vegani, in tenera età, sui 12-13 anni, vuoi per una questione di sensibilità accentuata verso gli animali durante quel periodo di vita, vuoi perché comunque ormai internet ha sdoganato molte informazioni che prima erano - passatemi il termine - dei tabù e quindi risulta più facile documentarsi su certi argomenti. Internet, ovviamente, non deve risultare una fonte infallibile, né tanto meno deve sostituire il parere medico di un nutrizionista, perciò va preso con le pinze e, per esperienza personale, bisogna imparare a scremare e vagliare le notizie che girano attorno al mondo del vegetarismo, perché molte sono faziose e di parte, sia sul fronte del consumo di carne, sia su quello dell'abbandono di quest'ultimo (gli infoiati si trovano ovunque e la verità sta sempre nel mezzo). 
In ogni caso, supponiamo che abbiate già fatto un check dal nutrizionista e vi siate informati a sufficienza sulla cosa: ok, siete diventati vegetariani. E adesso? Adesso dovrete dirlo a mamma, la quale cercherà di farvi ritornare sulla retta via tentando di infilarvi del prosciutto anche nel latte; a papà, per i quali sarete degli sconsiderati freakketoni post '68 che pagheranno le conseguenze delle proprie decisioni; a eventuali fratelli o sorelle, per i quali sarete fuori di testa; ai vari amici e amiche che vi prenderanno per il culo a lungo, molto a lungo. Salto i nonni e le nonne del caso, poiché credo che l'esperienza di Ivàn sia sufficientemente rappresentativa :) 

Insomma, soprattutto i primi tempi - ma non illudetevi, durerà tutta la vita - dichiarare il vostro vegetarismo vi assicuro sarà impresa alquanto ardua. Cercheranno tutti, ma proprio tutti, di farvi cambiare idea. Ma voi non fatevi plagiare o influenzare: se siete convinti della vostra scelta non dovrete far altro che stringere i denti e non cedere! 
Finché rimarrete vegetariani - e mi/vi auguro di cuore lo rimarrete per sempre - incontrerete sempre tre tipi di persone che si metteranno sulla vostra strada: 

a. quelli che accettano la vostra scelta o a cui, vero o bugia, non frega nulla di ciò che mangiate: a mio parere sono i compagni di tavola migliori, ma come tutte le cose belle, sono difficilissimi da trovare;

b. quelli che dichiareranno subito, spinti da un recondito quanto immotivato e irrazionale senso di colpa, "io non mangio molta carne, se proprio proprio lo devo fare 1/2 volte a settimana, ma per il resto non la guardo nemmeno". A mio avviso sono la categoria più enigmatica: si sentono in qualche modo colpevoli perché fanno una cosa che voi non fate e si giustificano senza che voi glielo chiediate... boh!

c. quelli che vi attaccheranno istantaneamente e inizieranno a porvi qualsiasi tipo di domanda, attaccandosi a ogni microcavillo di ogni vostra risposta, tutto per dimostrarvi che voi siete contro natura, che siete degli incoerenti, degli ipocriti, che siete pazzi e diosolosacosa. Il genere di interlocutore più fastidioso, quello che piuttosto che averlo al vostro fianco durante un pasto preferireste ingoiare dell'acido muriatico come se foste un cesso da scrostare, per poi tirare l'acqua. Giuro che non comprendo cosa gli venga in tasca se noi si mangia carne o meno. Anzi, dovrebbero esserne contenti, meno per noi, più per loro. Invece nel momento in cui direte davanti a questi individui che voi non mangiate carne, per scelta etica o di salute, si cercherà di dimostrare qualsiasi controsenso in cui incapperete, anche se non si capisce bene a cosa dovrebbe servire. 

Il problema, quello proprio fastidioso, è che i vostri familiari e amici, purtroppo, spesso si comporteranno come l'ultima categoria. C'è chi vi obbligherà ad andare dal dottore, chi affermerà che senza carne non potrete stare perché morirete, chi vi tratterà alla stregua di persone che hanno perso il senno e prima o poi lo ritroveranno, insomma una grande e variegata gamma di reazioni tutte per voi. 
Che poi, anche se non si fosse coerenti su tutto allora tra il fare "male" e fare il "meno peggio" è condannabile la seconda? Visto che facciamo 30 famo pure 31? Non capisco...

Ma esistono realmente tutti questi problemi? Ovviamente no, almeno non fisicamente. E non è per fare demagogia eh, parlo come persona che è vegetariana da anni e le cui analisi del sangue, mirate proprio a controllare certi valori dato che il mio medico sa che sono vegetariana, sono perfette. Quindi mi sento tranquilla nel dire, sia a voi aspiranti veg, sia a voi genitori di questi ultimi, che non c'è nulla di pericoloso, anzi. Il vero scoglio da sormontare è quello socio-culturale in cui siamo avviluppati, più o meno come Batman nel suo mantello. 
Nonostante in Italia ci si lavi spesso la bocca con la parola 'dieta mediterranea' (basata al 90% sul consumo di verdura, ortaggi e frutta di stagione), chi sceglie di non consumare carne viene visto come una sorta di scherzo della natura, e questo non mi sembra giusto. I vegetariani non fanno nulla di male, non siamo come i testimoni di Geova o o gli appartenenti a Scientology, che citofonano di casa in casa o distribuiscono volantini allo scopo di convertire a forza quante più persone si possono carpire. Alcuni di noi lo fanno, ci provano, ma chiaramente il buon senso deve sempre prevalere su tutto, mi sembra ovvio e sicuramente questo tipo di personaggi sbagliano, almeno secondo me. 
Se deve lasciare la libertà di fare scelte, ma soprattutto di rispettarle... 

Come ho detto diverse volte, il fatto che i vegetariani esistano e siano viventi, significa che come scelta di vita è possibile e praticabile.
I miei consigli, se volete intraprendere questa strada, sono:
- leggere quante più informazioni potete e vagliarle. Leggete libri, articoli di giornale, consultate pure internet, ma trovate fonti che non siano troppo sbilanciate a favore di una causa o dell'altra
- chiedete a chi è già vegetariano: l'esperienza altrui, come i consigli della nonna, è sempre una fonte ottima e affidabile di cui tenere conto :)
- consultate un medico, fatevi le analisi del sangue, sia prima di privarvi della carne, sia dopo un po' che l'avete fatto: se terrete ogni cosa sotto controllo, soprattutto i primi tempi, sarà un buon punto di partenza, soprattutto per le mamme :)
- se sapete di soffrire di anemia, problemi di pressione o quant'altro, soppesate bene le vostre scelte, a nessuno piacciono i vegetariani morti per la propria causa, per quanto nobile! 
- se siete spinti da una forte etica ma la carne vi piace molto e quindi non sapete come sostituirla, non ingozzatevi di latticini o uova: piuttosto andate da un nutrizionista e, in base alle vostre esigenze e fabbisogni, fatevi fare una dieta ad hoc che possa aiutarvi i primi tempi, o almeno fino a quando non ci avrete preso la mano. 

