domenica 16 settembre 2012

L'angolo delle proprietà - Uva

Lo diceva anche la filastrocca quando eravamo piccoli: "settembre la vendemmia, ottobre con la nebbia",  etc etc. Poco ce ne cale al momento della nebbia di ottobre (che tanto visti i cambiamenti climatici ci scorderemo sicuramente), ma stiamo entrando ormai nel periodo autunnale, il quale, come ben sapete, si veste di colori caldi, tanto vivaci quanto nostalgici. E questo avviene anche nei nostri frigoriferi, e perfino nei supermercati, che stanno virando a una gamma di tonalità che oscillano tra il nero/viola/rosaceo e il verde acido/giallo. Indovinate un po' chi è la portatrice di questo cambiamento cromatico? Ma lei, ovviamente, l'uva
L'uva non ha solo un valore di tutto rispetto dal punto di vista alimentare, ma riveste una certa importanza anche da quello storico e culturale. E' stata per lungo tempo una pianta venerata e celebrata nell'antichità: la faceva da padrona durante i riti ed era sacra al dio Dioniso/Bacco. Questo la rendeva una vera e propria star, soprattutto per il prezioso liquido che poteva derivare dalla spremitura dei suoi acini: il vino. Andiamo con ordine!
L'uva, che è il frutto della vite (vitis vinifera), è distinta principalmente in due tronconi: le uve nere (o rosate) e quelle bianche, da cui poi, naturalmente, derivano anche i due tipi di vino che tutti conosciamo. Ce ne sono di tante varietà, tra le più "particolari" troviamo l'uva fragola, che porta con sé un delizioso alone di sottobosco, e l'uva passa, che ci giunge da quelle uve senza semi (e quindi meno odiose da mangiare) adatte al processo dell'essiccazione. 

Composta in gran prevalenza da acqua, quello che non è acqua è zucchero (glucosio), ed è per questo che come frutto viene sconsigliato sia a chi soffre di diabete, sia a chi ha problemi di peso, che si parli di vera e propria obesità o semplicemente del controllo di qualche chilo di troppo. Nonostante la presenza zuccherina, l'uva rimane un frutto prettamente ipocalorico e, se da una parte questo zucchero può ledere la forma di chi è a dieta, dall'altra risulta un ottimo carburante per il cervello (in particolare per i bambini e gli anziani). 
Per quanto concerne le vitamine, l'uva racchiude nei suoi acini vitamina A, B e perfino C, nonché una consistente presenza di polifenoli, potassio e fosforo
Altre utilità del nostro frutto settembrino sono la sua funzione detossinante e fluidificante del sangue, ragion per cui è famosa la leggenda secondo la quale un buon bicchiere di vino (preferibilmente rosso) al dì faccia bene al cuore :) 
Pare inoltre che l'uva possa essere d'aiuto nella lotta al colesterolo cattivo e perfino al cancro. Insomma, un piccolo fenomeno! 

Interessante la versatilità di questo frutto in cucina e, in generale, in tavola: grazie alla spremitura e alla fermentazione è possibile ottenerne vino; sotto forma di uvetta è invece largamente utilizzato per produrre dolci e varietà di pane; si possono infine ottenere dall'uva diversi tipi di quel che si definisce mosto, che viene utilizzato soprattutto nel centro-sud Italia per la preparazione di dolci e guarnizioni

Alla prossima!

giovedì 13 settembre 2012

Burro, margarina: tra i due litiganti il terzo gode (l'olio)

Benritrovati/e!
Ormai l'estate ci sta (finalmente) abbandonando: stiamo lentamente tornando ai climi più freschi e presto ci troveremo tra le nebbie di ottobre/novembre a pasteggiare a suon di zucca e zuppe di legumi. Ci siamo lasciati quindi alle spalle da un po' l'agognata prova costume, ma che l'abbiate superata o meno, questo non vi autorizza a rimpinzarvi come tortelloni in attesa del brodo, anzi, dovete continuare a prendervi cura della vostra alimentazione! 
Limitare i grassi saturi, soprattutto se di origine animale, è sempre cosa buona e giusta, anche se non siete vegetariani o vegani, perciò oggi vi pongo sul piatto una questione vecchia come il cucco: in cucina vince il burro o la margarina?

