Neve Cosmetics: make up minerale, cruelty free e… vegan! #StoConNeve

I più fedeli tra voi ricorderanno che ai tempi del paleolitico, ogni tanto, scrivevo anche di cosmesi “verde”.
Poi, un po’ come è successo per i dinosauri, la rubrica dedicata alle tematiche “beauty” si è estinta, o per meglio dire è scomparsa a tempo indeterminato. La riprendo felicemente oggi, che è pure domenica (e quindi si tratta di una “edizione straordinaria”), per parlare di un giovane brand italiano a cui sono molto affezionata, e che in tempi recenti è stato (ed è) protagonista di una singolare battaglia giuridica scatenata da una ben più nota multinazionale.

Sto parlando di Neve Cosmetics, un tempo Trucco Minerale, azienda piemontese specializzata in make up - per l’appunto - minerale, ma che con gli anni ha allargato il suo range di prodotti a creme viso, creme corpo, rossetti e pennelli di ogni forma, colore e uso.

Finora non avevo mai considerato l’idea di dedicare un articolo a Neve Cosmetics, per il semplice fatto che sul web (e non solo) ha una fama di tutto rispetto (se girate su YouTube troverete una valanga di beauty guru che ne parlano, e la stessa Clio Zammatteo aveva dedicato a Neve un articolo sul suo blog), perciò davo per scontato che la conosceste già. Dopo aver postato lo status su Facebook dove ho dichiarato “#StoConNeve“, mi sono però resa conto che non è così, quindi eccomi qua a scriverne. Lo faccio non solo per voi, ma anche perché, nel mio piccolo, vorrei dare manforte a Neve Cosmetics, che proprio non si merita quello che le sta capitando con Nivea… ma andiamo con ordine.

Trucco Minerale nasce nel 2009 a Moncalieri, in Piemonte. Anche se il 2009 sembra un anno recente, in realtà, dal punto di vista del make up, è quasi un’altra era, perché qualche anno fa questa tipologia di trucco non era poi così gettonata, e per capire come spargerselo in faccia ci volevano addirittura dei video-tutorial. L’unico altro marchio a dominare la scena del minerale era il sephoriano Bare Minerals, i cui prezzi però erano così alti da non invogliare a concedere una chance a qualcosa di ancora poco noto.

La giovane azienda italiana inizia così a farsi conoscere attraverso i canali YouTube delle beauty guru italiane, che ne parlano sempre con gran entusiasmo. In poco tempo Trucco Minerale riesce a conquistare la simpatia delle consumatrici, nonché un’ottima fetta di mercato, grazie soprattutto a tre fattori molto importanti: la genuinità dei suoi prodotti, i prezzi accessibili e lo spirito sbarazzino che accompagna prodotti e comunicazione (indimenticabili i blush “Heidi” o “Sailor Moon”!). Le cose procedono decisamente a gonfie vele e, se non erro, proprio nel corso del 2010, Trucco Minerale cambia nome e diventa Neve Cosmetics.
Neve perché le loro polveri sono leggere e soffici come la neve, concetto richiamato dal logo, un fiocco di neve cristallizzato.

Potrei dire di aver visto crescere questo brand, perché il 2009 è stato l’anno in cui io stessa ho iniziato ad appassionarmi al make up, seguendo diversi canali beauty su YouTube. Ho assistito alla sua evoluzione, ai suoi best seller e ai suoi flop (perché ovviamente ci sono anche quelli), ho apprezzato il passaggio dall’online a punti vendita quali negozi e profumerie bio (ad esempio a Milano Neve è venduta da Thymiama e Biomì), e quando ho potuto gli ho sempre fatto pubblicità.

