Niente, non ce la faccio, in questo periodo ho la vena riflessivo-polemica che mi si aggrappa addosso e non riesco a scrollarmela. E questo non è granché esaltante, dato che non mi fa piacere discutere, in linea generale. Discutere no, ma far riflettere sì. E allora lanciamoci nell’argomento odierno: il curioso caso di Ben & Jerry’s.
Conoscete questa marca di gelati? E’ americana, io l’ho conosciuta quando mi sono trasferita nel Regno Unito la primissima volta, nel 2011. Per qualche strano motivo però (penso il costo), non ho mai avuto il privilegio di assaggiare uno dei loro fantomatici gelati, neppure quando ero solo vegetariana. Poi sono diventata vegana, e allora addio Ben & Jerry’s. Ma attenzione, perché nel 2015-2016, accade qualcosa di straordinario: dagli USA, Ben & Jerry’s non solo annunciano che lanceranno la linea dairy-free, adatta anche ai vegani, ma che addirittura arriverà presto nel Regno Unito.
I vegani vanno in panico dall’emozione, un visibilio mai visto nemmeno per un concerto di Madonna.
Dopo qualcosa come un anno e mezzo di attesa, finalmente sto maledetto gelato è approdato in terra britannica, precisamente l’ultima settimana di settembre. E metto subito le carte in tavola: facendo a metà col mio ragazzo (un barattolo costa £5.50, ossia 7 euro!), io, per curiosità, il gelato di Ben & Jerry’s me lo sono comprata. Tra i tre gusti “male di vivere”, ho preso quello che mi sembrava il più accettabile, il Peanut Butter & Cookies. Buono eh, ma penso che data l’elevata dose di zucchero presente, qualora ci avessero messo dentro catrame e cemento, sarebbe stato ugualmente goloso.
Lo dico subito: per me se uno vuole togliersi lo sfizio una volta o due l’anno (magari in occasione di ricette particolari o feste), non ci sono problemi. Certo, il costo spropositato di questi prodotti dovrebbe far riflettere, considerando anche gli ingredienti piuttosto arzigogolati (sono abituata a considerare il gelato qualcosa di semplice), ma va bene, siamo umani, una porcata ogni tanto ci può stare.
Io stessa l’ho comprato. La domanda è: lo ricomprerò in futuro? Ma proprio per niente. E qua arriviamo al punto.
Su Facebook tutte le pagine vegan UK erano letteralmente impazzite. “OH MIO DIO, il gelato vegan di Ben & Jerry’s whooooaaaaa!!!”. Tutti, ma proprio tutti hanno avuto questa reazione. E, chiariamoci, trovo che chiunque si occupi del marketing di B&Js abbia fatto un lavoro meraviglioso nel creare per ben un anno e mezzo l’hype necessario a spingere i consumatori vegani, che prima amavano i loro prodotti, a svenarsi per comprare i loro nuovi gelati senza latte. Chapeau.
Però, mentre scorrevo i commenti, ne ho letto uno con cui ho simpatizzato subito: “non capisco il perché di tutto questo entusiasmo, Ben & Jerry’s è ancora uno dei brand che utilizza in grandi quantità latte vaccino, quindi perché dargli soldi?“. E quindi ho pensato “ma vedi che questo tizio mica ha tutti i torti…”.
Da quando il veganismo è scoppiato negli ultimi anni, sono tantissime le aziende che ci stanno marciando su, mettendo spesso in commercio prodotti ultracostosi, adducendo come pretesto il fatto che siano vegani. Il che può anche essere accettabile qualora gli ingredienti siano pregiati o particolari, ma non è certo questo il caso. Al di là degli ingredienti, la questione è che Ben & Jerry’s - un’azienda specializzata in gelati, non un supermercato, è una distinzione importante - non ha granché di etico e fa il grosso dei suoi introiti con prodotti che impiegano latte di mucca, non certo coi prodotti dairy-free. E i vegani dovrebbero, per “etica” (con tutte le eccezioni del caso, di cui ho parlato nell’altro articolo), non appoggiare economicamente chi opera su larga scala in questo tipo di business. Però se vai a chiedere loro perché ci sia un hype così enorme per questi gelati, e perché continueranno a comprarli, ti diranno “perché è buono”. Certo, ma non è quello di cui accusiamo sempre gli onnivori ogni volta che ci rispondono che non possono rinunciare alla carne, al latte o ai formaggi?
Quindi ho pensato: ma non è che noi vegani ci stiamo facendo irretire un po’ troppo dal marketing, e stiamo anche diventando un po’ “superficialotti”? E’ bello avere alternative, certo, ma secondo me è essenziale restare coi piedi per terra, essere critici, e non farsi venire un infarto ogni volta che brand X mette in commercio a peso d’oro qualcosa che, comunque, non aiuterà la nostra causa. Altrimenti non apporteremo nessun cambiamento, e saremo sempre al punto di partenza…
Quello che intendo è che se domani Nestlè immettesse sul mercato prodotti vegani, io non li comprerei, mi spiace. Almeno, io che ho la possibilità di scegliere. Ovviamente ci sono sempre tanti fattori che concorrono e di cui si deve tenere conto, come la disponibilità economica e il luogo in cui si vive (se vivi in cima a un monte e l’unica alternativa che hai è Granarolo, posso capirlo). Ma supponendo che le condizioni necessarie siano soddisfatte, non sarebbe meglio cercare di fare il famoso “male minore” invece che cedere al marketing?
Parlo nello specifico di Ben & Jerry’s perché, vi giuro, non ho mai visto vegani tanto elettrizzati per qualcosa di simile. Il fatto che finora i vegani non abbiano comprato i loro gelati per una questione di sofferenza animale, di abbassamento della domanda, di salute o quel che è, perde completamente di senso nel momento in cui sceglieranno/scelgono di continuare a comprare i nuovi gelati dairy-free.
Le aziende, in un modo o nell’altro, stanno dicendo “ok, non volete darci i vostri soldi per degli ideali? Abbiamo trovato un modo per farveli spendere lo stesso, e continuerete a finanziarci”.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!