lunedì 31 marzo 2014

L'angolo delle proprietà: quinoa

Buon lunedì a tutti!
La protagonista di oggi è una pianta dal nome particolare, nemmeno il grande successo ottenuto negli anni ha infatti aiutato la gente a capire come si pronunci (per quanto, secondo me, non abbia nulla di complesso)! 
Parliamo della quinoa, un vegetale che molti credono appartenente alla famiglia dei cereali, quando in realtà è sorellastra degli spinaci... e chi l'avrebbe detto?

In effetti questo malinteso è comprensibile, perché la quinoa ricorda in tutto e per tutto un cereale, tant'è che anche al supermercato viene venduta nello stesso reparto. La somiglianza non è solo "estetica", prosegue anche per quanto riguarda le sue proprietà: ha nutrienti praticamente uguali a quelli dei cereali, è infatti ricca di proteine e ferro, motivo per cui viene definita "pseudocereale". 
Ma scopriamone di più...

La quinoa è una pianta originaria del Sud America, regione dove viene tutt'oggi coltivata, in quanto soffrirebbe a crescere in un clima diverso da quello sudamericano. Nell'antichità ricopriva un ruolo sacro presso le popolazioni andine, un ruolo che si andò a scontrare con le concezioni "granocentriche" dei conquistatori europei, che infine si dovettero piegare alla sua coltivazione. 
Esteticamente la quinoa ricorda il miglio: i suoi semi sono piccoli, rotondi, raggruppati in "grappoli", cosa che sicuramente ha aiutato a considerarla erroneamente un cereale piuttosto che una pianta della famiglia delle Chenopodiaceae.

Parlando di proprietà, come già accennato, la quinoa ha un altissimo apporto proteico, è ricca di fibre, di ferro e di altri minerali quali zinco e magnesio, ma soprattutto non contiene glutine, il che la rende una valida alleata per i celiaci, sia da sola che come latte o farina.
A riconoscimento dei suoi benefici e della sua posizione di rilievo in fatto di nutrizione, il 2013 è stato proclamato "Anno Internazionale della Quinoa".

In cucina si dimostra molto versatile, se ne possono ricavare burger, polpette, sformatini o si può semplicemente consumare ben condita, calda o a mo' di insalata estiva (come si fa con il farro o l'orzo).
Il procedimento di cottura è un po' macchinoso: dopo averla lavata sotto acqua corrente, si getta in acqua fredda - la quale dovrà corrispondere a due parti per ogni singola di quinoa - e si fa cuocere senza coperchio fino all'ebollizione. Non appena l'acqua bollirà, la cottura dovrà proseguire per 10 minuti a coperchio chiuso, dopodiché si dovrà far riposare a fuoco spento per altri 5 minuti.
Per tale motivo la cottura è sempre separata da qualsiasi altro ingrediente aggiunto! :)

Bene, anche per oggi abbiamo terminato!

Alla prossima!

domenica 30 marzo 2014

Contest "RisanaLa Crostata" by Il Goloso Mangiar Sano - foto e ricetta!

Buongiorno a tutti e buona domenica!
Questo è un post un po' speciale perché è la ricetta con cui partecipo al contest indetto da Il Goloso Mangiar Sano, il sito / canale YouTube di cui vi avevo parlato qualche settimana fa.
Dato che sono un'inguaribile golosa non potevo esimermi... anche se preferisco le torte "morbide" alle crostate... ma va bene uguale, tanto sono sempre dolci :D
Ecco quindi la mia ricetta, si tratta di....

Crostata di lamponi e crema pasticcera al cocco


Ingredienti per la frolla:
- 300 gr farina integrale
- 150 gr zucchero di canna
- un cucchiaino di lievito
- un pizzico di sale
- 1/2 bicchiere di olio di girasole
- 1 bicchiere scarso di latte di soia 

Ingredienti per la crema pasticcera:
- 600 ml latte di riso & cocco (se preferite usate il solo latte di cocco)
- 200 ml latte di soia
- 50 gr di farina di riso (in alternativa farina di soia o di ceci)
- 100 gr zucchero di canna
- un cucchiaino di curcuma (per il colore giallo)

Ingrediente chiave: lamponi freschi!

Procedimento

- Per la frolla: in una ciotola capiente unite prima gli ingredienti secchi mescolandoli con una frusta, poi aggiungete l'olio e lavorate l'impasto a mano. Ottenuta una "poltiglia" appiccicosa, aggiungete poco a poco il latte di soia e continuate la lavorazione sul piano da lavoro precedentemente infarinato. Non occorre usare tutto il latte, regolatevi in base alla consistenza raggiunta. Quando l'impasto sarà divenuto una palla soda, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per almeno 20/30 minuti

- Per la crema: in una pentola di medie dimensioni versate la farina di riso, lo zucchero di canna e la curcuma, mescolateli con una frusta. Aggiungete il latte di riso e cocco (continuando a mescolare per non creare grumi), poi il latte di soia, quindi accendete il fornello e mescolate senza interruzione a fuoco medio-basso, finché la crema non si sarà addensata al punto giusto. Quando sarà pronta versatela in una ciotola e lasciatela raffreddare per farla rassodare completamente. Se volete, perso il calore iniziale, potete metterla in frigo. 

Passati i 30 minuti, riprendete l'impasto dal frigo, infarinate il piano da lavoro e stendete la pasta fino a raggiungere uno spessore di circa 2 mm. Rivestite la vostra crostatiera (vi sconsiglio di usarne una a forma di cuore come ho fatto io, è molto scomoda), praticate dei buchi sul fondo con una forchetta e infornate a 175°C per 20 minuti circa

Una volta sfornata, fate raffreddare la frolla, dopodiché farcitela con la crema pasticcera e ricoprite la superficie con golosi lamponi di stagione! 
Voilà! Spero apprezzerete e... bon appetit ;)

sabato 29 marzo 2014

Veg* d'eccezione: Jukka Nevalainen

Buonasera a tutti, mi scuso per il ritardo con cui scrivo questo articolo!
Cerco di recuperare proponendovi un personaggio musicale che so che molti conosceranno, ma molti altri no... fa parte di una delle band metal europee più famose degli ultimi vent'anni! 
Chi è costui? Il batterista dei Nightwish, Jukka Nevalainen

Jukka Nevalainen
So che molti penseranno "metal, puah!", ma vi chiedo di mettere da parte ogni pregiudizio e guardare con occhi benevoli questa band :) Approfitto di ciò per dirvi che in realtà sono moltissime le band metal (soprattutto quelle death) i cui membri sono vegetariani, se non addirittura vegani! Gli unici motivi per cui non ne parlo sono che, primo, non conosco la loro musica, secondo, che forse non tutti li troverebbero degli spunti musicali interessanti... del resto il metal, più che una musica, è proprio una filosofia! 
Tornando a Jukka, ammetto di provare un po' di nostalgia a scrivere di lui: per molti anni i Nightwish sono stati la mia band preferita, anche se all'epoca ignoravo che Jukka fosse vegetariano.