A questo punto sarete prontissimi per fare outing con fierezza e farvi trovare preparati quando vi solleveranno le classiche obiezioni che ho raccolto in questo post :) Provate a spiegare le vostre ragioni con pacatezza ed educazione e se la vostra controparte non è convinta e vi incalza, beh, alzate gli occhi al cielo e amen :) 

Ohibò, direi che lo smalto mi si è asciugato ben bene...
Alla prossima!

sabato 21 luglio 2012

L'angolo delle proprietà - Cucurbitacee

Questa volta voglio proprio esagerare, rovinarmi, voglio parlare non di una singola verdura, ma di una famiglia intera che noi conosciamo bene e della quale i componenti ci piacciono tanto. 
I membri di questa famiglia verdognola sono spesso metafore che usiamo nei discorsi: "metti del sale in zucca", "ti spacco il cocomero", "hai un bel cetriolo", "ti devo 10 zucchine"(questo almeno lo dicono spesso i personaggi di Irvine Welsh) e così via... quindi, visto che sono così popolari, perché non approfondire un po' il discorso? Se lo meritano. 
Veniamo al succo del discorso, le cucurbitacee.


Dunque, le cucurbitacee a noi più note sono essenzialmente queste: la zucchina, la zucca, il cetriolo, il cocomero e il melone. Sono sicura che mangiando due o più di questi insigni esponenti della casta vi sarete di sicuro accorti di come avessero in comune a volte l'aspetto, altre la struttura, altre proprio il sapore. Non so voi, ma le volte che ho addentato la polpa di una zucca fresca (che si sarà contorta dal dolore per questo, me ne rammarico) ho subito pensato al melone giallo (un altro caduto sotto le mie implacabili fauci). Magari non ci si fa subito caso perché li troviamo in stagioni diverse o perché la loro stazza varia da tipo a tipo, ma i vegetali di cui sopra fanno parte tutti della stessa specie, cioè appunto le cucurbitacee. 

Questi vegetali sono di origine tropicale e ospitano tra le loro fila davvero un numero impressionante di specie e generi, rispettivamente qualcosa come 825 e 119, anche se poi noi conosciamo sempre le solite cinque. Il loro nome, a quanto sembra, deriva da "corb" che starebbe per "attorcigliarsi", verbo che fa riferimento al tipo di pianta rampicante contorta da cui derivano i frutti.

Nonostante le dimensioni grandemente variabili tra di loro e le stagionalità piuttosto sparpagliate (si pensi al cocomero che prevale in estate, mentre la zucca è tipica dell'autunno inoltrato, contro le zucchine che bene o male troviamo tutto l'anno), le cucurbitacee hanno sicuramente in comune delle proprietà per noi benefiche, in primo luogo l'altissima presenza di acqua, da cui sono quasi interamente costituite. Tanta acqua significa un apporto veramente ridottissimo di calorie, una sazietà piuttosto veloce (quindi si è pieni ma con nulla!), un'azione depurativa eccellente tramite stimolazione della diuresi e, soprattutto, un'alta idratazione per il nostro organismo, in particolare per la nostra pelle. 

Ogni cucurbitacea ha poi delle varianti, ovviamente: il cocomero e il melone, ad esempio, forniscono anche una buona quantità di zuccheri che sono presenti sotto forma di fruttosio nella ricca polpa da cui sono costituiti (perciò d'estate sono perfetti); la zucca contiene alte dosi di betacarotene che la rendono un'efficace antiossidante; le zucchine sono dei depuratori naturali e favoriscono la digestione; il cetriolo è così consigliato dai dietologi poiché contiene un acido importante, l'acido tartarico, che impedisce ai carboidrati degli altri alimenti di trasformarsi in grassi e di crearci quei fastidi di colesterolo e quant'altro da cui tutti vogliamo tenerci alla larga.

Oltre a ciò, è proprietà comune a tutte le cucurbitacee la presenza più o meno notevole di vitamine A, E e C, che, come dicevo, le rendono ottime alleate per avere sempre una pelle bella fresca, luminosa e idratata. 

Nel caso poi di melone e zucca, va aperta una parentesi per quanto riguarda i semi, che in molti consumano con grande piacere (mia madre per un certo periodo ne è stata ossessionata!): anch'essi hanno i loro bei pregi e infatti non solo sono buoni e gradevoli da impiegare nella preparazione di piatti e guarnizioni, ma sono anche ricchi di antiossidanti che contrastano i radicali liberi e, last but not least, svolgono un'azione protettiva contro parassiti vari (come la tenia) e roba poco simpatica come la prostata. Attenzione però, se consumati d'estate in massicce quantità potrebbero farvi scaturire qualche infiammazione intima, quindi occhio!

Insomma, queste cucurbitacee se non fossero solo vegetali, sarebbero da sposare! 
E poi ci prendono in giro quando diciamo che ci piacciono i cetrioli... ahah!

Alla prossima!

giovedì 19 luglio 2012

Lush - nuova linea Emotional Brilliance!


Chi mi conosce personalmente sa che io amo Lush.
Penso di aver provato un buon 70% dei loro prodotti e negli anni gli ho regalato sicuramente molti dei miei preziosi soldi, sia in Italia che in Inghilterra. Non è che mi piaccia proprio tutto tutto, trovo che alcune cose siano inutilmente costose (un esempio? le nuove fumantine che costano cadauna 4.50€, contro l'1.75 di quelle precedenti), altre che siano inutili e basta (uno scrub allo zucchero per labbra? possiamo farlo anche a casa :P), altre ancora che siano un po' chimiche e non sempre verdi. Ma pazienza, Lush è bella, colorata, divertente e offre sicuramente una gamma cosmetica di qualità superiore a molte altre che troviamo in giro, perciò chiudiamo un occhio e apriamo il portafogli. :)

Ho sempre pensato che ciò che fanno sia ottimo, da plurimi punti di vista. Lush è stata spesso coinvolta in campagne e iniziative sociali (per citarne qualcuna tra le ultime, la lotta contro i test sugli animali e la legalizzazione dei matrimoni omosessuali), e da anni è ormai in prima linea per far sì che i suoi prodotti non solo evitino rigorosamente i test in laboratorio su cavie animali, ma siano anche fruibili da vegetariani e soprattutto vegani, prestando particolare attenzione agli ingredienti utilizzati. 
Sappiamo che però finora Lush si è consolidata come marchio specializzato nella cura del corpo... e il make up? Avevano fatto la loro timida comparsa un paio di anni fa i "pigmenti concentrati", una sorta di crema colorata che però a mio avviso, a parte la componente del tutto naturale dell'INCI, non aveva grandissimi pregi (troppo oleosa e poco durevole secondo me). Ma ora, dopo tanti rumors, finalmente qualche novità c'è


Voglio dunque segnalare a tutti/e i/le fan di questo brand che finalmente questo sabato, 21 luglio, verrà lanciata in contemporanea mondiale la nuovissima linea Emotional Brilliance, che comprenderà tinte per labbra e guance, e altri prodotti coloratissimi che a seconda dell'applicatore potranno essere usati come ombretti, eyliner e quant'altro. 
Io sono curiosissima e sicuramente andrò alla presentazione, che si terrà appunto sabato 21 luglio alle 17.00 e che, a Roma, coinciderà anche con l'inaugurazione della nuova bottega di via del Corso 21. L'evento sarà accompagnato da un carinissimo flash mob (che loro chiamano "Fresh Mob") a cui tutti possono partecipare ballando (dopo aver imparato i facili passi del video), uniche condizioni saranno l'essere vestiti in bianco e nero e il possesso di un frisbee :) 

Allora che aspettiamo?
Buttiamoci tutti!

Alla prossima!

domenica 15 luglio 2012

Ogni cosa è illuminata (Everything is Illuminated)

Essere vegetariani è qualcosa che trascende il mero aspetto alimentare e, come un miasma, si espande anche in altri ambiti culturali, quali la musica, la letteratura o il cinema.

Parlando di questi ultimi due, vorrei segnalarvi e invogliarvi a vedere, il film di Liev Schreiber "Ogni cosa è illuminata", che affonda le sue radici nell'omonimo romanzo autobiografico di Jonathan Safran Foer, il quale, oltre a essere un ottimo scrittore, è anche un vegetariano convinto (per non parlare della somiglianza con Elijah Wood nel film).


