Dopo la politica, la religione e gli orientamenti sessuali, ecco un nuovo topic che, ora come ora, è capace di accendere autentici fuochi nelle conversazioni di gruppo: l’olio di palma.
Quasi ciclicamente, certi argomenti la cui esistenza era sempre stata nota, ma a cui nessuno aveva mai dedicato più attenzione che a una cozza marcia, si presentano puntuali come gli esattori delle tasse, seminando spesso dissapori e polemiche. Chi dice una cosa, chi ne dice un’altra, il risultato di queste diatribe sono spesso allarmismi e confusione a gogò. Nel campo “cibo” è successo più di una volta, soprattutto negli ultimi anni. Basti pensare alla farina bianca, terribile demone a cinque teste che ucciderebbe senza pietà chiunque ne faccia un uso eccessivo; il microonde, mostruoso gigante sanguinario che, grazie ai suoi super poteri elettromagnetici, farebbe strage di innocenti; gli alimenti non-bio, corre voce che la sera i genitori ne raccontino l’esistenza ai bambini per farli andare a letto senza fare storie, tanto sono raccapriccianti.
Ma c’è una creatura ancora più spaventosa di tutte quelle citate, così spaventosa e ripugnante che le persone si terrorizzano solo a sentirne il nome, figuratevi quando ne leggono la presenza sui pacchetti dei prodotti che acquistano: l’olio di palma.
L’olio di palma è sicuramente l’hot topic per eccellenza quando si parla di cibi che dovremmo evitare, forse se la gioca con la farina bianca, ma credo che anche in quel caso vinca a mani basse.
Ebbene, oggi parleremo di lui, ma dal mero punto di vista nutrizionale. L’argomento perciò riguarderà i salutisti, dato che per i veg* il boicottaggio dell’olio di palma è soprattutto etico.
Partiamo da questo: i prodotti che fanno uso di olio di palma esistono da decenni; a non esistere, semmai, qualche decennio fa era internet, perciò le informazioni si propagavano con meno velocità, e il terrorismo alimentare non era neppure all’orizzonte.
Che l’olio di palma non sia la scelta migliore in assoluto, beh, è la verità, e nessuno è qui per affermare il contrario, ci mancherebbe. Che però l’olio di palma sia stato demonizzato un tantino troppo, beh, anche questa è una verità, e anche su questo cercheremo di fare luce.
Qualche settimana fa mi sono stati lasciati un paio di commenti molto competenti e istruttivi circa l’olio di palma. Incuriosita, ho chiesto ai commentatori di segnalarmi le fonti a cui si sono appoggiati per le loro affermazioni, e così sono stata indirizzata verso un articolo in particolare, redatto dal professor Matteo Giannattasio, docente all’Università di Padova.
La prima domanda a cui conviene rispondere è: perché l’olio di palma è così comune nei prodotti che compriamo?
La risposta è facilmente intuibile, ossia l’olio di palma, così come molti altri ingredienti non meravigliosi (e non solo in campo alimentare, ma anche in quello cosmetico), costa poco. Va da sé capire come un’industria quale la Ferrero, che deve produrre tonnellate di Nutella da esportare in tutto il mondo, non è che possa mettersi a utilizzare l’olio più costoso sul mercato, magari bio, per produrre quello che è il suo gioiello di punta. Chiunque abbia un business intuirà che la tendenza al risparmio è un evergreen, soprattutto quando la distribuzione è su scala mondiale. Lo stesso discorso vale ovviamente anche per aziende che, pur non avendo un giro d’affari come quello della Ferrero, cercano di tirare la corda sulla qualità degli ingredienti usati, perché se si spende meno per quelli, i padroni delle aziende potranno guadagnare qualcosa di più, e se non sono cattivi capi, potranno pagare qualcosa in più anche ai loro dipendenti (ma questo è sempre da vedere…).
La parola d’ordine è quindi “risparmio”. Ed è altrettanto logico come, alla luce di questo, l’olio di palma vada a braccetto con la farina bianca, con lo zucchero raffinato e via dicendo.
E perché tutti questi ingredienti sono messi alla gogna? Perché sono raffinati.