Ma chi è Jukka e chi sono i Nightwish? Come ho già detto, i Nightwish suonano metal, un metal fuori dal coro. La loro musica non è il tipico heavy metal che si potrebbe immaginare, anzi, se c'è un'etichetta tra le tante che le si potrebbe affibbiare è "melodic". Il motivo principale che ha portato i Nightiwsh al successo fin dal 1997, l'anno d'esordio, è stata l'accoppiata vincente tra le musiche e i testi composti dal bravo Tuomas Holopainen, leader della band, e la voce operistica di Tarja Turunen, all'epoca giovane soprano sconosciuta, oggi affermata solista.
I Nightwish nascono come progetto acustico, ma dopo la prima demo Tuomas sente il bisogno di aggiungere del carattere ai pezzi. Ecco quindi che arriva la batteria, ed ecco che arriva Jukka Nevalainen, amico del chitarrista del gruppo, Emppu Vuorinen. Tutto parte molto in sordina, ma in pochi anni i Nightwish si impongono prima sulla scena metal europea, poi internazionale, riscuotendo enorme successo.

all'opera sul palco
Jukka è partito come tipico batterista power metal: doppia cassa a gogò e poca fantasia nelle ritmiche. Man mano che Tuomas si è fatto trasportare dalla composizione, la tecnica di Jukka è migliorata ed è arrivato a essere un ottimo batterista, preciso e affidabile
Con il passare degli anni i tour hanno portato i Nightwish in ogni parte del mondo, dal Sud America al Giappone; proprio durante questi anni intensi Jukka non solo è diventato padre per ben tre volte, ma è anche diventato vegetariano. Questo ha suscitato molta curiosità da parte di fans e intervistatori, i quali si sono prodigati spesso in domande private sul perché abbia intrapreso questa strada. 

meditabondo fra le piante
Il finnico ha dovuto così fornire delle spiegazioni, in più di un'intervista ha dichiarato di aver sposato la scelta vegetariana dopo la lettura di un paio di libri. In essi veniva fatta luce sul tipo di esistenza che gli animali conducono all'interno degli allevamenti intensivi, nonché sulle modalità di macellazione. Shockato dalle sconcertanti verità, il batterista ha preso la decisione di non voler più partecipare al massacro degli allevamenti e di non voler più uccidere qualcuno per nutrirsi. 
Sono quasi 10 anni che Jukka è vegetariano e, a quanto pare, non è intenzionato a tornare indietro! 

Che dire, un altro ottimo esempio di musicista sensibile alla causa vegetariana, che potrebbe ispirare molti giovani fans. Come dicevo, sono molte le band metal che aderiscono alla filosofia veg*, a testimonianza di ciò... beccatevi questo poster per la Peta!

Alla prossima! 

giovedì 27 marzo 2014

Cosmesi verde: il fondotinta

Buongiorno a tutti! Anzi, stavolta sarebbe più corretto dire "tutte" perché l'articolo di oggi è dedicato a noi fanciulle, si parla infatti di make up. In particolare ci concentreremo su ciò che viene ritenuto un fondamentale del trucco, quello che di solito tutte le donne (anche le meno esperte) indossano: il fondotinta

Si sa, chi ben inizia con una base perfetta è già a metà dell'opera, ma la stragrande maggioranza dei fondotinta in commercio contiene siliconi, paraffina liquida, oli minerali, tutti ingredienti che non provocano certo la morte, ma che alla lunga possono abbruttire la pelle, darle reazioni (se particolarmente intollerante) o allargarne i pori per un effetto decisamente antiestetico. 
Oltre alla salute della pelle c'è da considerare che questi ingredienti, non essendo biodegradabili, una volta finiti nei buchi di scarico, vanno a danneggiare l'ambiente. Certo, direte voi, sono solo parti infinitesimali, come potrebbero risultare impattanti? E' vero che su ognuna di noi sono dosi irrisorie, ma avete idea di quante donne si trucchino nel mondo? :) Quindi, come dice mia madre, a pelo a pelo si fa il pennello! Meglio avere un'attenzione in più che in meno.
Infine c'è da dire che, specialmente in Italia, molte delle marche in commercio appartengono a brand che testano sugli animali il prodotto finito, i singoli ingredienti o entrambe le cose. 
A partire da marzo 2013 in Europa il divieto di testare i cosmetici sugli animali è diventato legge, ma molte aziende hanno sede e laboratori fuori dall'Europa, perciò quello che non viene fatto nel nostro continente può essere importato da altri Paesi che non sono soggetti alle stesse norme. 

Per questi motivi è importante che un veg* che si rispetti si interessi a prodotti di qualità che non nuocciano alla sua pelle, all'ambiente e, ovviamente, agli animali. 
Qui di seguito mi permetto di riportarvi alcuni fondotinta (due fluidi e due minerali) con cui mi sono trovata bene e che quindi mi sento di consigliarvi.

Fondotinta Liquidflora - prezzo 27,00 €
E' il miglior fondotinta fluido che abbia mai provato in tutta la mia esistenza, non sto scherzando: batte sia i fondi bio che quelli al silicone. Completamente naturale, vanta un discreto range di colori e ha una coprenza medio/alta. Essendo molto corposo e idratante, è più indicato per i mesi invernali: lascia la pelle morbida, nutrita e luminosa. Si può stendere facilmente col pennello e la sua confezione è biodegradabile. Richiede il fissaggio con una buona cipria (es. la Hollywood di Neve Cosmetics). 
Al momento, che io sappia, è acquistabile solo online sul sito www.liquidflora.it

BB cream So' Bio étic - prezzo 12,49 €
Questa BB cream ha esordito da poco sul mercato, ma ha rapidamente conquistato tutte noi! Esiste di due tipi, a texture leggera e un po' più coprente, per due differenti risultati. Essendo una BB cream necessita di essere fissata da una buona cipria (es. la Hollywood di Neve Cosmetics), altrimenti il rischio che si sciolga dopo poche ore è dietro l'angolo. E' molto idratante ed è indicata sia per l'inverno (per chi non ha da coprire troppe imperfezioni) che per l'estate. E' uscito anche il fondotinta a lunga tenuta, ma quello non l'ho provato e non so dirvi! Si può trovare presso le bioprofumerie Thymiama, ma anche online su siti come EccoVerde e Bio Vegan Shop.

Fondotinta minerale compatto Bare Minerals - prezzo 29,90 €
Bare Minerals è uno dei brand pionieri per il make up minerale, infatti è stata la prima marca di cui abbia provato il fondotinta in polvere libera. Rispetto a quest'ultimo devo ammettere di essermi trovata meglio con la versione compatta, che oltre a essere molto educata (saluta con "Hello") ho riscontrato come avesse un colore perfetto per la mia tonalità di pelle e una coprenza modulabile a seconda del pennello usato. Grazie al pratico astuccio con specchio è possibile portarsela in borsa per qualche eventuale ritocco. Non necessita di cipria fissante, e ha un SP 20. E' vero che costicchia, ma contate che l'ho comprata a luglio e resiste ancora! E' disponibile presso il sito e tutti i punti vendita Sephora.

Fondotinta minerale a polvere libera Neve Cosmetics - prezzo 13,90 €
Neve Cosmetics è ormai la realtà italiana più affermata per il make up vegan/bio/minerale. I suoi prodotti migliori, per me, rimangono i fondotinta a polvere libera, anche se so che i famosi Flat Perfection hanno riscosso grande successo. I fondi in polvere, dalla texture setosa, offrono un'ottima varietà di colori in base al proprio sottotono, nonché una coprenza leggero/medio-alta (dipende dalla quantità applicata e dal pennello). Non necessita di cipria fissante. 
I prodotti Neve Cosmetics si possono comprare online sul sito del brand, nelle bioprofumerie Tymhiama e, nel caso in cui foste di Milano e dintorni, da Biomì, il supermercato biologico. 

Bene, ho terminato! 
In realtà ho provato molti altri fondi, Elf, LushLavera, ma per vari motivi di natura pratica o epidermica, non mi sento di parlarne. Se avete domande o volete chiedermi opinioni più specifiche, come sempre non esitate a chiedere.

Alla prossima!

mercoledì 26 marzo 2014

"Baceresti chi mangia carne?". L'amore ai tempi del vegetarismo

Ciao a tutti amici e e amiche!
Il tema di oggi si sposa perfettamente con la stagione che è appena cominciata, la primavera, notoriamente la stagione... dell'amore!