"Ogni cosa è illuminata" non è certo un film incentrato sul vegetarismo, anzi, si muove sulle delicate quinte di un Olocausto ormai passato, di cui ci viene offerta una prospettiva del tutto nuova e insolita. In soldoni la trama è la seguente: ci troviamo in Ucraina e la famiglia di Alex (che è interpretato dal cantante dei Gogol Bordello) organizza particolari visite guidate in villaggi/paesi, ormai andati perduti, per quegli ebrei che a distanza di anni vogliono tornare a cercare le origini delle proprie famiglie distrutte dall'orrore nazista. Anche la visita dell'americano Jonathan - che diventerà "Jonfen"- sembra come le altre, ma c'è qualcosa di diverso nella sua indagine, qualcosa che al nonno di Alex, sedicente cieco alla guida della scalcagnata vettura con cui attraverseranno il Paese, non passerà inosservato e che anzi lo coinvolgerà attivamente nella ricerca, suo malgrado.
In tutto questo la dose di comicità è alta, dosata in quantità giusta, nei modi giusti. Di solito consiglio di guardare i film in lingua originale, ma questo penso sia l'unico film che valga la pena essere guardato in italiano poiché le traduzioni maccheroniche che Alex fornisce al povero Jonathan sono davvero pittoresche e nel nostro idioma sono sicuramente più esilaranti che in inglese.

Cosa c'entra il vegetarismo? C'entra che Jonathan, fra le sue varie stranezze ai limiti delle psicosi, ha anche quella di essere vegetariano... solo che in un paese come l'Ucraina non è propriamente vista con sportività :)
Ecco la parte a mio avviso più divertente del film, dedicata ai drammi dei vegetariani :)


J. S. Foer ha poi dedicato un saggio agli allevamenti intensivi e alle sofferenze degli animali patite negli stessi, oltre che alle riflessioni sul consumo di carne in generale e sul vegetarismo. Il volume in questione si intitola "Se niente importa" e in Italia, come "Ogni cosa è illuminata", è edito da Guanda.

Alla prossima!

sabato 14 luglio 2012

Alpro, il ragù di soia e un curioso esperimento!

Mie care carote che soffrono, oggi è sabato ma domani sarà domenica e come si sa, una delle italiche tradizioni domenicali è il ragù, che però a noi poveri mangiaverdure è precluso. 
Alpro, che è una marca inglese che io adoro alla follia poiché i suoi prodotti sono tutti eccelsi (nonché, in Italia, piuttosto costosi), ha tentato - con successo - un curioso esperimento nella patria del ragù, vale a dire Bologna. Ha preso delle donnine romagnole di diversa fascia d'età e ha fatto cucinare loro il ragù di soia lanciato da poco dal brand, per poi propinarlo a un gruppo di uomini duri e puri romagnoli SENZA DIRE ASSOLUTAMENTE che non si trattava di ragù di carne. 
Il video è breve, vi consiglio di spendere questi 4 minuti per apprezzare il risultato finale :)

Il tutto è stato organizzato davvero bene, direi che non potevano testare il prodotto in un luogo migliore di questo! L'esperimento è preceduto da una breve intervista qualitativa che spiega le premesse da cui si partiva... non erano incoraggianti! Ecco perché il risultato è ancora più gustoso da vedere (oltre che, a quanto pare, da mangiare)! A volte i pregiudizi sono più forti della realtà, pare... :)

Buona visione!

mercoledì 11 luglio 2012

Il Quorn


Nel mio primo vero post di questo blog ho fatto cenno al fatto che quando vivevo a Londra ero solita consumare, tra le altre cose, un prodotto che si chiama Quorn
Delizioso, ricco di proteine, povero di grassi e di colesterolo, il Quorn è l'alternativa per eccellenza per chi decide di privarsi del consumo di carne, almeno all'estero. Distribuito in ben 10 Paesi nel mondo (tra cui gli Stati Uniti e in quasi tutto il nord Europa), il Quorn è un prodotto tutto da scoprire, conteso tra pregi e difetti, elogi e polemiche. 

Ma cos'è il Quorn? In Italia è un grande sconosciuto, non si capisce bene perché dato che sono più che certa che riceverebbe un gran numero di consensi e raggiungerebbe un seguito piuttosto nutrito. Il Paese più vicino a noi che lo distribuisce è la Svizzera, ma quando ho chiesto loro se, pagando di tasca mia un corriere armato di borse termiche, potessero farmi una consegna ogni tot, ho ricevuto picche. 
alcuni prodotti nel nuovo packaging
Il brand, e la relativa scoperta alimentare, nasce in UK negli anni 80-90 - mi pare - per poi diffondersi e conquistare una grande fetta del mercato occidentale. Il Quorn ha aspetto e consistenza molto simili alla carne, ma carne non è. Il cuore della sua bontà è rappresentato da un fungo, che è poi l'ingrediente chiave su cui si basa l'intera gamma di prodotti. 
Il suo nome è Fusarium venenatum e appartiene al vasto regno dei funghi. In realtà, più che di un "mushroom" si tratta di un "fungus", più o meno la differenza che passa per noi tra un porcino e il lievito di birra, infatti possiamo dire somigli a quest'ultimo per tipologia. La sua caratteristica di punta è quella di avere fibre striate di colore rosa, che darebbero al prodotto alimentare la peculiare consistenza simile a quella della carne. I signori del Quorn lo coltivano in larghi tini, poiché essendo un "parassita" necessita di un ambiente umidiccio, quindi di acqua. 
Dunque, questo è l'ingrediente segreto del Quorn. Io poi sono convinta che un po' come la Nutella e la Coca Cola la ricetta non sia perfettamente rivelata, ma per il momento accontentiamoci di questa spiegazione... ero addirittura arrivata a pensare che, essendo così insolitamente buono e mangiabile, in realtà ci mettessero a tradimento della carne nell'impasto, ma insomma, speriamo anche no!

salsicce "English style"
La linea del Quorn, come dicevo prima, conta numerosi prodotti, diversi per stile (carne, affettati, pesce) e gusto, nonché modalità di conservazione e cottura. Dai prodotti da banco frigo a quelli surgelati, la scelta è ampia e sono in pochi gli esponenti che realmente non valgono l'acquisto. Dalle salsicce per la prima colazione inglese alle polpette svedesi, dal prosciutto cotto (molto simile al nostro Gran Biscotto) ai tranci di "salmone" (fortunatamente ritirato, era orrendo), dai cordon bleu alla "carne trita", dai nuggets ai filettini di pollo, ce n'è veramente per ogni gusto e, essendo adottato spesso anche da pub e ristoranti nel loro menu, il vegetariano medio grazie al Quorn non corre mai il rischio di sentirsi lo sfigato che, quando esce in compagnia, si rabbuia e si chiude nella sua emarginazione alimentare osservando in silenzio gli altri che si abbuffano. 

In Inghilterra e negli Stati Uniti i prodotti Quorn vengono abbondantemente consumati anche dai non vegetariani per la ridottissima presenza di grassi e la nulla percentuale di colesterolo, e noi tutti sappiamo quanto inglesi e americani abbiano bisogno di una dieta il più possibile povera di questi due simpatici elementi. 

pezzetti di pollo
Insomma, Quorn fa felice vegetariani, da poco vegani (con la nuova linea vegan) e, a quanto pare, pure gli onnivori, anche perché grazie alla microproteina contenuta nel Fusarium, i vantaggi proteici sono ben tangibili. In più, grazie alla certificazione ufficiale dell'utilizzo di uova derivanti da allevamenti a terra, è stata approvata dalla Vegetarian Society, che sui colorati packaging del prodotto ha apposto la sua caratteristica V verde, simbolo dell'ok. 
E' tutt'oro quello che luccica? 

