Crozza chef vegano-crudista: satira o offesa?

Apro questo articolo con due puntualizzazioni molto importanti ai fini dell’articolo stesso.
Punto primo: chi vi scrive, come ben sapete, è vegan.
Punto secondo: chi vi scrive non ride davanti alla performance di un comico nemmeno dietro lauto compenso monetario. Mi spiace, c’è sicuramente qualcosa che non va in me, ma è la verità: per me qualsiasi cosa o persona che tenti di far ridere volutamente è una sorta di tortura, perché non rido. Non c’è verso! Le barzellette sono un supplizio, gli aneddoti divertenti non ne parliamo, i comici e tutto quello che gira loro intorno sono come le punizioni dantesche in uno a caso dei gironi dell’Inferno.
Per fortuna riesco ancora a farmi due risate grazie all’ironia e al sarcasmo quotidiani, purché usati con intelligenza. Esclusi questi due elementi, tutto ciò che utilizza luoghi comuni per strappare una risata a forza mi fa sentire come Laura Palmer nel sacchetto di plastica.

Crozza chef veganoFatte queste due premesse di vitale importanza, affrontiamo l’argomento odierno: la performance di Maurizio Crozza nei panni di uno chef vegano-crudista alle prese con ricette assurde basate su principi e ingredienti ancora più assurdi.
Io di questo video non sapevo nulla, non ho familiarità con la tv italiana da ormai un anno e YouTube ben se ne guarda dal propinarmi video a cui non sarei mai interessata (cioè quelli comici). Se sono venuta a contatto con questo contenuto è perché è diventato piuttosto famigerato e controverso su Facebook.

Orde di vegani indignati si sono letteralmente imbufaliti per quanto inscenato da Crozza nei suoi sette minuti televisivi. L’accusa è quella di aver fatto passare la nostra già non popolare categoria per “malati di mente“, esseri a metà tra il new age e il manicomio, divisi tra la sofferenza provata per una banana sbucciata e i benefici estremi dei semi di chia. Io il video l’ho guardato, tutto. E adesso vi esporrò i miei pensieri in merito.

Sono onesta se vi dico che posso capire il perché di tutto questo. Come appena menzionato, sì, ne sono conscia anche io, i vegani non sono la categoria più popolare del pianeta. Molte persone si tengono ben alla larga dall’avere un qualsiasi dialogo o rapporto con noi, per una serie di motivi che non vi sto a spiegare, li conoscete già. Vedere quindi inscenata una simile presa in giro della categoria - per di più su scala nazionale - non aiuta certo a migliorarne la reputazione, ci mancherebbe. Lo comprendo, sono vegana anche io. Eppure, secondo il mio personalissimo e umilissimo parere, c’è qualcosa che la danneggia ancora di più: la totale mancanza di autoironia e di un minimo di leggerezza.

Come vi ho detto in apertura, io non rido davanti alle gag dei comici. Il fatto che la frase che sto per snocciolarvi arrivi da me, quindi, dovrà farvi riflettere parecchio: ma fatevela una risata! Non per forza nel senso letterale di ridere, il mio è più un invito alla leggerezza.
Lo so, abbiamo degli ideali, combattiamo per una causa, crediamo nella possibilità di avere un pianeta migliore, dove gli animali non vengono torturati per il piacere del palato umano, dove l’ambiente viene rispettato e dove la fame nel mondo sparisce. Ma in questo mondo che ci immaginiamo e che desidereremmo con tutto il cuore, si deve conservare la capacità di ridere. Di prendersi in giro. Di saper riconoscere dove ogni tanto gli eccessi diventano così esasperati da portare a una risata.