Si sa, l'amore è quel sentimento che tutti (più o meno) nella vita rincorriamo, perché ci fa sentire bene, ci carica di positività e, spesso, ci fa diventare delle persone migliori. 
E' tutto molto poetico, certo, ma chi non ha mai fatto i conti con i numerosi ostacoli disseminati lungo il percorso di coppia? Inutile girarci intorno, per quanto il nostro partner ci piaccia, per quanto possiamo esserne innamorati, per quanto possiamo sentirci morire senza averlo/a al nostro fianco, ci sono inevitabilmente aspetti di lui/lei che apprezziamo meno di altri

romantico esempio di "veg* love"
Negli ultimi anni, con il boom di vegetariani che si è avuto in Italia, e più in generale nel mondo, la concezione di "partner ideale" è sensibilmente cambiata e sono sorti nuovi parametri in base ai quali poter definire una persona potenzialmente compatibile o meno. 
Alto/a, biondo/a e con gli occhi azzurri oggi non basta più, il partner ideale per un veg* deve essere (per forza o preferibilmente) veg*, o almeno così sembrerebbe. 

La domanda da cui è partito tutto è: "tu, veg*, baceresti mai una persona che mangia carne?".

Le sfumature di tale quesito cambiano a seconda del veg* che ci troviamo davanti, ma anche a seconda dell'onnivoro con cui il veg* in questione viene a interagire. Le casistiche sono molte e diverse, ma se si incappa nel Morrissey di turno (che ha dichiarato non frequenterebbe mai un onnivoro) allora la situazione si fa spinosa
I veg* sono persone generalmente esigenti quando si parla di cibo e ideali, e spesso trasferiscono questa stessa esigenza anche nella scelta del proprio partner

veglove.it
Per ovviare a questo "problema" sono nati online diversi siti di incontri (ad es. veglove.it o veggieflirt.com) specificamente dedicati a vegetariani e vegani, dove, una volta iscritti, si potrà socializzare con i propri simili evitando così brutte sorprese. Sì, perché non sono solo i veg* a "discriminare" partner onnivori, ma anche questi ultimi spesso pretendono che chi frequentano non debba farli sentire in colpa per ciò che mangiano o non debba cercare di convertirli a forza.

Single a parte, nemmeno le coppie collaudate da anni se la passano meglio.
Magari succede che uno dei due diventi vegetariano nel tempo, manifestando insofferenze verso i pasti dell'altro/a; oppure capita di frequente come la lei di turno vorrebbe diventare vegetariana, senza tuttavia riuscirci a causa della preparazione di pranzi e cene che includono quasi sempre carne e pesce

Insomma, è più complicato di ciò che si pensa... o no?

Voi come la pensate sull'argomento? 
I veg* devono stare fra loro o è possibile una conciliazione tra le due parti? Non si starà un po' esagerando con i siti di incontri dedicati? Oppure è un'iniziativa carina, che cade a fagiolo? 
Il mio timore è che si arrivi a una sorta di "ghettizzazione"... fatemi sapere la vostra!

Alla prossima!

martedì 25 marzo 2014

Recensioni: Mela-Vit by More Taste

Ben ritrovati amici ascoltatori! 
Oggi vi parlo di uno snack che sto amando alla follia in queste settimane e che vi consiglio senza pensarci su due volte, perché salutare, buono e assolutamente economico. Gli avevo già fatto fare una comparsata sulla pagina Facebook, ma merita davvero uno spazio tutto suo, perciò procedo subito!

non ho trovato una foto decente :P
Le Mela-Vit non sono altro che chips di mela, le quali, volendo, si possono tranquillamente preparare a casa, ma se come me l'ultima volta che ci avete provato vi siete portati via un dito, allora meglio la versione già pronta :D 

In commercio esistono diversi tipi di chips di mela, bio e non bio, tuttavia di solito i sacchetti sono sempre piccolissimi e i costi oltremodo spropositati. Quello che mi piace di questo snack, invece, è che sì, il sacchetto non contiene proprio una porzione esagerata, ma almeno il prezzo è molto contenuto: 40 gr per 0,99 cent

Il lato negativo è che le Mela-Vit si possono comprare soltanto da Penny Market (o almeno, io le ho viste solo là), quindi la reperibilità non è delle più facili
Anche se Penny Market ospita spesso prodotti provenienti dall'estero, le mele da cui vengono ricavate queste chips sono tutte del Südtirol / Alto Adige, dove poi sorge lo stabilimento che le produce. 

Il retro del sacchetto spiega come ogni confezione di Mela-Vit contenga 5 mele di media grandezza, perciò se è vero che basta una mela al giorno per vivere senza problemi, con un sacchettino siamo sicuramente a cavallo! 
Ritengo che queste chips siano adatte come spuntino sia per i grandi (in particolare le donne, sempre attente alla linea) che per i bambini: meglio le mele delle patatine fritte!

Ecco i plus che vengono riportati: 
- Senza aggiunta di zuccheri, aromi e coloranti
- Non fritti
- Non OGM 
- Adatto per vegetariani

Beh, anche per oggi è davvero tutto gente, 

alla prossima!

lunedì 24 marzo 2014

L'angolo delle proprietà: legumi

Buongiorno e buon inizio settimana! 
Cerchiamo di risollevare gli animi abbattuti con un bell'articolo riguardante gli amici per eccellenza dei veg*: i legumi

I legumi, il cui nome scientifico è Fabaceae o Leguminose, sono piante che hanno la caratteristica di presentare un baccello (che è il legume vero e proprio), il quale contiene i semi che tutti conosciamo e consumiamo. Molti credono erroneamente che si tratti di frutti, ma così non è, motivo per cui i fruttariani, che non si nutrono di semi, non consumano questi vegetali

Sebbene ne esistano più di una decina di varietà, a noi sono noti soprattutto i fagioli, le lenticchie, i ceci, le fave, i piselli, le arachidi, il lupino e lei, la regina, la soia. 
Questi vegetali sono impiegati spessissimo in cucina, soprattutto nelle ricette italiane che, come saprete, affondano le proprie origini nella tradizione povera contadina (pensate alla farinata di ceci per esempio!). Proprio per questo, come anche per il loro altissimo apporto proteico, i legumi sono stati a lungo chiamati "la carne dei poveri", cosa che li ha resi col tempo impopolari rispetto alla carne. Un conto è fare "di necessità virtù" in tempi di magra, un altro è quello di poter scegliere in tempi di abbondanza, come quello attuale; non c'è da sorprendersi come oggigiorno si preferisca una fetta di carne a un piatto di ceci, che oltre al gusto differente, richiedono anche una preparazione molto più lunga...

A parte questo, i legumi sono molto importanti a livello nutrizionale, in particolar modo quando si parla di dieta vegetariana o, ancor di più, vegana: non sono solo ricchi di proteine, ma anche di ferro e calcio. Tuttavia è bene sottolineare come le proteine dei legumi, nonostante siano quantitativamente superiori a quelle della carne, siano qualitativamente inferiori. Ecco il motivo per cui le leguminose richiedono di essere "rinforzate" dai cereali, che hanno proprietà piuttosto simili (proteine e ferro). Da qua nascono molti degli abbinamenti culinari tipici della tradizione italiana, quali pasta e lenticchie o pasta e fagioli
Oltre ad avere valori nutrizionali di tutto rispetto, i legumi si rivelano versatili anche in cucina: se ne possono ricavare polpette, zuppe, antipasti, creme e surrogati della carne (vedi la soia o il lupino), il che li rende davvero preziosi alleati!