Parlando strettamente di prodotti (e no, Neve non mi ha pagata, né mi ha mandato mai nulla gratis, non credo sappiano nemmeno che io esista :P), potremmo dire che il pezzo forte di Neve Cosmetics sono gli ombretti: pigmentatissimi, caratterizzati da colori spesso inusuali e da una lunga durata. Ammetto che io gli ombretti non li uso mai (non mi trucco gli occhi), in compenso ho fatto degli acquisti assieme a mia mamma e lei sembra apprezzarli molto, soprattutto i colori. Per quel che riguarda me, invece, di Neve mi sono sempre piaciuti molto i fondotinta (io sono fondo-dipendente), soprattutto quelli precedenti alla riformulazione “high coverage”. Tra i fondi più “light” invece, il “flat perfection” vince su tutti, in particolar modo d’estate, e se non avete una pelle molto problematica da coprire. Anche i rossetti sono prodotti ottimi (ho provato sia i famosi “Pennarossetto” che quelli in stick), devo dire che, personalmente, li comprerei tutti anche solo per il packaging! Ciò che amo maggiormente di Neve sono però i blush, sia in polvere libera che compatti (ho ancora la palette “Blushissimi”). Nonostante molte recensioni ne rimproverassero la durata, devo dire che su di me questi blush hanno sempre avuto una riuscita vincente. Non so se dipenda dal tipo di pelle o altro, ma anche mettendoli la mattina presto, mi sono sempre ritrovata le guance rosa fino a sera. “Emoticon” (un tempo anche “Cocktail”, ma non so se lo vendono ancora) è il mio preferito in assoluto, tant’è che l’ho ricomprato due volte!

Ovviamente tutti i prodotti in questione hanno INCI verde, sono vegan ed erano già cruelty free prima che nel 2013 passasse la legge europea relativa ai test sugli animali. Inoltre, il servizio Neve, se acquistate online, è sempre accompagnato da gentilezza e disponibilità, e di solito, assieme al prodotto comprato, viene regalato qualche campione omaggio, che fa sempre piacere!

Insomma, come si potrà facilmente evincere, sono una gran fan di Neve Cosmetics. Non sto dicendo che tutti i prodotti acquistati mi siano piaciuti, anzi (per esempio il fondo “high coverage” l’ho trovato importabile e sono riuscita a smaltirlo solo applicandolo sul collo in un periodo di “acne da stress”, là ha funzionato bene!), però fra le realtà italiane trovo che sia un ottimo esempio di azienda giovane, corretta e di qualità, che merita i nostri soldi. Ecco perché quando ho letto che Nivea li ha portati in tribunale attaccandosi al nome, mi sono girate le scatole. Ed ecco perché sto scrivendo ora, perché mi sento un po’ Sailor Moon, tipo una paladina della legge che a modo suo lotta contro le ingiustizie (pur non vestendo alla marinara).

Secondo quanto riportato, l’accusa sarebbe che il nome “Neve” ricorda troppo “Nivea”, e quindi si tratterebbe di concorrenza sleale, giacché il consumatore risulterebbe confuso al momento della scelta. E certo, perché chiunque, andando al supermercato o in qualsiasi negozio bio, potrà vedere sullo stesso scaffale “Neve Cosmetics” e “Nivea”, cadendo preda dell’ambiguità più selvaggia, no? Ma andiamo signori, ma ci prendete in giro?

La “concorrenza sleale” imputata a Neve (che in sincerità non credo proprio abbia pensato a Nivea nemmeno per mezzo secondo al momento del battesimo dell’azienda) non sussiste, primo perché la tipologia di prodotti è diversa come il giorno e la notte; secondo perché i luoghi in cui i due brand sono distribuiti sono completamente differenti e non c’è modo che i rispettivi prodotti possano coesistere nello stesso posto; terzo perché la tipologia di consumatori non è la stessa, chi compra Neve è di solito qualcuno che legge le etichette e sceglie il cruelty free, mentre chi opta per Nivea spesso non sa nemmeno cosa sia un INCI, né si interessa di prodotti bio.

Quindi la mia domanda è: come cavolo è stato possibile che la Nivea abbia vinto la causa? Perché sì, a questo giro hanno vinto. Neve ha dichiarato che farà ricorso in appello, ma se gli avvocati della multinazionale tedesca sono stati così scaltri da riuscire a spuntarla la prima volta, non so quante possibilità di successo esistano. Io incrocio le dita per Neve e aderisco alla campagna di supporto #StoConNeve.

Se anche voi siete con Neve, spargete la voce sui vostri social usando l’hashtag di cui sopra, non permettiamo che una multinazionale schiacci una piccola azienda italiana con dei valori e che si impegna in quello che fa!

Per maggiori informazioni sui prodotti Neve Cosmetics e sul brand, vi rimando al loro sito: www.nevecosmetics.it

Alla prossima!

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