La raffinazione è forse l’unica vera responsabile della nocività, vera o presunta, di un ingrediente. E’ un processo che non solo porta via la maggior parte delle proprietà utili ai diversi cibi, ma spesso li rende anche non eccezionalmente salutari. E, credeteci o no, è quel che succede anche all’olio di palma.
L’olio di palma, di per sé, non è meno pericoloso di tanti altri ingredienti o cibi in cui, consapevolmente o meno, ci imbattiamo ogni giorno. Di solito viene additato perché considerato cancerogeno, o per la sua alta concentrazione di grassi saturi, che sono alla base del colesterolo cattivo, fonte di numerosi problemi di salute.
Come ho letto però nell’articolo del professor Giannattasio, il problema del colesterolo non è che possa essere imputato al solo olio di palma, e, soprattutto quando si segue una dieta vegetariana o vegana, c’è poco da temere. Chi non si ciba di derivati animali, è in realtà meno predisposto al colesterolo cattivo, e quindi anche assumere piccole dosi di olio di palma, contenute nei diversi prodotti da forno, non è una tragedia, soprattutto perché il nostro corpo ha bisogno in ogni caso di assumere discrete quantità di grassi saturi. Chi dovrebbe prestare maggiore attenzione all’olio di palma, semmai, è chi include nella propria dieta carne, formaggi, burro e margarina.
Ancora una volta la differenza la farebbe la dieta di un individuo, anche perché specifici problemi di salute legati al consumo di olio di palma, a quanto ho letto, non sono ancora stati dimostrati.
Stabilito ciò, torniamo alla raffinazione, che è la principale responsabile della fama cancerogena dell’olio di palma e del suo alto contenuto di grassi.
Come ho spesso detto anche in altri articoli o commenti, moltissime aziende bio ricorrono all’impiego dell’olio di palma nei loro prodotti. Dopo quello che ci siamo detti, però, non dovrebbe più essere visto come un male, primo perché l’olio in questione sarebbe ecosostenibile, secondo perché ne utilizzerebbero la versione non raffinata.
L’olio di palma grezzo, è sì ricco di grassi, ma questi grassi (che come abbiamo detto sono comunque utili al nostro organismo in adeguate quantità) vengono bilanciati dall’alto numero di antiossidanti presenti nell’olio stesso, che è molto importante sottolineare come non contenga colesterolo. Per quanto riguarda le calorie, non differiscono poi molto da quelle dell’olio di oliva.
Ecco quindi la risposta sul perché anche molte aziende bio ne facciano uso.
Per concludere, la faccenda è simile alla farina integrale. Perché sarebbe preferibile rispetto a quella bianca? Perché mentre in quella bianca, dopo la raffinazione, restano solo gli zuccheri e spariscono tutte le altre proprietà utili, in quella integrale sono presenti tutti gli altri nutritivi da cui possiamo trarre giovamento. Stesso discorso per l’olio di palma: è in quello raffinato, purtroppo contenuto nel 95% dei prodotti in commercio, che rimangono solo e soltanto i grassi. Nonostante questo, però, ricordiamoci che è il bilanciamento della nostra dieta a fare la differenza, e che soprattutto l’olio di palma non è meno problematico del burro o della margarina, che vengono sì dibattuti, ma non criminalizzati allo stesso modo. Certo, se possibile andrebbe evitato, ma se non c’è alternativa, non è un killer.
OK, penso finalmente di aver finito. Per chi è curioso, lascerò in coda all’articolo il link all’articolo del professor Giannattasio e un altro link dove, domanda per domanda, viene spiegato l’olio di palma in tutte le sue sfaccettature.
Vi ringrazio per avermi letta e, come sempre, alla prossima!
Articolo del professore Giannattasio / Olio di Palma: domande e risposte
Articolo interessante: anch’io, come tanti, demonizzavo l’olio di palma, però siccome non amo giudicare a priori o per sentito dire, ho cercato in ogni modo di informarmi al riguardo e ho cambiato idea.
Come la maggior parte degli alimenti, non andrebbe demonizzato, ma quello che bisognerebbe capire è che di certi alimenti, comunque sia, non bisognerebbe fare un uso eccessivo, come invece magari si vorrebbe (prendiamo ad es. la Nutella e una crema al cioccolato e nocciola fatta in casa o cmq con grassi della nocciola e burro di cacao e senza olio di palma: le calorie sarebbero simili e anche i grassi! Certo la scelta della materia prima è importante, ma tutte e due mangiate in eccesso ci farebbero male e ci condurrebbero sulla via dell’obesità -con tutti i danni a essa connessi-).