Mi preme aprire due piccole parentesi.
La prima è che, lo so, i legumi sono davvero una rottura di scatole da cucinare, si devono tenere in ammollo un sacco di ore e richiedono parecchio tempo anche per la cottura. Questo induce a preferire le versioni già lessate in scatola o in cartone, le quali sono di sicuro comode per cucinare, ma poco valide a livello nutrizionale! Una volta lessati e messi in scatola, i legumi perdono oltre la metà delle loro proprietà, perciò se siete veg* vi consiglio di usarli secchi, al più surgelati (tipo i piselli). 
La seconda parentesi riguarda la soia: è il legume più versatile e l'alimento con il più alto livello proteico in assoluto, ma questo non significa che se siete veg* vi ci dovete rimpinzare, anzi, troppa soia fa male! E' stato dimostrato come la soia possa scatenare reazioni allergiche e come possa rivelarsi antinutritiva, in grado cioè di impedire l'assorbimento di proteine derivanti da altri alimenti.
Insomma, consumare responsabilmente! :) 

Per chiudere, ho spesso riflettuto su quanto ci sia andata bene che la soia fosse bianco/giallastra e abbastanza insapore... ve lo sareste immaginato il latte di lenticchie o piselli?

Alla prossima!

venerdì 21 marzo 2014

"Mi chiamo Moby e sono vegano": le confessioni del vegan più famoso al mondo

Buongiorno a tutti!
La nostra rubrica del venerdì dedicata ai famosi torna a parlare del vegano più celebre del mondo: Moby

Moby
Gli avevo già dedicato un post molto tempo fa, in occasione del World Vegan Day, ma in questo articolo gli si punterà proprio il riflettore in faccia. 
Cosa rende l'artista newyorchese più famoso di tanti altri suoi colleghi veg*? La risposta secondo me è che Moby, a dispetto dei tanti dischi d'oro, dei soldi e della fama che si è guadagnato negli anni, si comporta proprio come uno di noi. Io lo seguo su Facebook, ma ancor di più su Instagram, e sono frequenti le volte in cui posta foto che richiamano il suo pensiero, arrivando addirittura a polemizzare sull'industria della carne o sulla caccia alle balene, non senza che qualche fan gli dia addosso proprio come farebbe con chiunque altro. 

Proprio perché il suo nome è ormai associato in modo indissolubile al veganesimo, ha ritenuto utile scrivere un intero articolo su Rolling Stone, che per facilitare chi non sa l'inglese o non ha troppa voglia di leggere in tale idioma, riassumerò qua di seguito. Lo faccio perché, oltre a essere interessante, credo che persone come Moby possano essere di grande ispirazione per molti, non solo vegan. Detto ciò, cominciamo!

Moby e uno dei suoi tanti cani
Moby inizia dicendo che ha sempre amato gli animali, fin da quando era piccolissimo. Lui e sua madre (non ha mai conosciuto il padre) hanno avuto nel corso degli anni moltissimi animali domestici, per la precisione 4 cani, 12 gatti, oltre 1000 topolini da laboratorio, 3 gerbilli (roditori), un criceto e perfino un serpente di piccole dimensioni. Ogni volta che uno di loro si ammalava o moriva, il piccolo Moby piangeva, soffriva, arrivando a sviluppare non solo affezione nei loro confronti, ma vera e propria empatia
Fu proprio grazie al suo gatto preferito, Tucker, che Moby ricevette la sua prima illuminazione
Tucker era stato trovato in fin di vita e salvato dal musicista e da sua madre solo per miracolo; fu proprio mentre gli sedeva vicino che Moby, diciannovenne, pensò "proteggerei questo gatto a tutti i costi, gli voglio bene, non gli farei mai del male; è dotato di intelligenza e grande sensibilità, perciò perché dovrei recar dolore ad altri animali intelligenti e sensibili come lui?". 
Correva l'anno 1985 e Moby divenne vegetariano

Qualche anno dopo il musicista tornò a porsi altre domande di ordine etico: perché se voleva evitare sofferenza e dolore agli animali continuava a consumare latte e uova? La vita negli allevamenti intensivi non era comunque salutare o felice, perciò Moby, nel 1987, prese la strada per il veganesimo e non l'abbandonò mai più. 

Per sua stessa ammissione ha detto di aver vissuto il tipico periodo in cui, fomentato dai propri ideali, se l'è presa con i suoi amici onnivori, cercando di convertirli a forza alla causa vegan; ad oggi se ne vergogna, anche perché il risultato non fu la rinuncia alla carne da parte dei suoi amici, bensì la loro rinuncia a invitarlo alle feste, trovandolo fastidioso. Capendo di sbagliare, Moby corresse il tiro e oggi afferma di essere una persona molto più equilibrata. 

"Il fatto che io sia vegan non significa che voi dovete essere vegan. Sarebbe ironico il non voler imporre la mia volontà sugli animali, ma volerla imporre sugli esseri umani", questa la conclusione a cui è arrivato il musicista dopo tanti anni. Condividere informazioni con le persone, rispettando le loro idee, porta molti più risultati del forzarle a pensarla come noi vorremmo. 

Dal suo canto, l'artista asserisce che grazie al suo regime alimentare ha preso coscienza di molte cose, si è man mano documentato sulla salute del pianeta, oltre che su quella degli animali e, soprattutto, su quella degli esseri umani. Un consumo di carne, latte e uova porta o favorisce malattie quali diabete e cancro, perciò il suo consiglio per tutti è quello di informarsi e cercare di vivere la vita nel modo più sano possibile, così da renderla più lunga e più piacevole. 

Aggiungo che spesso Moby si prende vere e proprie denigrazioni pubbliche da parte di molti suoi seguaci, denigrazioni che puntano sul fatto che si sia arricchito anche grazie a quelle persone che lui critica, ma che magari hanno comprato i suoi dischi. Come dico sempre, non si può essere coerenti su tutto, tanto più quando entra in gioco una cosa come il mercato mondiale...!
Che piaccia o meno, comunque, Moby è il vegano più famoso al mondo e sono felice lo sia, perché è una persona intelligente, se vogliamo saggia, che ha fatto il suo percorso, i suoi errori e che mi fa pensare come ci sia ancora molta speranza per cambiare le cose.

Alla prossima!

giovedì 20 marzo 2014

Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei: ecco gli stili alimentari più conosciuti!

Buongiorno a tutti e buon primo giorno di primavera! 
Per il post di oggi ho pensato a lungo all'argomento da trattare, avevo diverse frecce al mio arco ma ho deciso di collegarmi in parte all'articolo di ieri ed esplorare le diverse "correnti alimentari" (e stili di vita) che ormai stanno facendo capolino nella nostra società, perché di frequente creano confusione. C'è ancora non conosce la differenza fra vegetariani e vegani, dubito quindi che si sappia cosa sia un... no, no, non voglio rovinarvi nessuna sorpresa!
Sono sicura che le etichette con gli anni aumenteranno, ma per adesso limitiamoci a quelle largamente diffuse e consolidate, così almeno non corriamo il rischio di fare gaffes o di essere poco informati... vedrete, rimarrete sorpresi :) 

- Onnivori: tutti sappiamo cosa sia un onnivoro, e lo siamo stati quasi tutti per un certo periodo della nostra vita, chi più, chi meno. Gli onnivori sono i "nemici" dei veg*, sono quelli che mangiano indistintamente tutto (e tutti): carne, pesce, latte, formaggi, uova, miele e così via. Oltre a ciò non hanno "veti" inerenti il vestiario: seta, lana e pelle sono tranquillamente ammesse. 

- Vegetariani: di norma escludono dalla propria dieta la carne (tutta) e il pesce (tutto), continuando a consumare latte, formaggi (purché vegetariani), uova e miele, ovviamente a propria discrezione. C'è chi sceglie di seguire il regime solo lacto-vegetariano e chi quello solo ovo-vegetariano, ma comunque la sostanza è sempre la stessa. I vegetariani non indossano (o non dovrebbero indossare) seta e pelle. Ci si aspetta inoltre che prediligano cosmetici non testati su animali, nonché eco-compatibili e privi di ingredienti di origine animale (come la lanolina). 

