Arrivo un po’ in ritardo, me ne rendo perfettamente conto, ma come ben sapete sono stata lontana dal blog per cause di forza maggiore, e quindi ho perso l’occasione di battere il ferro finché era caldo, ossia nel momento in cui il famoso (o famigerato?) cuoco Gianfranco Vissani se n’è uscito con una delle affermazioni più infelici di sempre durante InOnda, programma trasmesso su La7, il 19 agosto 2016.
Prima di continuare, vorrei dedicare questo articolo a tutti gli onnivori che la pensano come Vissani, e che quindi ritengono i vegani (tutti) incapaci di un qualsiasi dialogo civile, accusandoli di essere dei “nazisti”, e di meritare tante legnate. Semmai incappiate da queste parti, cari onnivori, mi auguro che questo articolo vi faccia in qualche modo capire che Vissani ha detto una marea di fregnacce, perché la sua uscita non è stata certo migliore di quelle vegane da lui additate, e che non è con gli insulti e gli sfregi che si costruisce un confronto degno di questo nome. Detto ciò, continuiamo.
“I vegani è una setta. Sono come i testimoni di Geova. Io li ammazzerebbi tutti.”
Se c’è qualcosa per cui qualcuno dovrebbe chiamarmi “nazi” in questo momento, non è il mio veganismo, ma l’amore per la lingua italiana, che qua viene prepotentemente violentata per esprimere un concetto altrettanto spiacevole. Sorvoliamo sulla forma, e andiamo avanti.
Non pago della prima uscita, Vissani rincara la dose quando, durante il confronto con lo chef Davide Oldani, che lo accusa di dire stupidate, ribatte “lo sai che cosa significa essere vegano? Lo sai?”.
La mia contro-domanda a questo punto è: e tu, Vissani, lo sai?
Tutta questa arroganza e disprezzo, da quanti anni di veganismo ti arrivano? Da quanti confronti con le persone attorno a te? Quante volte la gente ti ha chiesto se fossi malato quando declinavi la carne e il pesce? Quante volte ti hanno detto che eri sbagliato o pazzo? Quante altre persone ti hanno urlato in faccia che ti vorrebbero ammazzare per una scelta che non esprime altro che sensibilità? Posso immaginarlo. Posso immaginare che tutti questi anni in cui sei stato indomitamente vegano ti abbiano piegato, spezzato, esasperato, e infine spinto dall’altra parte della barricata, conducendoti alla reazione estrema che ti ha fatto esclamare davanti a tutta Italia “io i vegani li ammazzerei tutti!”.
Ma seriamente? Ma di cosa stiamo parlando qua?
Sapete amici onnivori, se c’è una cosa di cui sono fermamente convinta è che non si può giudicare in modo feroce e impietoso il veganismo se non lo si ha provato almeno per tre giorni. Nemmeno sette, tre. Molti di voi si renderebbero conto di molte cose, nel bene e nel male, ve lo assicuro.
La quasi totalità di voi è convinta che ci nutriamo di semi, bacche e che moriamo di fame perché amiamo gli animali. Che scansiamo gli acari della polvere e lasciamo prolificare i pidocchi sulle nostre teste perché non vogliamo uccidere gli animali (parassiti inclusi). Ci vedete come una “setta”, appunto, perché tentiamo di sensibilizzare la persone su tematiche che ci stanno a cuore. Perché non vogliamo credere che esistano persone che pur di farsi una bistecca o un cappotto restino davvero impassibili davanti a un animale urlante che viene sgozzato o scuoiato vivo. Davanti al dolore. Noi speriamo questo, che qualcuno possa essere toccato da queste problematiche. E non voglio mentirvi, sarò onesta: è vero, alcuni di noi lo fanno male, molto male. Sono quelli che chiamate “nazivegani“, quelli che si arrabbiano se non la pensate come loro e vi augurano di morire, quelli che vogliono imporre il veganismo senza “se” e senza “ma”, a costo di ingozzarvi con il tofu e il seitan. Ma non siamo tutti così, e la community cresciuta attorno a questo blog, per esempio, lo dimostra. La community Instagram lo dimostra.
Dateci una chance anziché etichettarci e dirci che magari ammazzati, come dice Vissani, anche no, ma sicuramente dovremmo essere riempiti di botte (commento sotto al video). WTF? Se noi siamo orribili, mi sa che siamo in buona compagnia.
Ah, e non è vero che i bambini vegani non esistono, o che, se esistono, sono votati alla morte. Ci sono tante coppie vegane con giudizio che hanno bambini vegani in salute e felici, i casi di cronaca di cui leggete arrivano da genitori incapaci, esattamente come quelli che lasciano i figli nutrirsi di pizza, patatine e cioccolato e che non cucinano mai per loro, trascinandoli a 5 anni verso l’obesità infantile.
Ma immagino sia più facile continuare a credere a quello che propinano televisione e giornali, che manipolano le vostre menti peggio di un bambino col Didò, piuttosto che constatare personalmente quello che sto dicendo. Per esempio, leggete questa intervista. Di mamme come lei ce ne sono tante!
Se deste uno sguardo ai nostri Instagram, vedreste coi vostri occhi che la cucina di Vissani, e di molti suoi colleghi, ci fa un baffo. Anzi, personalmente sono arrivata a pensare che è troppo facile fare lo chef usando i prodotti animali. La vera sfida è quella di rendere interessanti delle zucchine o degli asparagi, a fare i pancake senza uova e la meringa senza albume. Siamo bravi, forse alla gente come Vissani dà fastidio questo, ossia che stiamo cambiando le carte in tavola (letteralmente, in questo caso). Troppe volte degli “chef” sono andati in crisi una volta saputo che ero vegetariana, nemmeno vegana. Ma allora cosa siete chef a fare? Il piatto di formaggi me lo sapevo fare anche io a casa, se vado al ristorante voglio qualcosa di un po’ più creativo da gente che mi chiede 10 euro a portata.
Comunque, questo è quanto.
Spero che qualcuno capisca che la fazione morbida dei vegani non è fatta di svitati aggressivi che vuole uccidere chi mangia carne. Di contro, vorremmo anche noi non essere attaccati dal primo personaggio che pecca di ignoranza, se no poi è inutile lamentarsi delle reazioni (vi pare?).
Certo, mica neghiamo che vorremmo il mondo intero vegan, non siamo ipocriti. Chissà se un giorno accadrà. Quel giorno è lontano, e sicuramente saremo già polvere quando e se succederà. Nel mentre, cerchiamo di fare il male minore, ma senza citofonare alla gente per convertirla. Mica siamo testimoni di Geova.
Alla prossima!