Io non ho mai avuto alcun problema, ma pare che proprio negli Stati Uniti si siano accese molte polemiche riguardo la composizione del Quorn.
Gli esperti di funghi hanno espresso le loro perplessità circa l'utilizzo di una muffa anziché di un fungo commestibile. Le persone allergiche ai funghi contano un numero sempre crescente, va da sé come le muffe siano di sicuro molto più pericolose dal punto di vista allergico di un fungo normale. Per tale motivo era stato predisposto il ritiro dal mercato americano del Quorn, ma, nonostante tutto, il marchio ha tenuto duro ed è tuttora distribuito negli USA.

i wurstel
Un'altra controversia era sorta circa la comunicazione marketing: a giudizio di molti era, ed è, fuorviante indicare come sorgente madre del Quorn un "fungo", visto che non è il tipo di fungo che ci si può immaginare. Del resto è ben poco attrattivo dire alle persone che si stanno nutrendo di un "fungus" anziché del rassicurante funghetto stile Biancaneve. In effetti, dopo la scoperta, anche io avevo avuto delle remore nel tornare a cibarmene, ma dopo qualche ricerca mi sono auto-rassicurata e ho continuato a comprarlo. D'altronde credo che nulla di ciò che mangiamo sia puro al 100%, e fra un Mars e un pezzo di Quorn non sono sicura che quello più compromettente sia quest'ultimo...

Per concludere, credo che qualsiasi cosa risulti gettonata si trascini dietro di sé sempre oneri e onori. Sono convinta che il Quorn sia una validissima alternativa alla carne, non fa rimpiangere nessun tipo di antico sapore e costituisce un giusto apporto di elementi necessari al nostro organismo. E' soprattutto molto gustoso, non lo si vive come una punizione divina per aver scelto di percorrere una strada alimentare diversa, e a differenza della maggior parte dei prodotti per vegetariani venduti qua, non è costoso, è anzi economico
Che male può dunque fare? Se esistesse una petizione per importare questo prodotto in Italia la firmerei senza pensarci due volte. Spero che in un futuro molto prossimo l'importazione si realizzi e renda così il nostro Paese un po' meno discriminante nei confronti dei vegetariani. 

Un consiglio: se avete occasione di andare all'estero, in uno dei Paesi in cui lo vendono, provatelo, anche se non siete vegetariani. Vi accorgerete che non ho scritto fregnacce e che il seitan non è quel paradiso che ci fanno credere, o almeno non è l'unico ;) 

Alla prossima!

[ sito del Quorn: www.quorn.com ]

domenica 8 luglio 2012

Seitan & Tofu

Quando si nomina il non mangiar carne, almeno qua in Italia, le domande di rito riguardano seitan e tofu: se li si consuma, da cosa derivano, se sono buoni, come li si cucina, dove li si compra, etc etc.
Al contrario, all'estero il seitan non sanno nemmeno cosa sia e lo scambiano per il demonio (un'associazione che mi fa riflettere), in quanto la sua pronuncia - come avevo scritto nel post sul vivere all'estero da vegetariani - suona come quella di "Satan" e quando ne fai menzione ti prendono per un seguace di qualche setta. Certo, là hanno il superlativo Quorn, cosa dovrebbero farsene del seitan? :) 
Cambia leggermente la storia per il tofu, che risulta un po' più conosciuto e viene utilizzato senza riserve nei menu vegetariani alternativi dei vari fast food (etnici ma non solo), affumicato o non, senza contare che lo si trova con grande facilità e in diverse varianti nei vari Holland & Barrett e al supermercato. 
E in Italia?
Dunque, vi faccio una premessa. Pur essendo vegetariana, io seitan e tofu non li uso. O meglio, non uso assolutamente il tofu: l'ho provato 2-3 volte ai miei esordi di vegetariana (ero terrorizzata dal calo di proteine) e ne sono rimasta così traumatizzata da non comprarlo mai più. L'ho preso di marche diverse e mi ha fatto sempre schifo: duro, amaro, insapore. La prima volta lo usai in un'insalata: fingevo davanti a mia madre che mi piacesse per non darle soddisfazione, ma la realtà era che avrei voluto sputarlo. Poi ci feci delle polpette con spinaci: erano amare come la Novalgina. La versione migliore che sono riuscita a cavarne via è stato farlo a fettine in padella e insaporirlo con la salsa di soia: il risultato somigliava a una frittatina, ma due bocconi e mi aveva stomacata. Quindi per me se c'è un "satana", quello è il tofu
Con il seitan già va meglio, ma nemmeno troppo: lo trovo perfetto quando ne si fa un buon ragù, delle polpette (fritte o al sugo) o delle lasagne alla bolognese, per il resto prendere la fettina, metterla in padella e cuocerla, non è proprio da me: mi sembra di mangiare compensato.

Ma non basatevi sulla mia personale e drammatica esperienza: magari a voi il tofu farà uscire di testa e il seitan diverrà il vostro migliore amico, chi può dirlo! Era giusto per dirvi che anche se ora ne andrò a parlare, io preferisco non farne uso eccessivo o non farne uso affatto...

Ma parliamone un po': cosa diavolo (visto che siamo in tema) è il seitan
Il seitan, il cui nome significa "pieno di proteine", non è un alimento a base di soia - come molti credono - ma a base di glutine di grano tenero (è il più usato ma si possono impiegare altri cereali, come il kamut). L'unica comparsata che fa la soia nella sua preparazione è in forma di salsa, per insaporirlo. E' un po' come se la "palla" di prodotto lavorato venisse poi cotta e marinata nella suddetta. 
Questo surrogato veg* è, come da nome, ricco di proteine proprio come la carne - ed è per questo che viene consumato spesso dai vegan - ma privo dei grassi saturi che in essa sono contenuti. Alla piastra o al naturale, è del tutto insapore, ragion per cui il segreto sta nel prepararlo in modo appropriato: prende il sapore della roba con cui lo cucinate! Il consiglio che do sempre è di trattarlo come la carne e farci quello che facevate con quella! Potresti restare piacevolmente sorpresi ;)

Il tofu, invece, anche lui di origine asiatica, è una sorta di formaggio (io lo paragono sempre al primosale per consistenza) ed è ottenuto dalla soia. E' bianco-grigiastro, non si scioglie se lo mettete sulla pizza, ma anche lui ha un apporto proteico elevato (come tutto ciò che è ricavato dalla soia), quindi indicato per chi non è più avvezzo al consumo di carne. Lo potete trovare sia nella sua versione naturale che in quella affumicata o alle erbe.
Come poc'anzi dicevo, il tofu non si scioglie. Quindi scordate di poterci fare la pizza, di metterlo dentro le crocchette per farlo filare, o di crearci delle simil "Giravoltine Invernizzi". Il tofu lo si può grigliare, lo si può aggiungere a piatti freddi o caldi a tocchetti, lo si può mischiare a preparati per involtini di sfoglia, fagottini e così via, ma non si fonderà mai :D 

Entrambi i cibi sono comunque molto versatili, se, come nel mio caso, il loro sapore naturale vi fa schifo, non disperate, potrete sempre tagliarli, sminuzzarli, tritarli e impastarli con ciò che più vi piace