Io non sono vegana, ma per esempio non bevo il latte di mucca e cerco di limitare al più il consumo di burro. Il motivo è semplice: mi provocano malessere fisico (e qua qualche amico vegano avrebbe da dirmi perché). Mi illudevo allora che consumare margarina fosse la soluzione a tutti i miei mali. Non che ne abbia mai consumata in realtà, ho provato solo un paio di volte... ma la mia carriera è stata stroncata sul nascere.

Sono andata a informarmi, scartabellando su internet, e ho appurato che, in effetti, se dovessimo mettere su un ring il burro e la margarina, il vincitore del match sarebbe il primo. Perché
Le pubblicità del resto ci ventilano come scelta leggera, priva di colesterolo e di grassi saturi la margarina, a dispetto del burro che invece è piuttosto impegnativo. Ma ragazzi/e, non sono certo io a dovervi ragguagliare sul fatto che dietro a colorati packaging e persuasive campagne pubblicitarie non si celano le Grandi Verità del mondo, bensì colossali balle che hanno il solo scopo di farvi mettere mano al portafogli e farvi sganciare la grana anche per la roba più inutile o dannosa esistente. E potete fidarvi di me: faccio la pubblicitaria. 

Dunque, il burro è preferibile alla margarina per diversi motivi, a quanto pare. Ovviamente, e sottolineo ovviamente, è preferibile sempre tenendo presente di non prendere un cucchiaio da minestra e aggiungercelo anche sui cereali della colazione. 
Il burro ha sì grassi saturi, ma se appunto se ne limitano le dosi, sono inferiori a quelli contenuti nella margarina. La margarina in natura non esiste, deriva semplicemente da un mix piuttosto opinabile fra oli vegetali e grassi animali. Si, avete capito bene. Se per caso siete vegani ed eravate convinti che la margarina fosse una buona alternativa, vi sbagliavate. Anzi, vi dirò di più, non solo la margarina consta in questo miscuglio poco salutare, ma gli oli vegetali, per natura liquidi, devono essere resi solidi e per ottenere questo occorre che vengano idrogenati.

Nemmeno sul fronte delle calorie ce la si passa meglio: se pensate infatti che la margarina sia più leggera del burro, anche qua state facendo flop. L'apporto calorico è praticamente identico a quello del burro, perciò è meglio lasciar perdere. Anche perché, se proprio vogliamo dirla tutta, la margarina non solo ha tutti i grassi che ha il burro, non solo ha le stesse calorie, ma anzi è pure fatta con oli scadenti, che non sono certo quelli di prima qualità che scegliamo come condimento per le nostre insalate. 

Insomma, ma sta margarina che caspita l'hanno inventata a fare? 
Beh un qualche vantaggio ce l'ha, ma è circoscritto a chi ha problemi di colesterolo elevato. La margarina avrebbe da questo punto di vista la meglio sul burro, poiché è preferibile al burro anche nel caso in cui quest'ultimo venga consumato in dosi limitate. 

Ma in barba al burro e alla margarina, sapete che vi dico? L'olio batte tutti. Certo, non deve essere un olio di quarta categoria, ma un olio di qualità decente. In virtù dell'olio noi Paesi mediterranei - Italia, Spagna e Grecia - siamo più evoluti del resto dell'Occidente dal punto di vista della cucina e della salute, anche se poi da quello economico ce la passiamo male e siamo i più paleolitici di tutti se parliamo di tecnologia. 
I Paesi del nord Europa, ad esempio, fanno un uso smodato di burro o margarina, col risultato che poi gli si tappano le arterie e ci lasciano le penne. Invece, grazie al nostro vasto e intelligente uso di olio - specialmente di oliva (ma solo per condimenti eh!) - noi del Mediterraneo abbiamo uno stile di vita più sano ed equilibrato. 
Lasciamo perdere quindi i grassi saturi di burro e margarina, utilizziamo quindi l'olio! 

Alla prossima!

martedì 4 settembre 2012

Mitologia e crudeltà sugli animali

Era una notte buia e tempestosa... e lo è davvero! Ok, magari non è notte, sono solo le 22.30, ma la tempesta c'è davvero, fuori si è scatenato il finimondo e io ho deciso di lasciarvi un post qua sopra, uno di quelli chiacchierosi e "culturali". 

