No ragazzi, non ci siamo.
Scrivo questo articolo di getto, dopo aver pubblicato il relativo status su Facebook, perché mi sento seriamente presa in giro. Anzi, mi sento tradita, che è anche peggio. E come me, tanti altri vegan che hanno sempre creduto nel brand di cui leggete il nome nel titolo.
Lo sapete, io ho sempre sostenuto Alpro, è un’azienda per la quale ho addirittura dichiarato in più di un’occasione di voler lavorare, perché adoro i suoi prodotti e condivido i principi su cui si fonda. O almeno, i principi su cui ha sempre millantato di essere fondata: il rispetto per l’ambiente, per gli animali, per la salute dell’uomo.
Tre principi fatti cadere come un castello di carte grazie a un solo video, questo:
Ora, non è la prima volta che Alpro si macchia di simili leggerezze. Il mio amore per questo brand mi ha spinta alla sottoscrizione a due dei loro canali su YouTube, sui quali spesso l’azienda belga carica brevi video di ricette, quasi mai vegan, ma spesso vegetariane. Queste ricette hanno il logico compito di mostrare al pubblico come i prodotti a base di soia (i loro) siano molto versatili in cucina, come contribuiscano alla riuscita di piatti creativi o come costituiscano una valida alternativa nella preparazione di quelli più tradizionali.
Fra queste ricette condivise ci sono torte e dolci, ma anche zuppe, primi piatti e secondi di ogni genere. E quando dico “di ogni genere” intendo proprio “di ogni genere”. Sì, perché fra loro proposte, oltre a quella linkata poco sopra, che ci mostra un allegro hamburger 100% carne di manzo, ne troviamo molte a base di pesce e, udite udite, anche di burro e formaggio. Quest’ultima tipologia mi risulta completamente oscura, semplicemente perché nella stessa ricetta vengono utilizzati anche i prodotti Alpro, che sono di origine vegetale. La mia domanda quindi è: che caspita di senso ha usare la panna di soia se poi ci fondi dentro il burro? Mah, la cosa mi lascia perplessa, e mica poco, soprattutto perché, tralasciando la questione vegan, i prodotti di origine vegetale sono destinati anche a chi non tollera il lattosio. Sono onesta se vi dico che nemmeno impegnandomi riesco ad afferrare il senso di queste ricette, che non sono né dairy-free, né vegan (e, a dirla tutta, nemmeno più vegetariane).
Da ciò che ho letto in uno dei commenti lasciati sotto questi geniali video, Alpro sarebbe stata assorbita dalla Dean Foods, azienda specializzata proprio nei prodotti a base di latte (scusate l’ineleganza terminologica, ma non saprei come tradurre altrimenti “dairy products”). Dopo aver fatto qualche indagine su internet, però, ho scoperto che le cose non stanno propriamente così.
E’ vero, nel 2009 Alpro era stata venduta alla Dean Foods (quindi felicitiamoci, abbiamo in parte finanziato per tutto il tempo un’azienda che in realtà sfrutta gli animali per produrre latte, fantastico), ma nel giugno 2013 la WhiteWave, il ramo che nella Dean Foods si occupava della gestione di Alpro (stavolta specializzato nel commercio di prodotti vegetali), è stata liquidata. Nel luglio del 2013 la Dean Foods ha venduto alla WhiteWave la restante percentuale della quota legata ad Alpro e così il legame tra le due compagnie si è spezzato.
Viste le cose, è perciò piuttosto improbabile che Alpro carichi sul suo canale video che implichino l’utilizzo di burro, formaggi, carne e uova perché inglobata da un’azienda che commercia questo tipo di alimenti.