- Vegani: anche chiamati "vegetariani stretti" o "vegetaliani", i vegan rinunciano al consumo di carne, pesce, latte, formaggi, uova, miele e qualsiasi cosa che, in generale, contenga questi alimenti. Non indossano lana, seta e pelle. Per i cosmetici scelgono rigorosamente prodotti non testati su animali, che non contengano ingredienti di derivazione animale e che, possibilmente, siano bio ed eco-certificati / eco-compatibili

- Pescetariani: come abbiamo visto nel post dedicato a loro, i pescetariani sono una fazione alimentare di nascita recente (se non altro nella definizione) e sono coloro che hanno scelto di non cibarsi di carne, continuando tuttavia a mangiare il pesce

- Crudisti: non mangiano nulla che sia cotto perché non vogliono alterare le proprietà che ogni cibo crudo conserva in sé. L'unico strumento di cui si servono per asciugare l'acqua contenuta negli alimenti, ma senza privarli dei propri nutrienti, è l'essiccatore. I crudisti possono essere di diversi tipi, onnivori, pescetariani o vegani, ma la regola base rimane la stessa per tutti: no alla cottura. Non usano prodotti industriali, ma biologici. I crudisti vegan fanno un grande uso di oli vegetali e di frutta secca, in particolar modo di anacardi e noci. 

- Fruttariani: branca estrema crudista, si attengono al principio del rispetto per tutte le forme di vita, anche quelle vegetali, perciò si nutrono di ciò di cui la pianta si libera, cioè i frutti, non della sola frutta. E' importante sottolineare questa differenza, perché spesso si immagina il fruttariano sotto a un albero ad aspettare che cada una mela... e non è così! Fra i frutti vengono annoverati anche gli ortaggi, quindi il pomodoro, la melanzana, le cucurbitacee, il peperone e via dicendo. Non vengono consumati semi, germogli e radici  (tra cui la carota e la patata, che però è pianta e radice insieme, perciò risulta controversa) e, ovviamente, non cuociono ciò che mangiano

- Flexitariani: sono un gruppo molto di nicchia e non si capisce nemmeno bene chi abbia dato loro il nome, che indicherebbe la loro "flessibilità". Sono generalmente quegli individui che, finché possono, evitano di mangiare carne e pesce (ad esempio finché sono in casa), ma che, se costretti dalle circostanze, mangiano in quantità modeste cibi di origine animale

- Straight edge: termine traducibile come "riga dritto", affonda le sue origini nel periodo e nella musica punk. La filosofia degli straight edge abbraccia non solo l'alimentazione, vegetariana o vegana, ma anche il loro stile di vita: rinnegano alcol, tabacco, droghe e il sesso fuori dalla coppia. Il tutto avrebbe lo scopo di staccarsi dal consumismo e di ribellarsi agli status imposti dalla società.

- Macrobiotici: basano la propria scelta alimentare sui famosi principi di filosofia orientale Yin e Yang (in soldoni, l'eterno dualismo tra forze opposte), i quali sarebbero racchiusi in ogni singolo cibo. Secondo la macrobiotica questa coppia di elementi influisce sull'organismo umano e, pertanto, gli alimenti Yin e quelli Yang devono essere scelti con massima cura, al fine di creare un equilibrio tale da risultare utile alla salute fisica, mentale e spirituale. Questo tipo di dieta, che si ipotizza possa prevenire il cancro, ha una predilezione per il mondo vegetale, ma non è legata a nessuna forma di vegetarismo in realtà.

Bene, credo che ci si possa fermare qui per ora. Come dicevo, il mondo alimentare è in continua e rapida evoluzione, perciò non sarei sorpresa di vedermi spuntare i "nientariani" un domani... chi può dirlo! Ma in tutto questo marasma di generi... voi cosa siete? :)

Per il momento vi lascio alle curiosità suscitatevi dal post, e come sempre...

Alla prossima!

mercoledì 19 marzo 2014

"Sono vegetariano, ma mangio il pesce": pescetarianesimo

Buongiorno a tutti e buon mercoledì!
Prima di iniziare voglio ripetermi e ringraziare anche qua per le numerose iscrizioni ricevute ieri su Facebook, grazie a tutti :)

Il tema di oggi è controverso e, secondo me, nasce dalla confusione che molti hanno in testa quando si parla di "non mangiar carne". 
All'affermazione "sono vegetariano/a" segue molto spesso la domanda "ma il pesce lo mangi, no?", in moltissimi altri casi invece (e mi è successo di frequente) si dà per scontato che il pesce faccia ancora parte della propria dieta. Ancora peggio è quando qualcuno dichiara di essere vegetariano, aggiungendo in seconda battuta "però mangio il pesce". Anche qua sul blog ricordo un commento in cui mi era stato scritto "mi dispiace, ma il pesce è ammesso"... ehm, forse c'è necessità di qualche chiarimento!

Amici ascoltatori, mi dispiace deludervi, ma chi è vegetariano non mangia pesce. La radice della parola "vegetariano" è "veg" che sta per "vegetali", perciò chi segue un regime alimentare vegetariano basa la propria dieta in prevalenza sui vegetali. Chi esclude la carne ma continua a mangiare pesce ha recentemente preso il nome di "pescetariano". Quindi, nel caso, siete pescetariani!

Siamo d'accordo che poi si possano fare un paio di osservazioni:
- la dieta vegetariana può essere lacto-ovo vegetariana, solo lacto-vegetariana o solo ovo-vegetariana, dipende dalle possibilità, dai gusti e dalla volontà di ogni singolo individuo. Il principio vegetariano è "non nutrirsi di animali", quindi la differenza con chi mangia pesce continua a sussistere. Per il resto, quando il vegetarismo non basta più, si passa al vegan, anche chiamato "vegetarismo stretto";
- il discorso è diverso se chi è vegetariano lo è per ragioni di salutismo. Escludere la carne dalla propria alimentazione comporta più pro che contro, mentre per il pesce la questione cambia leggermente: se in dosi adeguate, infatti, può giovare al benessere fisico. 

La domanda che scaturisce da questo ultimo punto è: ma allora un vegetariano per salutismo è un pescetariano? Per me tutte queste sfumature creano solo più confusione del dovuto, ma comunque potremmo dire che un vegetariano per salutismo non è un pescetariano perché, a differenza di quest'ultimo, basa gran parte della sua alimentazione sui vegetali anziché sul pesce come fa il secondo. Che gran caos!

Un'ulteriore questione è: se il sedicente vegetariano lo è per etica, e quindi non mangia carne perché gli dispiace per gli animali... che senso ha mangiare pesce? Il pesce (sì, anche i "frutti di mare") appartiene al regno animale, è un animale, perché dovrebbe essere considerato diversamente? Un'aragosta che viene calata viva in acqua bollente ha meno dignità di una mucca? Il fatto che non possa urlare non significa certo che non stia soffrendo, spero che su questo siamo tutti d'accordo.

il famoso simbolo del pesce
Credo che per certi versi su questo aspetto intervenga anche la tradizione religiosa
Il pesce è da sempre considerato dal Cristianesimo (e più specificamente dal Cattolicesimo) un "cibo" legato a Gesù e a vari episodi biblici, tant'è che sono ancora molte le persone che al venerdì lo preferiscono alla carne, seguendo il precetto di astinenza. Questo ha di certo contribuito a creare ulteriori errori nella considerazione di ciò che è o non è "vegetariano", soprattutto in Italia

Insomma, sic est. E' vero che ognuno mangia quello che vuole, com'è anche vero che la coerenza non è mai attuabile al 100% dappertutto, ma ritengo che un minimo debba essere preservata.