Ah, devo ancora rispondere alla domanda-chiave: dove si comprano? 
Innanzitutto, sia seitan che tofu, se il vostro supermercato (meglio se uno di quelli grandi) li ha, dovrete cercarli nel banco frigo, vicino ai prodotti di Giovanni Rana e Buitoni.
Per quanto concerne il tofu, è di reperibilità leggermente più facile. Dato che, ahimé, lo produce anche Valsoia, potete senza difficoltà trovarlo in molti supermercati, per esempio qua al nord lo hanno sia il Gigante, che l'Iper, che l'Esselunga. Le marche che, appunto, lo distribuiscono sono Valsoia, Sojasun e Natura Nuova Bio. Se ne dovessi consigliare una, sceglierei sicuramente quest'ultima, la quale ha una vasta gamma di prodotti veg* tra cui anche il seitan, sia alla piastra che al naturale, che poi è quello che compro di solito quando ne ho necessità, in quanto costa poco ma raggiunge una qualità piuttosto buona

Nel caso in cui i vostri supermercati "normali" non disponessero di nessuna delle due cose, potrete fare un salto al NaturaSì, che è un po' il punto di riferimento per i prodotti eco-bio, vegetariani e vegani in Italia, e là sicuramente avrete l'imbarazzo della scelta. NaturaSì infatti ha diversi tipi di seitan e tofu, sia allo stato "brado" che già trasformati in cotolette, bastoncini o spezzatini. L'unico neo è il costo, sicuramente più elevato rispetto a quello del supermercato.
Se poi volete proprio cimentarvi e non vi fidate di comprarlo già pronto, ci sono dei pratici preparati in polvere da cui potete ottenere la vostra palla di seitan personale!

Il consiglio che quindi vi do è, per non buttar via inutilmente i soldi, di provare a cercare seitan e tofu al supermercato, possibilmente di Nuova Natura Bio, poi se vi aggraderanno potrete scegliere di passare alla versione del NaturaSì.
Sperando di aver soddisfatto le vostre curiosità, vi lascio i link ai produttori di cui vi ho appena parlato, così potrete informarvi e tirare personalmente le vostre fila!

Alla prossima!

Tofu by Valsoia / Tofu by Sojasun / Tofu by Natura Nuova Bio

giovedì 5 luglio 2012

L'angolo delle proprietà - Cocco

Già vi vedo, giovincelle e giovincelli di ogni età, a trastullarvi su bianche spiagge tropicali con occhiali da sole e crema spalmata un po' ovunque, mentre lo stringete tra le mani - con cannuccia fucsia che spunta dalla sua cavità a coppetta - e ne bevete avidamente il fresco contenuto sotto le palme... 
Oppure, potrei immaginarvi sempre sparsi di crema e con occhiali inforcati, ma sulle spiagge un po' meno bianche di qualche parte recondita del riminese mentre passa l'omino che grida "coccobbelloooo!", ahah. 
Insomma, il soggetto di questo nuovo appuntamento per "L'angolo delle proprietà" sarà lei, l'inimitabile, unica e ineguagliabile cocos nucifera, per gli amici cocco.

Questo simpatico frutto dall'aspetto ispido è uno degli "irrinunciabili" dell'estate, un po' come la fragola, l'ananas e l'anguria. Che estate sarebbe senza cocco? Vi dirò il vero (e non deridetemi!), essendo stata affetta da inerzia che mi ha portata a seguire tutta la passata edizione de L'Isola dei Famosi, c'è stato un periodo in cui ne sono diventata ossessionata, a forza di vedere i protagonisti del suddetto reality mangiarne a quintalate...
Spicchio dopo spicchio mi sono così fatta un giro sul web per vedere se oltre a essere buono da mangiare e utile da spalmarsi, avesse anche qualche altra virtù... e come sempre Madre Natura non mi ha delusa! 

Il cocco, che è il frutto delle classiche palme che noi tutti conosciamo, viene coltivato essenzialmente un po' in tutti i paesi tropicali ed è davvero alla stregua di un coltellino svizzero: lo possiamo mangiare, lo possiamo bere, e, che sia su pelle o capelli, ce lo possiamo spalmare. E' profumatissimo, è buonissimo e no, non sarà levissimo, ma sicuramente freschissimo si, per questo ci piace così tanto! 

Cerchiamo di conoscere meglio quali benefici derivano dalla sua assunzione...

Per quanto riguarda vitamine e proprietà, il cocco contiene una discreta quantità di fibre (che non fanno mai male al nostro intestino), una varietà piuttosto assortita di sali minerali e una presenza corposa di vitamina C e E
Tra i minerali di spicco, come nella fragola, compaiono il potassio e il magnesio, che d'estate giocano un ruolo fondamentale per il mantenimento dell'organismo in presenza del caldo pressante: questo fa del cocco un ottimo alleato per reintegrare i sali perduti e rigenerarci (non a caso è un frutto tropicale, ci è abituato!), soprattutto se svolgiamo attività fisica. 
Per quanto riguarda le vitamine, invece, la vitamina C la fa da padrona e, nonostante l'estate non sia il periodo più gettonato per beccarsi malanni, è sempre meglio rinforzare le proprie difese immunitarie con questa utilissima vitamina! Non è poi mistero che il cocco sia un toccasana per la pelle: che sia crema, latte o olio, ovunque passi ammorbidisce, nutre e protegge meglio di qualsiasi robaccia chimica tentino di venderci in farmacia o al supermercato, proprio grazie alla vitamina E che racchiude. 
Menzione a parte merita il latte di cui il nostro frutto è provvisto: è gustoso, certo, ma oltre a questo pare faccia molto bene alle ossa e, non contenendo lattosio, è anche particolarmente tollerato.

Insomma, si fa presto a capire che in realtà, d'estate, non è poi necessario spendere soldi in integratori artificiali da assumere tot volte al dì: la nostra terra ci da' tutto il necessario per affrontare qualsiasi tipo di stagione e avversità e io, personalmente, preferisco sempre rifornirmi al reparto frutta piuttosto che dal medico! :) 
Mi raccomando però, tenete bene a mente una cosa: non mangiate troppo cocco se volete superare la prova costume! E' infatti indicato per lo più a chi vuole prenderlo, il peso, non perderlo! Essendo piuttosto sostanzioso e calorico non è proprio l'ideale per perseguire tale obiettivo, in compenso è ottimo per sostentarsi in mancanza di altri alimenti

Vuoi vedere che è per questo che i naufraghi de L'Isola dei Famosi ne facevano tutto quell'uso? Mhhh...

Alla prossima!

martedì 3 luglio 2012

Vegetariani & Vegani: trova le 7 differenze

Molte persone "non addette ai lavori" confondono erroneamente i vegani con i vegetariani e viceversa.
In effetti, con tutte le nuove tendenze alimentari che si sono diffuse negli ultimi anni non è per tutti facile stare al passo con gli aggiornamenti e può capitare di perdersi qualcosa!