A questo punto, però, un interrogativo non mi dà pace: ma ci prendete in giro? E’ sicuramente vero che in parte i guadagni di Alpro derivano anche da consumatori che sono intolleranti al lattosio, ma la stragrande maggioranza dei soldi che entrano nelle tasche dell’azienda belga arriva da noi vegani, quegli stessi vegani iscritti al canale YouTube di Alpro, che quando vedono un video pensano a una ricettina vegan e poi si trovano davanti agli occhi l’hamburger di manzo, il filetto di salmone e il formaggio di capra.
Trovo questo atteggiamento poco rispettoso nei nostri confronti, sia come consumatori che come vegani. E’ come se i membri della PETA si facessero fotografare con dei mocassini in pelle.
Capisco la voglia e il bisogno di voler allargare il proprio bacino di consumatori, ma non è questo il modo, perché così facendo non solo non viene conquistato quel 5% di target che si vorrebbe conquistare, ma si perde anche il restante 95% che già era consolidato. Credo che il reparto marketing di Alpro abbia le idee decisamente confuse su quello che in marketing si chiama “core target“, ovvero lo zoccolo duro dei consumatori, quelli che ti comprerebbero anche se i tuoi prodotti costassero 10 euro a pezzo. Per inciso, il core target siamo noi vegani. Vorrei conoscere chi è a capo della direzione marketing in Belgio e fargli due domande, sperando di non trovarmi di fronte Homer Simpson, perché i livelli sono quelli.
Personalmente, dopo aver scoperto tutti questi altarini e dopo essere rimasta deliziata da questi splendidi video, non solo ho ritirato la mia iscrizione dai canali YouTube di Alpro, ma credo che inizierò a boicottare il brand, o comunque a smettere di consigliarlo, come sempre ho fatto.
Che ne pensate di questa faccenda, voi?
Con l’amaro in bocca vi saluto…
Alla prossima!
Ciao io sono vegano per motivi etici da tempo, tuttavia credo che avere aspettative o sindacare su scelte di altri sia quantomeno discutibile.
L’azienda in questione produce per vendere, non si è mai dichiarata vegana o per vegani e tantomeno è tenuta a farlo.
Quindi mi sembra pià uno sfogo personale dell’autrice tradita dalle aspettative che, comuqnue, è libera di scegliere e/o boicottare.
Ciao Marco! E’ sempre bene avere altre opinioni, ci mancherebbe!
Sarà stato uno sfogo, però devo dire che come me sono rimasti delusi anche altri, quindi forse è una “emozione condivisa”, chiamiamola così. E’ vero, Alpro non ha mai detto “siamo vegani”, però il loro slogan è “Good for you, good for the planet” e proporre video con un hamburger fritto non mi sembra esattamente “good for the planet”, almeno secondo il mio personale punto di vista! Ho scritto su Facebook che se tipo avessero usato la stessa salsa yogurt (che poi, chissà che bontà :P) per condire, che so, un’insalata con del prosciutto, l’avrei potuta anche vedere nell’ottica del cibo “sano” (con tutte le riserve del caso, eh), però boh, è proprio l’hamburger a essere una scelta poco felice secondo me.
Al di là di questo, non sono stata felice di sapere che Alpro dal 2009 al 2013 era sotto un’azienda specializzata nel commercio di prodotti a base di latte, perché i nostri soldi sono andati inconsapevolmente anche a quell’azienda (un po’ come quando la The Body Shop è stata comprata da L’Oreal). Certo, si parla di soldi, di affari, però boh, è stata una scoperta che non mi è piaciuta granché e che, in generale, mi ha fatto dubitare molto della sua trasparenza, tutto qua.
E questa non è una testata giornalistica, quindi uno sfogo non penso sia un crimine, in fin dei conti ;)
A presto!
Strategia di marketing utilizzata è definita dalla dottrina “concentrata” perchè si riferisce ad un pubblico ben definito, ma l’offerta puó essere anche appetibile per altre. Parlo sia da vegetariana che da laureata in marketing, nel loro lavoro non ci trovo nulla che non facciano altri… Rispettare il pianeta puó far riferimento anche al metodo di produzione che usabo, basso impatto ambientale per esempio, e lo trovo comunque apprezzabile!