Crozza chef vegano 2Non sto dicendo che Crozza sia nel giusto. Prendere per i fondelli gli altri non è mai piacevole (per gli altri). Ma diamine, è stata fatta satira su argomenti ben più “oscuri”, come l’Isis. Si fa satira su qualsiasi cosa, l’intelligenza, o la superiorità se preferite, sta nel saperla accettare e passare oltre. Spero di non dover essere io a ricordarvi che l’anno scorso a Parigi sono morte delle persone nella redazione di un giornale perché qualcun altro non è stato capace di accettare la loro satira. E allora un anno fa erano tutti Charlie, tutti a scrivere #jesuischarlie sulle bacheche di Facebook, perché tutti erano per la libertà di parola a tutti i costi; poi dopo un anno Crozza fa un numeretto di sette minuti in tv dove prende in giro i vegani estremisti, e allora quei vegani, quegli stessi vegani che magari avevano quella scritta condivisa su Facebook, lo tacciano di essere irrispettoso, gridano al disgusto, pretendono che corregga il tiro.

Lungi da me dirvi che dovete per forza ridere, per carità. Come ho detto, io il video l’ho visto, e - sorpresona - non ho riso. Ma non l’ho neppure trovato offensivo, e non perché non creda nella nostra causa. Non l’ho trovato offensivo principalmente per tre motivi: perché le cose dette erano talmente eccessive da risultare iperboliche e, di conseguenza, non credibili; perché non c’era cattiveria o volontà denigratoria, come invece vedo in tante pagine dedicate su Facebook; perché Crozza stava facendo il verso a un personaggio specifico, che, perdonatemi, avrei giudicato quantomeno bizzarro anche io. Un po’ come era successo a me con i melariani.
Credo che tutto ciò sia lampante per chiunque abbia dell’intelligenza. Poi ci saranno sicuramente persone che pensano che i vegani siano davvero gli svitati che dipinge Crozza, ma sono certa che lo pensino anche senza la sua gag. E voi direte “non c’era bisogno di gettare benzina sul fuoco“, ma qui vi rispondo che se allora non si è liberi di fare della satira su qualcuno o qualcosa, qual è il senso di tutti quei “#jesuischarlie”?
Insomma, dal mio canto apprezzerei un po’ più di onestà intellettuale e coerenza.

Questo è quello che penso io. So che ci sono molti altri vegani che mi daranno contro per tutto questo, ma pazienza, in fondo c’è già tanta gente che dice che scrivo ca**ate :)

Fatemi sapere cosa ne pensate voi a questo punto. Reazione eccessiva o appropriata?

Alla prossima.

2 thoughts on “Crozza chef vegano-crudista: satira o offesa?