Voi come la pensate a riguardo? Come vi ponete nei confronti di chi si proclama vegetariano pur mangiando pesce, siete per l'indulgenza o il rigore? E il pescetarismo è solo l'ennesima etichetta o un vero regime alimentare

Alla prossima!

martedì 18 marzo 2014

Recensioni: prodotti da Biomì - spalmabile Soyananda, crema di tofu Fonte della Vita, carpaccio aromatico Mopur

Ciao a tutti amici e amiche!
Oggi recensirò non uno, ma ben tre prodotti che ho avuto modo di comprare da Biomì, il supermercato bio di cui ho parlato in questo post. Purtroppo non tutti potranno trovare utile l'articolo, se non altro per una questione di reperibilità. Ma mai dire mai, è possibile che questi alimenti siano venduti anche online o in qualche altro negozio bio (il secondo sicuramente da Naturasì)!
Sappiate che non è stato facile, vista la mia avversione per seitan, tofu e compagnia cantante... alla fine, però, sono rimasta molto soddisfatta dei miei acquisti! Cominciamo subito! 

- Formaggio spalmabile alle erbe e aglio by Soyananda / prezzo 4,58 euro
In Italia il Philadelphia erbe e aglio non esiste, ma quando vivevo in UK la mia scelta ricadeva sempre su questo gusto, il mio preferito. Ebbene, la versione targata Soyananda è identica: è cremosa al punto giusto, ha un sapore delicato ma saporito, per di più il tipico aroma di soia non prevale sugli altri. E' ideale per accompagnare crostini, riempire salatini, farcire panini o tramezzini (purché finiscano in "ini" eh). Un uso "alternativo" può essere quello di scioglierlo in padella e condirci la pasta, magari unito ad altri ingredienti. 
Esiste anche la versione bianca e quella al pomodoro (provata in negozio), tutte arricchite con Omega 3 e fermenti vivi. Giusto per fare un paragone, non c'è confronto con lo spalmabile di Valsoia (che è davvero orrendo).

- Crema di tofu alle olive verdi by Fonte della Vita / prezzo 3,70 euro
Questo barattolone mi durerà un bel po' di tempo (200 gr), ha infatti un ottimo rapporto quantità-prezzo (oltre che qualità-prezzo). Insomma, ho ribadito più e più volte come il tofu sia il mio peggior nemico... quando alla degustazione ho assaggiato i crostini cosparsi di questa crema, ignoravo si trattasse di crema di tofu! Il sapore mi ha istantaneamente conquistata, credevo fosse un qualche paté di olive, poi la piacevole sorpresa. Cremoso e raffinato, è adatto per essere spalmato nei panini, sui crostiniper accompagnare un buon pinzimonio. Si trova anche da Naturasì.

- Carpaccio aromatico Mopur / prezzo 2,60 euro 
La vera rivelazione fra tutti gli acquisti! Sono sempre mooooolto restia a provare affettati che imitino la carne. Escludendo il Quorn e la "mortadella" Biosmile e IoVeg (che poi secondo me sono lo stesso produttore), gli altri surrogati mi hanno traumatizzata. Quando ho aperto la busta del carpaccio Mopur avevo seriamente paura. Poi l'ho mangiato... e ho esultato felice!
Avete presente la bresaola? Eccovela, in versione vegan. Gustosa, gratificante, si sposa bene con un po' di pepe, olio e limone, con un panino o una piadina o addirittura se ne possono tirar fuori involtini ripieni, magari usando uno degli altri prodotti sopra citati. Diventerà uno dei miei prodotti irrinunciabili nella spesa settimanale! 

Bene, anche per oggi ho terminato...
Ah, tengo a precisare che ho comprato i prodotti di cui ho parlato e non sono stata pagata per esprimere tanto entusiasmo nelle loro descrizioni, eheh. Lo sapete, ciò che non mi piace non passa, poche storie! :)

Alla prossima! 

lunedì 17 marzo 2014

L'angolo delle proprietà: mele

Ciao a tutti e tutte!
Adamo ed Eva, Guglielmo Tell, Isaac Newton, Biancaneve, i Beatles e Steve Jobs... cosa avranno mai in comune tutti questi personaggi? Un frutto, forse IL frutto per eccellenza: la mela
Prima di iniziare con le nozioni "tecniche", è curioso notare come la mela nelle storie di fantasia (miti, leggende, fiabe e quant'altro) abbia sempre rivestito un ruolo di grande rilievo: la troviamo come frutto del peccato nell'Eden, come "pomo della Discordia" nell'Antica Grecia, come maledizione avvelenata per la povera Biancaneve. Credo che sia sempre stata così gettonata a causa del suo colore, quel bel rosso pieno che tutti abbiamo in mente... e si sa, il rosso è il colore della passione, delle tentazioni, del peccato!


Il proverbio sostiene che "una mela al giorno toglie il medico di torno", ma sarà vero? 

Di solito ci immaginiamo la mela come un frutto rotondo, dalla buccia scarlatta, caratterizzato da una polpa bianca, dolce e succosa. Eppure questa descrizione si adatterebbe soltanto a qualche esemplare, perché di varietà di mele, udite udite, nel mondo ne esistono circa 7000, di cui 2000 coltivate nella sola Italia. 
Ovviamente quando andiamo al supermercato (o dal fruttivendolo) non le troviamo tutte e 7000, al massimo, a voler esagerare, riusciamo a individuarne una decina scarsa
Le mele più comuni in vendita sono di solito le Red delicious, le Golden delicious, le Granny Smith, le Stark, le Fuji, le Annurche, le Gala, le Renette, le Cotogne, le Pink Lady e le "nuovissime" Ambrosia (queste sono le mie preferite in assoluto!).

Il nome scientifico della pianta è Pyrus malus ed è coltivata tutto l'anno (a turni diciamo, perché dipende dalle regioni geografiche), ecco spiegato il perché possiamo comprare mele praticamente sempre.
La mela è considerata l'autentico frutto della salute, nonché delle diete. E' generalmente ipocalorica infatti, ma è bene tenere presente che ci sono varietà più zuccherine di altre (come le Ambrosia o le Gala).  Un frutto di media dimensione contiene tra le 70 e le 90 calorie, ma più che le calorie, quando si parla di mele, sono le numerose proprietà che dovrebbero interessare!
Molti non lo sanno, ma la maggioranza di queste ultime non sono contenute nella polpa, bensì nella buccia. Per questo sarebbe meglio mangiarle senza sbucciarle, magari pulendole bene o acquistandole bio.
Le mele sono notoriamente una ricchissima fonte di vitamina E, la quale è un vero toccasana per la pelle poiché l'aiuta a contrastare l'invecchiamento delle cellule. Assieme alla vitamina E è presente una buona dose di vitamina C e di provitamina A, oltre all'elevato contenuto di flavonoidi, carotenoidi e antiossidanti. Fra i sali minerali, invece, a regnare è il potassio.
Altra sostanza-chiave che rende questo frutto un vero simbolo di benessere è la pectina, una fibra che oltre a mantenere sotto controllo il colesterolo, gli zuccheri nel sangue e perfino l'appetito (per la gioia di diabetici e persone a dieta), aiuta anche l'intestino a prevenire il cancro al colon.

Recenti studi hanno valutato che se ciascuno di noi mangiasse una mela ogni giorno, i decessi evitati sarebbero circa 8.500 all'anno, il che è sorprendente. Se non mi credete andate pure a leggere questo articolo riportato dal Corriere, rimarrete sorpresi.

Come dite? Il gusto delle mele non vi entusiasma? Date una chance alle Ambrosia... vi assicuro vi ricrederete!

Alla prossima!