Ciao Alessia :)
Ho capito quel che dici e infatti l’ho scritto, loro vogliono colpire anche un target che non sia il solito, ma secondo me c’è qualcosa che non ingrana ugualmente. E’ vero, non c’è nulla che non facciano anche altri. Ma allora proviamo a ragionare all’inverso. Per la stessa strategia adottata da Alpro, supponiamo che domani Nestlè immetta sul mercato una linea intera di prodotti vegan a base di soia: bevande, snack, gelati, yogurt. Credi che qualche vegan li comprerebbe? Certo nessuno fra quelli “duri e puri”. Nel caso di Alpro, vale l’inverso. Vogliono provare a conquistare i “meat eaters”, ma secondo me è abbastanza infruttuoso provarci con un video che mostra un hamburger alto 2 cm e un velo di salsa allo yogurt vegetale (non è la parte preponderante del panino, diciamocelo…). Diciamo che entrambe le aziende (l’ipotetica Nestlè, anzi, ancora meglio, l’attuale Granarolo, e la realistica Alpro) vogliono mettere le mani sugli intolleranti, che è una fetta d mercato sempre crescente. Ma un intollerante si conquista davvero con un video che mostra hamburger? :) Questa la mia riflessione. Per quello continuo a vedere questa mossa come sbagliata, pericolosa e non trasparente.
Non sono mai stata una veg* estremista, ma questo atteggiamento mi ha lasciata un po’ basita. Sui video in cui proponevano pesce non ho mai scritto niente, ad esempio.
Il business è il business, sono la prima a dirlo e a sostenerlo, però dopo tanti anni Alpro dovrebbe aver chiaro quale sia il suo e secondo me queste ultime mosse sono un po’ azzardate.
Quanto al “good for the planet”, loro lo ventilano molto in relazione alla soia e ai prodotti vegetali contro l’impatto che provocano quelli animali… per quello l’ho citato :)
Ma ognuno di noi è veg* in modo diverso e quindi ognuno di noi ha il suo proprio pensiero… io mi terrò la mia delusione, ahimè!
È già da alcuni mesi che non compro più prodotti Alpro, cioè da quando ho deciso di acquistare solo Made in Italy. Alpro è belga, quindi mi rifiuto di incentivarla. Il mio comportamento vuol essere di tipo politico, di rifiuto al mercato globale ed all’ultraliberismo imperante. Dopo aver letto il tuo articolo, ho un motivo in più per non comprare niente di Alpro. Grazie.
Può anche essere opinione dell’autrice e le opinioni si possono anche non condividere.
Vorrei però vedere se un vegano acquistasse prodotti da una marca che si spaccia per animal friendly..
Si comprano i loro prodotti felici di non incentivare la sofferenza degli animali.
Poi ad un certo punto si scopre che l’azienda è stata assorbita da una che vende pellicce di volpe e foca.
È vero che Alpro non ha mai detto di rivolgersi SOLO ai vegani, ma nel loro sito è indicato che i prodotti sono vegan e hanno anche l’approvazione di vegan society. Inoltre trovate indicato come i loro prodotti sfruttino meno acqua rispetto alla produzione di latte e meno terra rispetto alla produzione di carne.
Questo non significa volersi rivolgere ai vegani? Se i vegani non sono il loro core business allora non sarà un problema per loro se la maggior parte inizieranno a boicottare Alpro.