La tempesta fuori e i continui fulmini e tuoni mi hanno innescato una serie di link mentali che mi hanno infine invogliata a scrivere qua, per voi.
Quando ero bambina e iniziavo ad avvicinarmi alla mitologia classica - seppur in chiave infantile -, la maestra ci raccontava che ogni volta che il cielo tuona minaccioso è perché Giove è arrabbiato e a causa di ciò manda sulla terra fulmini e saette. Molto probabilmente è perché sta litigando con Giunone per una delle sue scappatelle. Quando poi sono cresciuta e mi sono ritrovata all'università, ho scovato un esame molto interessante: religioni del mondo classico
A quel punto mi toccò imparare l'intero anno greco e l'intero anno romano mese per mese, festività per festività, rito per rito. Per quanto sia stata una cosa affascinante e di certo arricchente, l'esame mi ha fatto capire quanto l'uomo fosse crudele con gli animali fin dai tempi antichi. 

A dire la verità i Greci non erano poi così male. Forse loro erano più crudeli con gli esseri umani che con gli animali, ma in ogni caso è noto come parecchi filosofi e uomini di cultura dell'Antica Grecia avessero sposato il vegetarismo, e dichiarato per iscritto quanto mangiare gli animali fosse sbagliato e del tutto evitabile.

Quello che invece mi scosse - e non ero nemmeno ancora vegetariana - furono i Romani.
E' vero, i sacrifici e i riti che coinvolgevano gli animali sono sempre stati presenti nella storia fin dalla notte dei tempi, chi lo mette in dubbio, per carità. Ma nella cultura latina c'era una concentrazione tale di sadismo e violenza da colpirmi profondamente, soprattutto perché spesso non si ammazzavano gli animali in vista di riti propiziatori o di buon augurio, ma anzi proprio per divertimento frivolo e inutile. Vi riporterò qua di seguito degli esempi.

15 aprile - Fornicidia 
Questa festa traeva il nome da fordae (boves), ossia "vacche pregne"e il momento "clou" consisteva in un sacrificio da parte di ogni curia di una "vacca pregna", ossia incinta (il mese di aprile era il mese dedicato alla femminilità e alla fertilità, "aperire" sta infatti per "far nascere"). Gli addetti al sacrificio strappavano il feto alla vacca uccisa e ne bruciavano le interiora. Il sacrificio era destinato alla dea Tellus, la Terra. La vacca pregna rappresentava la terra seminata, togliendole quindi il feto si pensava di accellerare il parto della terra, cioè il raccolto. 

3 agosto - Crocifissione dei cani
Questa è la "festa" che mi ha sconvolto più di tutte.
Beh, conoscerete tutti, penso, il famoso episodio del Campidoglio, quello in cui i Galli sorpresero i Romani di notte mentre dormivano. Unica salvezza per questi ultimi fu lo starnazzare delle oche, che erano state risparmiate dal divenire portate conviviali in quanto sacre a Giunone. Al contrario, i cani avevano continuato a dormire assieme alle sentinelle e, per tale ragione, erano colpevoli di aver in qualche misura tradito il popolo.
Per questo motivo il 3 di agosto i cani venivano affissivi vivi per le zampe anteriori ad una forca di sambuco, mentre le oche venivano acclamate e, ornate d'oro e di porpora, portate in processione. :(

15 ottobre - October equus (il cavallo d'ottobre)
Le idi erano la festa di Giove, ma ad ottobre il sacrificio era dedicato a Marte. Il sacrificio in questione era preceduto da una corsa fra bighe: il cavallo di destra della biga vincitrice doveva essere ucciso, ma non solo, doveva esserne staccata la coda ancora grondante di sangue. Questa veniva portata velocemente alla Reggia nel Campo Marzio per poterne stillare il sangue e metterlo direttamente sul fuoco, in modo tale da renderlo parte del culto religioso al dio Marte.
Il sacrificio del cavallo era in parte connesso alla vinificazione, poiché il sangue ricavato dal povero animale voleva richiamare "l'uccisione" del grappolo da cui viene estratto il succo.