Il fatto è che, come metti in evidenza anche tu, bisogna avere una dieta bilanciata e certi alimenti vanno limitati al massimo, anche se ci piacciono (e danno dipendenza).
Tra l’altro, come scrive Nico Valerio, l’autore del link che ti lascio sotto, com’è possibile che chi teoricamente vuole fare scelte più oculate/salutistiche/migliori per il pianeta, gli animali e per se stesso (generalmente noi veg, chi fa acquisti bio&similia, come anche chi demonizza l’oli odi palma in genere) poi voglia rimpinzarsi di prodotti industriali? Che si tratti di bio o meno, sono cmq alimenti largamente manipolati e modificati.
Aggiungerei anche: diventiamo ogni giorno più sedentari, come possiamo pensare di aver bisogno di tanti grassi/calorie/carboidrati/proteine ecc.? E’ ovvio che se il nostro dispendio calorico è ridotto, allora anche l’introduzione di cibo deve esserlo (e nell’ottica di non morire di fame bisogna scegliere i prodotti con il miglior indice di sazietà rispetto alla quantità -guarda caso si tratta proprio di cereali, legumi e verdure!!! - , perchè non possiamo mica mangiare solo mezzo barattolo di burro d’arachidi al giorno: magari le calorie sarebbero quelle adatte al nostro corpo - i grassi no, in ogni caso -, ma per il nostro stomaco le quantità fanno la differenza!).
Ti lascio anche un link per approfondire la questione: http://alimentazione-naturale.blogspot.it/2012/09/olio-di-palma-meno-rischioso-del-burro.html
A presto! :)
Cara Eleonora, ben ritrovata e grazie del commento e del link, molto apprezzati :)
Diciamo che la demonizzazione dell’olio di palma (che ribattezzerò “odio di palma” grazie a un errore di battitura che continuo a ripetere) ha colpito un po’ tutti noi, prima di andarci a informare meglio e lasciar perdere quelle voci di corridoio che hanno il solo scopo di provocare terrorismo alimentare (come molte altre cose).
Ottimo l’esempio della Nutella standard e di quella fatta in casa, molto azzeccato, concordo pienamente!
Io sono fortemente convinta, come dicevi anche tu, che tutto stia nelle dosi, e anche nella scelta degli alimenti. Una cosa che dico spesso è che si può essere vegani in modi diversi: tecnicamente anche mangiare patatine fritte e Oreo è attenersi alla dieta vegan, ma che effetti produrrebbe sulla nostra salute (e non sto volutamente toccando il tasto etico, se no si aprirebbe un’altra dimensione, nella quale non voglio entrare oggi, ci sarà tempo più avanti)? Certo, un pacchetto di patatine una volta ogni tanto ci sta, chi dice nulla, ma consumarne quantità generose quotidianamente non è certo la cosa migliore.
Purtroppo noto sempre più spesso come la gente abbia questa tendenza a preoccuparsi eccessivamente per alcune cose, ignorandone completamente molte altre, magari dall’incidenza maggiore. Peraltro sono contro la demonizzazione assoluta di qualsiasi cibo, perché dietro questi allarmismi spesso si celano scelte di marketing che spingano verso una direzione o l’altra, guarda caso a beneficio poi di un certo tipo di business (così sono nati i superfood)… basterebbe così poco per non farsi trascinare dalle correnti! :)
Grazie ancora, leggerò presto il link!
A presto!
Scusate..ma la deforestazione non ci interessa? :)
Ciao Valeria, certo che ci interessa, infatti nel titolo è specificato “nutrizionale” e nell’articolo ho precisato che riguarda i salutisti (a cui dell’ambiente potrebbe anche non interessare…) :)
Oggi spero di riuscire a caricare il post sull’olio di palma dal punto di vista etico! Ho preferito separare i due topic perché se no veniva tutto troppo lungo! Resta sintonizzata! :)
http://www.ideegreen.it/olio-di-palma-24714.html
Molto probabilmente ai salutisti non interessano nemmeno le condizioni e lo sfruttamento umano…