  1. Già cominciare ammettendo (viva la sincerità, comunque) di non avere senso dell’umorismo significa cominciare male. Se non altro perchè non lascia margini per poter invitare il prossimo a farsi due risate. Ma passi. Quello che trovo preoccupante è che ci siano persone che si siano realmente sentite offese dalla performance di Crozza. Parliamoci chiaro: Crozza è un genio, è il numero uno. E non tanto perchè il sottoscritto si sia letteralmente scompisciato dalle risate a vederlo nei panni del fantomatico Germidi Soia, nè perchè (ovviamente) la sua imitazione è così iperbolica e grottesca da essere (chiaramente) uno sfottò finalizzato solo a farsi due risate… ma proprio perchè, alla fine, succede che vedi Crozza, ridi, poi googli alla ricerca di informazioni sui vegan e spuntano come funghi personaggi (quelli sì) grotteschi, che dicono cose ugualmente inverosimili e sciocche… e, tra tutti, sorvolando sulla zucca che piange, il mantra dei “mangia-cadaveri”. Ed a quel punto che la parodia di Crozza dimostra la sua genialità: il suo personaggio fa ridere perchè chi lo ascolta vi riconosce persone reali con cui ha o ha avuto a che fare, rivede in lui lo stereotipo - ben fondato - del classico vegan… uno che più che impiega il suo tempo a spiegarti quanto fa bene quello che mangia lui, preferisce fare terrorismo e rompere le gonadi cercandoti di convincerti che sei un mostro o un alieno per il fatto che mangi quello che mangi tu. Che poi è quello che l’uomo praticamente mangia da quando esiste sul pianeta Terra. Per carità, va bene, per esempio, esaltare i nutrienti di un vegetale qualunque, ma suona ridicolo (perchè lo è) tirar fuori pipponi interminabili, per esempio, sullo sfruttamente (!) delle api (!) che fanno il miele (!). La gente ride perchè Crozza è bravo, ma ride soprattutto perchè il vegan medio fa ridere. Io capisco che in epoca moderna la noia e il bisogno di trascendenza portino le persone a trovare conforto e rifugio nelle religioni. E capisco anche che il cibo, ormai, è diventato terreno fertile per la nascita e la crescita di nuovi culti che non hanno niente da invidiare alle religioni istituzionali, coi loro dogmi, i loro riti e i loro anatemi. Ma ci sta. C’è chi pensa che la Terra sia piatta, che siamo posseduti da alieni, che i morti risorgano, che gli asini volino, e c’è chi pensa che gli ortaggi soffrano. Ci sta. Ognuno è libero di pensare ciò che crede. Gli altri, tuttavia, sono liberi di riderne. Spero. Apprezzo comunque il messaggio positivo di tollerenza (sic! per una imitazione? mah) rivolto alla platea dei vegetariani, dei crudisti, dei fruttariani, dei melariani (ahahahahah) e nondimeno a tutti coloro che credono realmente di contribuire allo sviluppo e al benessere di questo pianeta solo perchè mangiano ciò è caduto spontaneamente da un albero piuttosto che cogliendolo direttamente dal ramo. Lo apprezzo, sinceramente. Ma se c’è realmente bisogno di fare questo appello (Isis a parte, indizio lampante di cosa derivi dal prendere le religioni troppo sul serio), sinceramente, credo serpeggi un grosso problema di natura mentale che va seriamente aldilà del fatto dello scegliere di nutrirsi di ciccia o di erba. Cari saluti.

    1. Caro Peppe, ti ringrazio molto per il commento lasciato, amo i commenti lunghi e articolati, che ci tengono a spiegare bene il punto di vista dell’autore e ciò che realmente vuole esprimere. Penso anche io che lanciare un “appello” del genere (oddio, non che volessi davvero lanciare un appello, è più un invito alla riflessione, giacché spero sempre che alcuni tipi di vegani vegani siano più invogliati alla riflessione da un altro vegano piuttosto che da qualcuno che non lo è) sia preoccupante. Non lo definirei un problema di natura mentale, nel senso che non penso assolutamente che sia legato a una qualche follia latente. Semplicemente quando qualcosa, qualsiasi cosa, sfocia nell’estremismo più selvaggio, allora è là che sorgono i problemi. Ma questo tipo di risultato coinvolge molte altre aree oltre a quella mentale, come la società, il proprio background, e tanti altri fattori. Posso solo sperare che magari chi ha preso troppo seriamente Crozza e si è confermato come lo stereotipo di vegano da evitare, sia molto giovane e quindi “infervorato” naturalmente per via dell’età. Per gli altri casi non so che dire, se non che non siamo tutti uguali.
      Ah, a proposito, una puntualizzazione. La mia premessa iniziale non voleva indicare che non ho senso dello humour (e quindi che sono la classica vegana incapace di farsi una risata). Rido un sacco e trovo divertenti un sacco di cose (tipo le parodie su YouTube e oggi ho riso tutto il pomeriggio vedendo il ridoppiaggio del discorso di Di Caprio agli Oscar per esempio), semplicemente i comici, i programmi comici e le barzellette (“La sai l’ultima?” non ne parliamo!) non mi istigano alla risata! L’unico tizio che mi faceva ridere era quello che a Mai dire gol parodizzava il Dr House e faceva poi Jean Claude… lo adoravo! :D La mia premessa era per esprimere una certa neutralità in merito all’argomento, non volevo certo dire che sono incapace di vivere la vita divertendomi :)
      Grazie per essere passato e cari saluti a te!

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