Questi alcuni degli esempi più eclatanti che possiamo trovare nell'anno festivo dell'Antica Roma. Ovviamente gli animali sacrificati erano vari e tanti, ho sorvolato sui "classici" sacrifici di agnelli, scrofe, vitelli e quant'altro. I sacrifici animali, come ho già detto, sono parte di tutte le religioni antiche - ma anche di alcune attuali - e sono serviti per permettere alle civiltà a cui apparteniamo di crescere, in ogni senso... per fortuna sono cresciute abbastanza da non commetterne più! O no?

E' proprio vero che, come disse qualcuno, non si può affermare di conoscere il proprio presente senza conoscerne prima il passato.

Alla prossima!

sabato 1 settembre 2012

L'angolo delle proprietà - Tè

Quando nominiamo il tè ci viene immancabilmente in mente la regina Elisabetta e il suo tè delle 5, oppure le geishe che, grazie alle loro suadenti cerimonie, preparano il tè verde per gli ospiti. Che sia con zucchero, limone o latte, il tè è una tradizione antica in molte culture, sia orientali che occidentali (gli stessi inglesi hanno "rubato" questa usanza dalle loro colonie nelle Indie), ma quanto ne sappiamo effettivamente su questa bevanda?
Personalmente credevo che il tè fosse una delle poche cose che nella vita ci possiamo permettere (senza eccedere con zucchero e dolcificanti) senza preoccuparci delle calorie... ma, come diceva la Pausini, invece no!
Mi sono fatta un viaggio sul web alla ricerca del tè e delle sue proprietà.
Giusto per la cronaca, ho scoperto che tè si scrive "tè", la variante "thè" a quanto pare non è corretta, quindi che qualcuno lo dica al signor Ferrero e al suo team per rinominare l'Estathè :D
Torniamo alle proprietà: alcune ci sono note, come il fatto che sia risaputo che il tè è un eccitante di gran lunga più efficace del caffè, altre no. Molto importante pare sia la differenza in base alla fermentazione, la quale ne determina poi la tipologia finale. 
Sorvolando sui tecnicismi della lavorazione delle foglie, tè nero, verde, bianco e oolong arrivano tutti dalla medesima pianta, che è la Camellia sinensis

Il tè nero è un tè fermentato, mentre il tè bianco e quello verde non lo sono affatto, il tè oolong è invece semifermentato. Un discorso a parte va fatto per il tè "rosso" che, se non nel vocabolario, non esiste, dato che è ottenuto dall'infuso di frutti rossi o ibisco, ma all'interno della cui miscela non è presente la Camellia sinensis. 
Comune a tutti i tipi di tè è la presenza della caffeina, anche se nel té nero possiamo trovarne molta di più che nelle altre varianti. I benefici dipendono dal tipo di tè davanti al quale ci troviamo: il tè nero, essendo fermentato, come tutte le bevande fermentate (il vino, la birra, etc) è zuccherino e quindi si rivela infine molto più calorico degli altri tè, anche se dalla sua ha il pregio di facilitare l'eliminazione del colesterolo e, in generale, di controllarlo. 

Invece, vi sarà sicuramente capitato di sentirlo, té verde e bianco, proprio grazie al fatto che non sono fermentati, sono indicati nelle diete poiché non calorici e anzi drenanti, depuranti e antiossidanti. Ecco perché gli orientali hanno una pelle così bella e una forma fisica così invidiabile!

Il tè oolong (il cui nome significa "drago nero") è invece una via di mezzo tra i due estremi "bianco-nero", non a caso è anche chiamato "tè blu". Da una parte accelera il metabolismo e facilita il controllo del colesterolo e del peso corporeo, dall'altra svolge azione antiossidante e depurativa, quindi per fare tombola e non rinunciare a niente dovremmo forse darci tutti a quest'ultima variante di tè!

Or bene, mi faceva piacere rendervi partecipi ancora una volta delle mie scoperte! Ogni tanto vi parlo di quello che già so, altre volte preferisco condividere quello che imparo, penso che entrambe le cose siano utili!

Vi saluto e come sempre...

alla prossima!