C'è chi pensa siano gli abitanti della stella Vega (come i vegetariani dovrebbero esserlo del pianeta Vegeta ahah), chi invece crede siano i seguaci di Suzanne Vega e del suo "My name is Luka".
Invece no: i vegan sono una branca più estrema di vegetariani, qualcosa assimilabile ai nostri cugini, diciamo. Se dovessi stilare una classifica per farvi capire dove sono collocati i vegani, credo che avrebbe questo ordine:

onnivori > vegetariani > vegani > crudisti > fruttariani 

La posizione è a mio parere mediana, nel senso che pur ritenendo il veganismo una scelta molto "in là", giudico crudisti e fruttariani largamente più "estremi" (e degni di gran stima!). Il veganismo è uno stile di vita non facile, ma sicuramente fattibile, che sia per periodi brevi, lunghi o eterni

Cosa differenzia un vegano da un vegetariano? Ecco i punti salienti:
  • il vegetariano consuma latte e derivati, miele e uova; il vegano nessuna di queste cose, perciò nemmeno nulla che li contenga, come formaggi, dolci nel cui impasto si trovino uova o burro, cereali o cosmesi che includano miele e via dicendo;
  • il vegetariano non indossa pelle, né seta, tuttavia non disdegna la lana; il vegano, considerando la pratica della tosatura una violazione della volontà dell'animale e dell'animale stesso, rinuncia a questo tessuto, preferendo alternative che non ne implichino l'utilizzo.
Questi due punti racchiudono il fulcro del veganismo, anche se ovviamente la questione si apre su fronti maggiori e coinvolge diversi aspetti della vita di chi decide di perseguire questa strada. Ho frequentato a sufficienza vegani per potervi illustrare tutte le ragioni che si celano dietro le loro ideologie e scelte, ma il post diventerebbe troppo lungo e serio e all'alba elle 23.32 non avrei comunque la forza di spiegarlo :) Qualora esigeste impellenti delucidazioni potete scriverlo nei commenti, altrimenti c'è Google :D

Tornando a noi, la differenza principale tra le due correnti di pensiero trova sbocco nelle conseguenze del proprio regime alimentare e, a monte, nell'attenzione maggiore che i vegani devono prestare a ciò che mangiano e in quali quantità
La critica che principalmente viene rivolta ai vegan è quella di una dieta non perfettamente bilanciata, che li porterà in breve tempo ad accusare carenze vitaminiche importanti, come quella riguardante in particolare la vitamina B12
Le vitamine del gruppo B sono quelle di derivazione animale che, se i vegetariani riescono a racimolare grazie a latte e uova, vengono quasi totalmente a mancare invece nella dieta vegan. Un sostanzioso aiuto per ovviare a questo possibile problema - senza scomodare dottori e farmacie - è dato in primis dai cereali fortificati con ferro e vitamine (tra cui quelle del gruppo B), e in secondo luogo dalle bevande alla soia come quelle della linea Alpro che sono ricche di calcio e di B12. In questo modo la razione giornaliera di B12 è assicurata e ogni pericolo scongiurato :) 
Ho scoperto da poco che un ulteriore aiuto a chi necessita di B12 arriva dal succo d'aloe. Gli dedicherò presto un post, perché l'aloe è una pianta dalle mille virtù, una migliore dell'altra, e varrà davvero la pena farne la conoscenza. 

Al pari dei vegetariani, ma con un occhio leggermente più vigile, i vegani devono scrupolosamente consumare almeno 2/3 volte a settimana legumi, meglio se essiccati o surgelati, per guadagnare un sufficiente apporto di proteine. Quelli in scatola già lessati, essendo stati precedentemente cotti, risultano privi di gran parte delle loro proprietà, che invece rimangono intatte nelle due forme di cui sopra che sono perciò preferibili. 

La dritta :: Un modo diverso dal solito per assumere proteine dai legumi e al contempo creare piatti sfiziosi è quello della farfrittata, ossia una frittata che anziché prevedere l'utilizzo di uova, impiega la farina di ceci mischiata a un pizzico di sale e, naturalmente, acqua. Sbattendola creerà una pastella simile a quella delle uova, la quale, una volta versata in padella, si trasformerà in un'ottima simil-frittata ricca di proteine! Potete aggiungere a piacere quello che desiderate al suo interno, come zucchine, cipolle, carote e così via. E' un modo originale e ottimo per unire l'utile al dilettevole. Non temete, la farina di ceci non è così impopolare e la si trova facilmente al supermercato o nei negozi bio

Altre fonti di proteine di cui i vegan fanno largo uso sono i famosi seitan e tofu, per non parlare del lievito di birra in scaglie, anche chiamato "parmigiano vegano", che viene gioiosamente mischiato a scaglie di mandorle e chiamato a condire piatti di pasta di qualsiasi genere. Loro dicono essere una prelibatezza, io non l'ho mai provato, ma se penso all'odore del lievito di birra non so cosa ci sia di godurioso... aiutatemi a capire :/
Ah, se vedete vegan ubriachi non scandalizzatevi! Scherzo! E' che la birra è infatti un'altra ottima fonte di B12 :D

Insomma, la scelta vegan implica sicuramente dei sacrifici maggiori rispetto a quella vegetariana, ma non è impossibile. Certo, se penso a quanta fatica si fa anche solo essendo vegetariani per mangiare fuori - ma anche in casa se non si dispone di moltissimo tempo - non oso pensare agli ostacoli che incontrano i nostri cugini. Stimo molto chi sceglie di percorrere questa strada, ma per diversi motivi personali non penso riuscirei mai. Quindi che dire gente, il destino è nelle vostre mani :D

Spero di aver gettato un po' di luce sulle differenze fra vegetariani e vegani! 
Se qualche vegano vorrà condividere la sua esperienza su questo blog, sarà il benvenuto :)

ps: non ho mai conosciuto un fruttariano, ma se ne esiste qualcuno, vi prego portatemelo! 

lunedì 2 luglio 2012

Sei vegetariano? FAQ! - Le 10 domande più ricorrenti

Avete presente quelle conversazioni durante la cena/pranzo di Natale, in cui i parenti vi tormentano con domande quali "ma quando ti laurei?", "hai trovato il lavoro?", "quando ti sposi?", o se siete sposati "allora, quando ce lo fate un bel nipotino?" e così via? Ecco, pensate a come ognuno dei vostri pranzi o cene, per lo meno con gente che non siano i vostri famigliari/amici stretti/parenti, sarà per sempre così, quando siete vegetariani. Non solo pranzi e cene, attenzione, ma anche aperitivi, incontri fugaci, conversazioni fra colleghi etc. Insomma, un incubo senza fine, un eterno ritorno alla Nietzsche.
MA, c'è un ma! Se arriverete ben preparati, potrete scivolare con eleganza su ognuna delle domande poste, tenendo a mente alcune risposte preconfezionate efficaci e sicuramente chiarificatrici!
Del resto non devo lamentarmi tanto, effettivamente anche io prima di diventare vegetariana ho stracciato i ... a diversi esponenti mangia-insalata, quindi è una sorta di nonnismo involontario!
Veniamo quindi alla...


TOP 10 delle Veggie FAQ 

1. Quindi non mangi carne... ma il prosciutto lo mangi?
A meno che il prosciutto non sia annoverato fra l'oggettistica di antiquariato, la risposta è NO, è carne!

2. Non mangi carne... ma il pesce si, no?
A meno che il pesce non venga considerato come un arredamento da bagno, la risposta è NO. Ci sono parecchi sedicenti vegetariani che in realtà mangiano pesce: ebbene, essi non sono vegetariani! Diciamo che non mangiano carne da allevamento "terreno", ma non sono vegetariani.

3. Non mangi né carne, né pesce, quindi mangi insalate? 
Certo, noi vegetariani ci nutriamo solo di insalate, è per questo che siamo stati scritturati per dare vita allo spin off della celebre serie zombie "The Walking Dead". Ovviamente noi siamo gli zombie.

4. Sei vegetariano/a, mangi cose tipo seitan, tofu, quella roba là? 
I vegetariani, se attenti a bilanciare bene la propria dieta, non necessitano realmente di seitan o tofu, a meno che non spasimino per il coinvolgente gusto dell'una o dell'altra cosa. Possono essere alternative sfiziose se cucinate a dovere, ma non sono di vitale importanza.