Biomì, il supermercato biologico milanese

Buongiorno a tutti!
Decido di aprire questa settimana con un post un po' diverso, ma comunque più tardi arriverà anche il post per l'Angolo delle Proprietà ;)

So che molti mi odieranno per questo articolo perché, purtroppo, toccherà solo i milanesi... tuttavia mi preme precisare che non è una questione di discriminazioni! Semplicemente negli ultimi giorni ero così esaltata per aver scoperto un nuovo supermercato biologico chiamato Biomì, che non potevo esimermi dal parlarne e dal segnalarvelo... Vi prego, perdonatemi!


Tutti conosciamo Naturasì, a cui dedicai un post un paio di annetti fa, tuttavia devo proprio confessarlo: a me Naturasì non è mai stato simpatico. Escludendo poche eccezioni (riportate proprio in quel post), non ho mai trovato prodotti che mi soddisfacessero appieno, non ho mai riscontrato tentativi di venire incontro al consumatore con offerte vantaggiose e, se proprio devo dirla tutta, ho sempre constatato come il personale del punto vendita dove sono sempre andata fosse abbastanza odioso. Il lato positivo è che, bene o male, Naturasì è presente un po' in tutta Italia, ma  personalmente, potendo scegliere, sarei andata altrove. E venerdì scorso l'ho fatto. 

Qualche mese fa mi ero trovata a passare in macchina da via De Marchi, nella zona nord di Milano (fra Bicocca e viale Monza) e, fermandomi al semaforo, mi era caduto lo sguardo su questo Biomì, soprattutto attratta dai poster di Neve Cosmetics, una marca makeup di cui sono grande fan. 
Dopo quell'episodio la mia mente ha completamente rimosso Biomì, fino a venerdì scorso. Dovevo comprare della roba specifica, ma non avevo voglia di andare da Naturasì, così ho pensato di farmi una passeggiata e toccare con mano cosa offriva questo supermercato. 
Non appena entrata, sono rimasta sbalordita. Non sto scherzando, ero così euforica che l'ho scritto perfino su Facebook

Biomì è largamente più fornito di Naturasì. Ho visto decine di marche e tipologie di prodotti che non ho mai visto là, oltre a una serie di offerte veramente interessanti. Inoltre Biomì ospita un vasto reparto profumeria dove è possibile reperire anche i prodotti di Neve Cosmetics, una notizia sicuramente positiva per tutte coloro che non sono invogliate a comprare questa marca esclusivamente online. Per dovere di cronaca preciso che Neve può essere trovata anche presso la bioprofumeria Thymiama (situata in zona Sempione), ma per chi abita nella zona nord di Milano (come me) è davvero scomodo recarsi fin laggiù, quindi ben venga questa scoperta.

l'interno del supermercato, con tanto di bancone!
Oltre a Neve Cosmetics è possibile imbattersi anche in altre marche quali Verdesativa, Weleda, Sante, Planters e molte altre, tra cui non figura però Lavera. Ma ammetto che non ne sentirò la mancanza, dato che non mi sono mai trovata bene con i suoi cosmetici...

Per quanto riguarda il cibo, segnalo una bella iniziativa che Biomì promuove ogni sabato, ossia una serie di degustazioni vegan che inizia in tarda mattinata e termina alle 19. Dopo essere stata invitata io stessa a prendervi parte, ho potuto apprezzare in prima persona molti alimenti che prima mi erano ignoti (e verso cui, diciamolo, ero più che scettica), come il "fioretto di riso" (un "formaggio" ottenuto dal riso, simile alla robiola), il "formaggio" spalmabile di soia al pomodoro e la crema di tofu alle olive verdi. Di alcuni di questi prodotti vi parlerò nello specifico martedì, nella rubrica dedicata alle recensioni, ma posso già anticiparvi che sono davvero entusiasta.

Mi sono poi fermata a chiacchierare un po' con Alessio, il responsabile di Biomì
Vegetariano da sette anni e vegano da due, mi ha sapientemente proposto diverse alternative alimentari, cercando di aggirare la mia avversione nei confronti di seitan e tofu (che pazienza!). Mi ha poi illustrato le caratteristiche di molti prodotti in vendita, con particolare entusiasmo per i "pezzi forti". Due delle cose che mi hanno più incuriosita, e che sicuramente comprerò prossimamente, sono state il "parmigiano" vegan e il "formaggio fondente" (sempre vegan), che al contrario del tofu dovrebbe sciogliersi col calore (quindi adatto per pizze, sformati, polenta, etc). Alessio mi ha assicurato che entrambi sono molto validi, ma io sono come San Tommaso e finché non assaggerò sospenderò il giudizio! :D

Un'ultima cosa davvero intelligente e carina che ho notato riguarda l'immancabile carta fedeltà: anziché essere la classica tessera stile carta di credito, quella di Biomì consta in tre targhette separate, in modo da poter essere condivise con i vostri familiari, amici e fidanzati. Sono inoltre provviste di un foro per essere appese al portachiavi e non essere mai dimenticate in giro. Non so voi, ma io l'ho trovata davvero una genialata! Vi consiglio davvero di sottoscriverla, perché vi darà accesso a tante promozioni.

Insomma milanesi, lo so che Naturasì si trova in molte parti della città, ma la differenza tra i due negozi c'è ed è tangibile. Personalmente, da Naturasì non metterò più piede ora che ho questa alternativa così piacevole a due passi da casa. Vi suggerisco quindi di farvi un giro da Biomì, poi mi direte se ho ragione o meno... intanto vi lascio i loro contatti (sito e pagina Facebook), in modo da localizzarli e rimanere sempre aggiornati su offerte ed eventi!

   

Alla prossima!

venerdì 14 marzo 2014

Veg* d'eccezione: Lisa Simpson

Buonasera e buon venerdì, amici e amiche!
Dopo l'importante post dedicato a Paul McCartney, ho deciso di prenderla alla leggera ed espandere i miei orizzonti per presentarvi un personaggio che di certo conoscerete tutti, ma che non è reale come gli altri finora incontrati. Se volessimo proprio guardare il capello, in realtà anche lei è una musicista, per la precisione una sassofonista, quindi non si esce nemmeno troppo dal seminato...
Insomma, accogliamo calorosamente la nostra amica gialla Lisa Simpson!

L'inconfondibile Lisa
E' dal lontano 1989 che i Simpson tengono banco in televisione e durante questi lunghi anni ne abbiamo viste davvero di tutti i colori, non c'è che dire. Del resto, chi non conosce i Simpson? Chi non ne ha mai guardato almeno una puntata? La famiglia animata più famosa degli Stati Uniti - e del mondo - ne ha attraversate tante, certo, ma la piccola Lisa è il componente che nel corso del tempo ha subito più evoluzioni socio-culturali, e infatti, grazie alle sue vedute liberali, è diventata uno dei personaggi animati più famosi e significativi nell'ambito del sociale. Non male per una pupazzetta con la testa piena di punte, no?

Lisa e i coniugi McCartney
Caratterizzata da una cultura e un'intelligenza troppo acuminate per far parte della famiglia Simpson, Lisa si sente spesso incompresa, disadattata, sola nelle sue battaglie ideologiche. E' l'unica della famiglia a possedere una certa saggezza, e sono numerosi i momenti in cui interviene a consigliare anche i membri più "datati" del clan. Ma com'è iniziata l'evoluzione di Lisa? 
Come tutti gli altri membri della famiglia, ha esordito nel 1989, ma è solo nel 1995 che il suo personaggio cambia in modo rilevante. La puntata intitolata "Lisa la vegetariana" (in cui peraltro appaiono come guest stars Paul e Linda McCartney) segna infatti la nuova scelta alimentare della ragazzina, nonché una marcata predisposizione da "contestatrice" verso tradizioni e non solo.

famoso key-frame della puntata
Per chi non ricordasse l'episodio, eccovi la trama in soldoni: di ritorno da un parco divertimenti dove ha accarezzato un tenero agnellino, Lisa non riesce più a mangiare le classiche costolette, immaginando come queste arrivino proprio da agnellini come quello incontrato. Decide allora di diventare vegetariana, ma sia la famiglia che gli amici di scuola la deridono, cercano di ostacolarla e farla tornare a mangiare carne. Proprio durante un barbecue organizzato da Homer - a cui si oppone fermamente - Lisa, presa dall'ardore dei suoi nuovi ideali, sabota l'evento e manda su tutte le furie il padre. Avvilita, la ragazzina scappa di casa, finendo da Apu, dove scopre l'esistenza degli hot dog di tofu. Si confronta quindi con l'uomo, anche lui vegetariano (ma in realtà è vegano), che la illumina su come gestire la sua nuova scelta. A spingerla a rivedere le sue posizioni, poi, sono proprio i coniugi McCartney, amici di Apu, che le consigliano di tornare a casa e appianare le divergenze col padre, cosa che poi accadrà.

