Mesi e mesi fa avevamo ficcato il naso nel guardaroba di vegetariani e vegani, puntualizzando quali tipi di materiali si dovrebbero assolutamente evitare. Avevamo parlato di pellicce, pelle, seta, pelle di rettili, piume d’oca e, infine, della lana. Avevamo anche specificato come esistano in commercio diverse alternative sintetiche cruelty free che ci permettano di vivere senza chissà quali drammatiche privazioni, se non contiamo quelle a carico del portafogli.
La pelle è di solito il materiale che getta più confusione nella mente del consumatore vegetariano standard (parlo di vegetariani perché, si sa, i vegani adottano genericamente restrizioni maggiori), perché semplicemente non ci si pensa, quasi la si desse per scontata. Per quanto possa sembrare strano, sono in molti a non realizzare che il materiale di cui sono fatte scarpe/cinture/borse sia pelle di mucca o di vitello, la stessa mucca o vitello della cui carne non ci si vuole cibare. Ho incontrato tantissimi vegetariani (anche più datati di me) che alla domanda “ma tu compri scarpe di pelle?” mi hanno risposto “sì”. Lo stesso Morrissey, tanto intransigente e agguerrito nella sua battaglia per difendere i diritti degli animali, è stato avvisato più di una volta con capi in pelle, e si è successivamente difeso sostenendo che “non esiste un’alternativa sensata al cuoio“.
In generale, si tratta di un errore abbastanza comune e, di solito, una volta illuminato il vegetariano di turno sulla questione, viene corretto in fretta.
Quando si abbandona la pelle, in tanti passano a quella che viene considerata a torto la sua alternativa più nota: l’ecopelle.
L’ecopelle è un materiale infido, che ha tratto, e trae, in inganno molti di noi. Sì, “noi”, perché anche io purtroppo sono caduta vittima di questo equivoco. Il suo nome è sempre suonato rassicurante, perché quell'”eco” davanti a “pelle” ha sempre fatto pensare (per lo meno a me) che si trattasse di un’imitazione “ecologica” del cuoio. Invece no, mi duole annunciarvi che, purtroppo, “pelle” si riferisce alla pelle, quella vera, quella che andrebbe evitata, mentre il prefisso “eco” non fa che identificarne il procedimento di lavorazione, che avrebbe semplicemente un impatto ambientale minore rispetto alla lavorazione classica.
Insomma, l’ecopelle non va confusa con la “finta pelle”, anche chiamata “similpelle” o “vinilpelle”, fedele riproduzione del cuoio ottenuta da materiali assolutamente sintetici quali il poliuretano e il poliestere.
Dopo aver scoperto questa atroce verità, ho pensato subito al corrispettivo inglese, la “faux leather“, chiedendomi se rientrasse nella stessa casistica. Questo perché, anni fa, durante una conversazione in inglese, non conoscendo la traduzione di “ecopelle”, mi venne suggerito da un’ amica il termine “faux leather”. Da allora ho sempre pensato si trattasse della stessa cosa, ma anche in quel caso mi sbagliavo (per fortuna!). Mi sono sentita sollevata nel venire a sapere che la faux leather, come da nome, è la nostra similpelle, e quindi si tratta di un’imitazione completamente sintetica.
Forse sto facendo la figura dell’ignorante (anzi, togliamo il forse), ma preferisco fare la figura dell’ignorante portando la mia esperienza ad esempio, nella speranza che sia di aiuto/conforto a qualcuno fra voi, piuttosto che fare la saputella infallibile che dall’alto del suo piedistallo impartisce lezioni ed elargisce giudizi.
In realtà, in tutto questo, mi sto chiedendo se i vari articoli comprati nel corso degli anni (come le borse a tracolla dei Beatles prese alle bancarelle in giro per Milano, in foto :P) fossero in similpelle o in ecopelle. A giudicare dal costo ridicolo (tipo 15 euro) e dalla loro altrettanto ridicola riuscita (pochi mesi), mi verrebbe da pensare che si trattasse di similpelle, ma non ne sono completamente sicura. Dovrei avere davanti dei campioni dell’una e dell’altra per poter capire la differenza! Se qualcuno fra voi può illuminarmi, si faccia avanti!
Per concludere, potremmo sintetizzare il tutto così: sì alla similpelle/faux leather, no all’ecopelle!
E voi, la sapevate la differenza?
Spero di essere stata utile a qualcuno nella mia ignoranza e, come sempre, alla prossima!