5. Non ti vergogni? Che ipocrita, anche le carote soffrono!
E' vero, sicuramente anche le carote soffrono. Sono esseri viventi anche loro del resto, vivono ma in modo più silenzioso. Tuttavia non sono animali: dal greco "anemos", letteralmente "vento", diventato poi il soffio della vita. Anche la scienza distingue "zoologia" da "botanica", e se lo fa c'è un motivo. Fosse per me non mangerei nemmeno vegetali, ma purtroppo devo vivere, e cerco di causare il male minore. Il fatto che una carota non abbia un sistema nervoso che le faccia sentire la paura e l'angoscia della morte imminente, mi fa pensare che sia più giusto optare per lei anziché per un agnellino appena nato. Spero che un giorno le carote si animino e mi mangino a partire dalle budella. Allora saremo pari e sarò felice!

6. Ma quindi non mangi nemmeno il formaggio?
Non comprendo mai il senso di questa domanda (se posta a un dichiarato vegetariano), evidentemente non si conosce bene la differenza fra un vegetariano e un vegano. Chi sceglie il veganismo si priva di latte, formaggio e uova, i vegetariani escludono dalla propria dieta (almeno teoricamente) solo carne e pesce, includendo i latticini (e le uova). Una cosa che però non tutti sanno è che non tutti i formaggi sono vegetariani: quelli DOP, come il Grana Padano o il Parmigiano Reggiano, hanno caglio animale (budella di agnelli o pecore). Esistono comunque in commercio diverse alternative bio a caglio vegetale.

7. Non mangi carne, ma indossi capi in pelle, incoerente!
Alcuni vegetariani, inconsapevolmente, cadono in questo errore. Parlo per esperienza personale e vi dico che si può vivere benissimo con l'ecopelle e le alternative sintetiche che vendute praticamente ovunque (e pure meno costose). I capi in pelle che precedono la scelta veg sono controversi: io li ho tenuti per non creare spreco su spreco, come me molti altri. I più estremisti invece buttano tutto, sono scelte. Oltre la pelle, la seta è proibita. La lana invece viene rinnegata solo dai vegan.

8. Assumi vitamine? 
Non sono necessarie, la dieta vegetariana è ben bilanciata di suo, poiché conta proteine derivanti da latticini e uova. Le proteine sono poi presenti in gran quantità anche nei legumi, mentre per le vitamine Madre Natura ci offre una vasta scelta di alimenti da cui poterle ricavare. 

9. E' impossibile vivere senza carne, è contro natura. 
Per quel che mi concerne, ogni cosa di cui si dimostra la possibilità - soprattutto se a lungo termine - dimostra l'impossibilità del suo contrario. Esistono da generazioni e generazioni vegetariani di ogni razza, sesso ed età, e godono tutti di ottima salute (anzi, si ammalano perfino meno!). Perciò nulla è contro natura, l'unica cosa che trovo sia contro natura è nutrire spesso pregiudizi troppo forti da falsare la realtà stessa.  

10. Come fai a vivere senza carne? Io impazzirei.
Io impazzirei se non potessi vivere di dolci, come la mettiamo? Faccio la stessa domanda ai diabetici, eppure anche loro vivono... che dire, c'è chi soffre e chi no, io non ho mai sofferto per il distacco dal gusto della carne, ma molti non soffrirebbero senza cioccolato, IO SI! Tutto è soggettivo, "vivi e lascia vivere" penso sia la migliore filosofia di sempre... eheh. 

10 domande, 10 realtà effettive, un destino ineluttabile, un ciclo che non si spezzerà mai finché avrete respiro, soprattutto per la domanda sulle carote. 
E dire che io le carote le amo tanto! Vivrò attendendo il giorno in cui reclameranno vendetta armate di katana, come La Sposa delle tarantiniane memorie... 

domenica 1 luglio 2012

L'angolo delle proprietà - Fragole

Visto che ormai ci siamo ci siamo gettati nel vivo dell'estate, mi piacerebbe inaugurare questa rubrica di approfondimento sulle proprietà più o meno note dei cibi "verdi", parlando di un frutto-must dell'estate, ovvero la fragola.

Il gusto fragola è un po' il principe dei gusti: che si tratti di alimenti, di cosmetici o di deodoranti per la macchina lui c'è sempre (mh, forse può giocarsela alla pari con la menta, o il limone, ma non ne sono certa). Ad esempio: decidono di riempire due biscotti fatti di crusca con una crema? Sarà sicuramente alla fragola; il gelato più goloso, che ogni pargolo desidera? Alla fragola. Il nuovo detersivo per i piatti potenziato per sgrassare anche le croste più ostiche? Alla fragola. Non parliamo poi di rossetti, creme corpo e gel doccia, là è pura apoteosi.

Ma quanto ne sappiamo veramente su questa fragola? Vediamo un po'...

Sicuramente profumato e goloso, questo frutto - che poi frutto non è - non è solo il sollazzo di fantasie che lo accompagnano a champagne o panna, ma un'autentica miniera di risorse per il nostro organismo. Ho detto che non è un frutto perché, signori miei, il vero frutto sono quegli odiosi semini che si incastrano tra denti e gengive. La parte polposa e rossa che piace tanto a noi non è altro che un rigonfiamento su cui si innestano gli organi del fiore della pianta, ed è per questo che si parla di falso frutto.

Parlando di proprietà, la fragola ne racchiude diverse.
Quante volte i dottori, le mamme e le nonne ci dicono di mangiare arance per ottenere un buon apporto di vitamina C? Parecchie. Quante volte invece ci viene raccomandato di fare incetta di fragole per lo stesso motivo? Direi mai :) Le fragole, a dispetto della credenza "belle ma stupide", contengono un elevato contenuto di vitamina C, pari, se non superiore, a quello delle più famose arance. Il bello, a parer mio, è che sono sicuramente meno difficoltose da maneggiare e più sfiziose da gustare, visto che sono piccole, carine e te le puoi mettere in una ciotolina mentre stai guardando un film sul divano! Il brutto è che d'inverno non crescono, a meno che non optiate per quelle di serra, che sconsiglio sempre poiché le proprietà vengono sfalsate e il gusto è abbastanza insipido.

Oltre alla vitamina C, le fragole sono ricche di potassio, un minerale piuttosto prezioso soprattutto d'estate, visti i cali a cui siamo soggetti a causa del caldo. Sono poi antiossidanti - quindi fanno benissimo alla pelle e alle rughe -, rigeneratrici e altamente depurative / disintossicanti. Ed è questo uno dei motivi per cui forse il dottore non ci dice di prendere da loro la vitamina C, preferendo le arance, o almeno così suppongo!
L'azione depurativa che avviene nel nostro organismo ad opera di questi (falsi) frutti è infatti talmente "radicale" e potente (ovviamente se assunti in quantità generose e con una notevole frequenza) che potrebbe creare qualche piccolo rigetto da parte del vostro corpo. Un po' come quando per sconfiggere i brufoli si cerca di sgrassare troppo la pelle e si ottiene la reazione opposta.
Ricorrenti sono perciò reazioni allergiche cutanee, ma anche eventuali disturbi allo stomaco, in presenza dei quali le fragole - che sono essenzialmente un cibo acido - vengono sconsigliate. A me personalmente provocano anche puntuali afte in bocca, ma questa è un'altra storia...