alpro non è un marchio vegan, alpro commerciallizza prodotti vegetali. questi prodotti vengono utilizzati sia da vegetariani/vegani, sia da onnivori intolleranti al lattosio che da onnivori senza intolleranze, cioè da tutti. essendo quindi prodotti consumati da una fetta di mercato potenzialmente molto ampia e quindi ampiamente commerciale e commerciabile, a livello di marketing vende di più e ingolosisce di più far vedere alla massa un succulento (se così si può definire!) hamburger che un’insalata verde (tenendo in considerazione che molti esseri umani stanno alla verdura come superman alla criptonite). Se è vero che noi vegetariani/vegani siamo molto più sensibili alle questioni etiche/salutari è anche vero che a volte “pecchiamo di presunzione”, pensando che il nostro sia l’unico modo corretto di vedere le cose e che tutti si debbano assolutamente adeguare, imponendo noi per primi le nostre idee. cerchiamo di non ghettizzarci da soli e di non comportarci come in alcuni gruppi estremisti!!! io personalmente sono per il libero arbitrio. io alpro lo uso sull’insalata, tu usalo dove vuoi, hai mezzi sufficienti per informarti e scegliere. secondo me questa pubblicità non è un tradimento, è una pubblicità!
Io credo che Jules abbia semplicemente voluto condividere una scoperta che ha fatto e che l’ha lasciata delusa. Punto. Ognuno è libero di interpretarla e di utilizzarla come meglio crede. Fortunatamente siamo tutti, penso, abbastanza grandi da decidere con la nostra testa. A me personalmente piacerebbe che ogni tanto quelli del marketing smettessero di leggere Stones e cominciassero a vedere che il mondo è in continua evoluzione. Proprio ieri parlavo con un ragazzo che si sta diplomando all’alberghiero e gli ho detto di tenere conto che siamo sempre di più Vegan/vegetariani, e dunque anche le scuole di cucina dovranno cominciare a tenerne conto nel proporre menu, non per ristoranti specializzati ma anche in ogni ristorante in modo da potere mangiare in compagnia, indipendentemente dalle scelte etiche di ognuno di noi senza dovere per forza cibarsi di insalata ogniqualvolta si vada in un ristorante “generico”.
Tanto per cominciare, vi comunico che Alpro ieri mi ha scritto, dichiarandosi dispiaciuta per la mia delusione e che comunque non intendono dissuadermi dalle opinioni che mi sono fatta di loro. Hanno specificato che la loro azienda promuove un’alimentazione basata per 2/3 su prodotti vegetali e 1/3 su quelli animali (incluso l’hamburger quindi). Si sono dichiarati disposti a illuminarmi su altre questioni, cosa di cui ho approfittato, facendogli un paio di domande. Quando mi risponderanno, stenderò un altro articolo probabilmente. E’ curioso come in tanti anni in cui ho sempre parlato benissimo di questo brand nessuno si sia mai filato i relativi articoli, e per una cosa del genere sia invece scoppiato un caso nazionale… mah!
A quanto pare, tralasciando la faccenda dell’hamburger, importa solo a me del fatto che per 4 anni ho involontariamente finanziato un’industria casearia, una di quelle che i vegani dovrebbero teoricamente boicottare non consumandone i prodotti, perché responsabili delle sofferenze di mucche e vitelli, e che per questo motivo io non mi fidi più (da là il “tradimento”). Forse mi sto trasformando nell’integralista che ho sempre evitato di voler diventare? E chi lo sa. Anche se poi vedo vegani boicottare anche le mattonelle del pavimento perché la loro polvere magari non fa respirare le formiche; vi confesso che resto perplessa. Perché questa faccenda della Dean Foods pare abbia toccato solo la mia sensibilità, quindi evidentemente il problema è mio e solo mio. Pazienza!