Quanti di voi si sono rivisti nella trama di questa puntata dei Simpson? Come vedete le dinamiche
il Lisa-pensiero...
sono sempre le stesse per tutti, indipendentemente dal luogo in cui si vive e, soprattutto, indipendentemente dal fatto che si sia personaggi animati o in carne ed ossa.
Da questa puntata in poi, Lisa, grazie alla sua spiccata intelligenza e sensibilità, ha sempre portato la bandiera del buon senso e della diversità di idee rispetto alla massa: non solo è vegetariana e animalista, ma anche ambientalista, buddista e femminista, quest'ultima attitudine probabilmente ereditata dalla nonna paterna Mona, con cui sente molte affinità caratteriali.

Sono stati molti gli episodi della serie dedicati alle battaglie socio-culturali di Lisa, a volte inerenti proprio i diritti degli animali (come quella sulla "festa delle mazzate" ai danni dei poveri serpenti di Springfield), altre volte l'ambientalismo (basti pensare al film tratto dalla serie tv), altre volte ancora il valore della donna nella società (la creazione della bambola "Lisa cuor di leone" da opporre a "Malibù Stacey").
L'impegno nella difesa dell'ambiente e dei diritti degli animali da parte della piccola Simpson le ha fruttato numerosi premi da parte di diversi enti e associazioni internazionali, come quello all'Environmental Media Awards nel 2001 e il riconoscimento da parte della PETA nel 2004 per la difesa della causa animalista.

E a voi piace Lisa? Devo ammettere che, vegetarismo a parte, è sempre stata la mia preferita!

Alla prossima! 

giovedì 13 marzo 2014

Quorn, consigli per gli acquisti

Ciao a tutti! Oggi torniamo a parlare dell'alimento più cliccato sul blog: il Quorn
Ogni volta che do un'occhiata alle statistiche mi rendo conto di come questo prodotto non sia più uno sconosciuto e di come susciti la curiosità di tutta la nostra penisola. Immagino che il grande tam tam su internet abbia sparso il verbo a dovere, e magari chi ha avuto occasione di andare all'estero è riuscito a dargli un assaggio, rimanendo giustamente sorpreso da quanto il Quorn sia un'alternativa di tutto rispetto.

Ma allora perché parlarne ancora? 
Perché, in realtà, per quanto io caldeggi il consumo del Quorn a vegetariani, aspiranti tali e onnivori impenitenti, basta il morso sbagliato per decretare la fine dei giochi. Mi spiego meglio: ho sempre detto che il Quorn è molto buono, tuttavia ne esistono in commercio alternative più accattivanti di altre; se per disgrazia l'onnivoro pignolo incappasse nel misero 20% di prodotti meno riusciti, verrebbe fieramente a sventolarmi sotto casa la bandierina della vittoria, urlandomi il classico "te l'avevo detto!". 
Ma io so quel che dico, ed essendo una buongustaia adesso consiglierò a chiunque abbia la possibilità di acquistarlo (e non sia vegan, a meno che non abitiate negli Stati Uniti), quelle che ritengo siano le versioni migliori di questo prodotto, dei cosiddetti "must have". 
Iniziamo subito con la "Quorn Top 10", rigorosamente organizzata in ordine di gusto

1. Quorn mince ("carne" trita)
La metto al primo posto più che per il gusto, per la grande varietà di piatti che con essa si possono preparare. Ragù, lasagne, cannelloni, burritos, chili con carne e tanto altro. E' identica - non sto scherzando - alla vera bolognese. Il ragù viene uno spettacolo (almeno il mio, ihih), ingannereste anche vostra nonna dalla Romagna, ve lo assicuro.

2. Quorn Lasagne 
Quando presi le lasagne di Quorn la prima volta, comprai quelle da banco frigo e le trovai orribili. Qualche mese fa decisi di dare loro un'altra chance nella versione surgelata. Mancano un po' di sale (come tutto ciò che è inglese), ma a parte questo sono buonissime e ipocaloriche. 

3. Quorn chicken style burgers (cotolette di "pollo" impanate)
Venduti spesso in bustoni famiglia da dieci cotolette l'uno, sono davvero eccezionali. Fritte o al forno (ma meglio quest'ultimo), accompagnate dalle patatine o a pezzi in una "Caesar salad", liquidano in modo gustoso e veloce i pasti per i quali non si ha voglia di cucinare. 

4. Quorn cheese & broccoli escalopes (cotolette di "pollo" arricchite da formaggio e broccoli)
Deliziose scaloppine sotto la cui panatura si nasconde uno strato di formaggio e broccoli. Quando si cuoce si fonde tutto insieme e a ogni forchettata il piacere è assicurato.

5. Quorn ham slices (prosciutto cotto)
Velocissime alternative per preparare tramezzini e panini, ma anche da usare come ripieno per torte salate, crepes e quant'altro. Le mie "slices" preferite sono quelle di prosciutto, ma anche il tacchino ha il suo perché. 

6. Quorn Frankfurters (wurstel)
Non sono mai stata una fan dei wurstel neppure quando mangiavo carne, tuttavia posso capire che a molti gli hot dog piacciano. Questi wurstel sono uguali a quelli di carne, metteteli dentro a un bel panino, unite ketchup, senape, crauti e quant'altro: sarete felici. 

7. Quorn Southern burgers (cotolette impanate speziate)
Simili alle cotolette di pollo di cui sopra, queste sono leggermente meno spesse e la loro panatura è davvero pepata... diciamo pure che se non amate troppo il piccante potrebbero disturbarvi, ma niente di insopportabile.

8. Quorn burgers (hamburger di "manzo")
Se amate gli hamburger, sappiate che quelli di Quorn battono McDonald's 10 a 1. Si possono cucinare al forno, in padella o alla griglia, ma vi consiglio quest'ultima per esaltarne il gusto appieno. Esiste anche la versione vegan!

9. Quorn chicken style fillets (filetti bianchi di "pollo")
Questi filetti ricordano il petto di pollo alla piastra, sia per gusto che per consistenza. Credo diano il meglio di sé non tanto da soli (sono un po' tristi), ma in ricette più fantasiose, come ad esempio le scaloppine al vino bianco.

10. Quorn sausages (le salsicce da BBQ)
Non ho mai amato il gusto delle salsicce, ma se siete invitati a un BBQ (com'era successo a me) portatevene un sacchetto in borsa, almeno non dovrete per forza darvi alle zucchine grigliate... Che dire, sanno di salsiccia, sono mangiabili! 





Bene, la mia Top 10 è terminata, spero che in qualche modo vi fidiate e possa tornarvi utile se abitate in uno dei paesi che vendono il Quorn! Il prezzo di questi prodotti è irrisorio, quindi non farà molto male al portafogli. Se provate qualcosa di questa lista fatemelo pure sapere qui sotto! 
Giusto per la cronaca, aggiungerò questo post alla sezione Provati per voi, così da non farlo perdere nei meandri del blog...

Alla prossima!