Bene, possiamo concludere dando decisamente un bel 10 alle nostre amiche fragole, che ci terranno compagnia ancora per qualche mese, allietando con la loro freschezza le nostre giornate torride. Una bella forchettata di vitamina C, E e potassio, non ce la toglierà nessuno, se poi ci mettiamo anche una bella palla di gelato su direi che abbiamo fatto bingo :)

Alla prossima!

Vivere all'estero: la pacchia dell'essere veg

Nell'anno che ho trascorso a Londra ho rivoluzionato molte mie abitudini e mi sono dovuta adattare a situazioni differenti, sia per l'igiene personale (non tutti i prodotti che uso in Italia sono reperibili all'estero), sia per stile di vita, sia per quanto ovviamente concerneva l'alimentazione. Racconterò qua quello che di nuovo, ma soprattutto di diverso, ho provato sulla mia lingua nella capitale inglese, anche per rispondere a tutte quelle persone che mi chiedono la differenza e, in generale, per far capire quanto difficile sia nutrirsi fuori dalla propria cucina nel nostro Bel Paese.

tipica colazione inglese... ehm
E' ben risaputo come la cucina inglese non sia delle più rinomate e che anzi sia un pastrocchio di sapori e ingredienti che, assemblati nel finale, danno vita a risultati identici a pastoni riversati su un piatto. Sono anni che mi chiedo come sia possibile che Gordon Ramsay, che è scozzese, possa essere uno degli chef più blasonati al mondo con alle spalle un background socio-culinario simile, ma tant'è. A parte ciò, è altrettanto tempo che mi chiedo cosa ci sia di tipico nella cucina inglese se quando vai al supermercato tutto quello che trovi - a parte pancakes e altre robacce da brufoli in faccia (vogliamo parlare dei pop corn zuccherati?) - ti imbatti soltanto in pizza, pasta, condimenti italiani, piatti francesi, cucina indiana, messicana, giapponese e perfino nell'insalata greca. Un mistero degno di Raz Degan.

Interrogativi a parte, devo riscontrare che la cosa che probabilmente ora che sono tornata in Italia mi manca di più dell'Inghilterra (e più in generale dell'estero, visto che sono stata anche in altre paesi e la facilità era la stessa) è proprio il cibo. Voi mi direte "ma che sei pazza?". E invece no, ora mi spiego.

Ho notato come gli italiani facciano tanto gli svelti a promuovere la famosa "dieta mediterranea" senza però perseguirne i principi cardine. La dieta mediterranea si basa soprattutto su frutta e verdura, dato che il clima del nostro Paese favorisce il consumo di questi alimenti. A questa caratteristica meravigliosa aggiungiamo poi il tipico vanto nostrano quando si parla di cibo: gli italiani sono i migliori (ed è vero). Allora mi chiedo: com'è possibile che quando si entra in un ristorante, in un bar, in un supermercato non ci sia NULLA, e con nulla intendo davvero nulla, che non includa affettati, pesce o carne vera e propria? Mi sembra piuttosto bizzarro. Mi sembra bizzarro che per mangiare debba ogni tanto recarmi in posti che mi propinano hamburger di finta carne o iperelaborati tortini di verdure preparati ad hoc, quando invece basterebbe avere fantasia (che suppongo sia un requisito basilare per uno chef) e creare "difficilissimi" piatti quali verdure gratinate, pomodori ripieni o anche un banale panino fontina, maionese, insalata e cipolla (ok forse la cipolla no, ma a me piace). Mi sembra bizzarro che gli italiani che si fregiano tanto di essere i migliori cuochi del mondo non riescano a concepire qualcosa di diverso da un peperone e una melanzana grigliate - che come abbinamento ha anche un po' rotto le orchiedee -, da un'insalata (in cui immancabilmente c'è del tonno) o da piattoni di formaggi "light" quali taleggio e brie. Ma suona strano solo a me?

l'opzione veg del McDonald
Al contrario quando vivevo a Londra tutto era in discesa.
In qualsiasi fast food c'era l'opzione "veggie", e dalla cucina messicana al Burger King, passando per il ristorante giapponese ai vari Starbucks, Pret a Manger et similia, io riuscivo a mangiare alla grande, ma soprattutto tutte cose altamente gustose e non pezzi di compensato. Vorrei aprire una parentesi sui vari McDonald's e Burger King: a Londra, data la numerosa presenza di indiani, il veggie menu era costituito da un panino contenente una cotoletta di fagioli bianchi solitamente "spicy", che era buona ma sicuramente calorica e pesantuccia. Quando sono stata in Irlanda, perfino nella cittadina minuscola di Cork, il veggie menu prevedeva invece una sorta di Big Mac privato dell'hamburger, ma ancora avente la divisione a tre piani in cui campeggiavano le controverse sottilette, tanta insalata, il cetriolino e le salsine. Nessun alimento "diverso" da ordinare, per loro. Quindi mi chiedo: perché non riproporre la stessa cosa anche qua? Non ci sarebbe perdita economica in quanto sarebbero tutti ingredienti già in possesso del fast food e in più sarebbe un menu "pulisci-coscienza", dato che sarebbe solo pane e insalata. Sono sempre più convinta che in Italia viga una tacita regola per cui "se scegli di diventare vegetariano allora devi mangiare male per punizione"... Ma torniamo a Londra.

i bastoncini di verdure
Parliamo dei supermercati: sia Tesco che Sainsbury's, soprattutto quelli abnormi, erano attrezzatissimi di prodotti sia congelati che da banco frigo riuniti nella sezione "vegetarian" in cui tu, piccolo vegetariano insulso, avevi l'imbarazzo della scelta.
La vera stella del vegetarismo inglese, oltre ai prodotti delle private labels dei supermerkat, si chiama Quorn, ed è una linea di prodotti vegetariani (non vegan) molto diffusa anche in altre parti d'Europa, la più vicina a noi è la Svizzera.
il maggico Quorn
Vorrei dedicare un capitolo a parte al Quorn, in quanto molti colleghi verdi ne conoscono l'esistenza, ma in pochi sanno davvero cos'è e di cosa sa. Io posso solo dirvi che è ottimo, gustoso e mi cavava via l'impiccio di dover cucinare a lungo. Ne esistono poi diverse varietà, dalle salsicce alle cotolette, dalle polpette all'arrosto, ce n'è davvero per tutti i gusti e gli inglesi, anche quelli non vegetariani, ne fanno largo uso perché ha un basso apporto di colesterolo, mentre è alto quello proteico. 

Holland & Barrett
Del tutto sconosciuti sono invece seitan e tofu (tofu leggermente più popolare del seitan, che in inglese suona come "Satana" e quando lo pronunciavo mi guardavano tutti male), mentre il corrispettivo dei nostri NaturaSi si chiama Holland & Barrett, il quale, con distribuzione molto più capillare che da noi, offre una vastità di prodotti veg* ed ecobio tale da non scontentare nessuno. Là ho trovato diverse volte affettati chicken/beef/ham style, un po' sciapi ma per comporre un toast sicuramente molto utili, mentre per la cosmesi ho visto spesso i costosissimi prodotti Lavera che usavo anche in Italia.

Quindi si, alla luce di tutto questo potrete facilmente capire come mi manchi il modo in cui mi cibavo in Inghilterra. Vi giuro che non riesco a capire come mai in Italia non si importino cose come il Quorn mentre siamo condannati ai prodotti Valsoia, che posso assicurarvi non potrebbero gareggiare con le alternative estere nemmeno impegnandosi. Forse la mia teoria sulla condanna non va così lontano dalla verità, ahah. Ma spero sempre le cose cambino per noi... in meglio!

La cosa che invece mi è mancata di più della nostra cucina? Ma che domande, la pizza!

Alla prossima!