Parlando di pubblicità, sono 8 anni che ne creo. Faccio (anzi, facevo) la creativa, fare campagne pubblicitarie è ciò per cui sono stata sempre pagata. Conoscendo il mio lavoro, mi sento abbastanza tranquilla nel dire che quel video non è una buona pubblicità, perché “insulta” il core target. Forse i clienti italiani sono meno ardimentosi di Alpro, ma su una cosa del genere avrebbero avuto molte riserve e non so se ci avrebbero mai permesso di lanciare un video simile (sapeste quante belle idee bocciano per non arrischiarsi). Ma ok, se esistono i suonatori sul barcone in mezzo al mare che sponsorizzano l’Amaro Montenegro, può esistere anche l’hamburgerozzo di 2 cm che promuove Alpro. E’ anche da questo che deriva la mia enorme perplessità sulla questione, perché la vedo “con gli occhi del lavoro”. Mi viene anche da domandarmi una cosa: nemmeno Valsoia, la tanto poco amata Valsoia, si è mai dichiarata vegana… però io spot con la carbonara non li ho mai visti, anche se avrebbero potuto ingolosire molte più persone che con le loro classiche adv un po’ sfigatelle :)
Anyway!
Ringrazio Alberto (uso solo il primo nome :D ) per aver capito quello che di fondo era il mood del post, che non intendeva alzare il polverone che si è poi alzato.
Ad Alessandra dico ok, tu usa Alpro dove vuoi, io con queste informazioni smetterò e mi darò ad altri brand… c’è la libertà di scelta, per fortuna, e il mercato è vasto :)
Jessica che i prodotti siano vegani non vuol dire che lo sia l’azienda.
Jules Bateman, il mio “tu usalo dove vuoi, hai mezzi sufficienti per informarti e scegliere” non era un appunto diretto a te personalmente, era un discorso generale sulla libertà di scelta (e di informazione che non guasta mai), senza rancori :-) !! attendo il tuo articolo con ansia
Ok :) Tutta questa cosa mi è piovuta addosso e mi sta provando, non volevo essere offensiva/aggressiva Alessandra, scusami se ti sono suonata così :) Spero che mi rispondano oggi comunque, così magari sistemiamo la faccenda e abbiamo risposte certe direttamente dalla fonte :)
Non conosco nessun marchio che si definisca vegan. Magari fa dei prodotti vegani, ma non mi è mai capitato di trovarne di esclusivamente vegan. Quindi si, lo so che Alpro non è vegana.
Mi aspetto però che marchi che parlano di “plant power” e di aiutare il pianeta facciano esattamente questo.
Prendo l’esempio di Jules su Valsoia, tanto odiata si, ma sempre fedele al proprio principio di proporre un’alimentazione a base vegetale.
Io sono diventata vegana per questioni di salute, adesso grazie all’informazione ho deciso di restare vegana per questioni etiche. Alpro non sarà più un marchio che consiglierò semplicemente perchè non appoggia le mie motivazioni etiche. Se mi capiterà di non trovare alternative e di dover assolutamente fare una torta allo yogurt da portare ad una cena, potrò anche comprare lo yogurt Alpro. Ma mi resterà l’amaro in bocca sapendo di fare un favore ad un’azienda che finanzia la sofferenza animale e la promuove con la propria pubblicità. Tanto vale comprare il latte di soia della Granarolo o andare a mangiare un’insalata da MC Donald.
Buona giornata a tutti
mamma di due figlie vegetariane, nonna di un bimbo di due anni e mezzo vegetariano….Silvia va sul vegano, io cucino un sacco di cose , ad esempio la pasta per i dolci o per le torte salate o per la pizza, senza nessun componente di origine animale. Ho sempre amato cucinare, ho sempre amato occuparmi di alimentazione.
Però…non ho MAI comprato nulla di questa marca! Come non ho mai comprato nulla di altre marche che spacciano i loro prodotti per vegetariani. Mi faccio tutto da sola e non sono un mostro, credimi! Ho 56 anni e lavoro , ho casa, tre figli ( con figlio maschio onnivoro…) e ormai una certa età…..Ma non compro nulla di già fatto, pulisco chili di verdure e cuocio chili di cereali e legumi e mi invento un sacco di piatti e mi ci diverto pure.,…
Capisco la tua delusione, carissima……ma parliamo di marchi che devono fare cassa . E devo dire che ho molta poca fiducia nei marchi in genere.
Emanuela
Robe da pazzi!