Cosa si nasconde dietro le uova?

Quella che seguirà non è demagogia. Mi tengo ben lontana dal diffondere falsità che non farebbero altro che contribuire alla disinformazione che già dilaga indisturbata. Ciò che sto per scrivere è realtà, riguarda come stanno le cose. Non ho la presunzione di affermare con certezza che quello che andrò a riportare valga per il 100% dei casi, ma sicuramente per un buon 70-80% sì. Per anni ho creduto che certe situazioni fossero un ingigantimento dei fatti atto a far sentire in colpa chi non perseguisse la filosofia vegan. Ma dopo aver visto uno, due, dieci video (e non su siti di parte) che arrivano non solo dal tuo paese, ma da altri dieci o venti nel mondo, e che propongono tutti le stesse dinamiche (di cui anche famosi chef danno conferma)… allora, se è vero che due sospetti fanno una mezza verità, scatta l’esigenza di rendere quella mezza verità una verità completa. Si fanno delle ricerche, si trovano risposte.

Come ben sapete, i vegani, a differenza dei vegetariani, non mangiano le uova. Ma anche qua, ci sono due correnti di pensiero: ci sono vegani in cui prevale più la posizione “lo faccio perché non voglio usare NULLA che arrivi dagli animali”, e altri che sono più per “voglio evitare qualsiasi forma di sofferenza agli animali”. La differenza sta nel fatto che i secondi, al contrario dei primi, qualora posseggano una gallinella in giardino, la nutrano e le diano le cure necessarie, di tanto in tanto mangiano le sue uova. E per inciso, non ci vedo niente di male, rispettano il principio della “non sofferenza”, perché effettivamente all’animale non accade nulla di spiacevole.
Quando si parla di grande distribuzione, però, le cose cambiano. E, teoricamente, la filosofia vegan nasce per combattere proprio questo tipo di realtà. In pochi - forse giusto chi lavora nel settore e i vegani stessi - sanno cosa si cela dietro l’industria delle uova. So che fra voi ci sono molti vegetariani e molti onnivori, perciò mi auguro che quello che scriverò non dico riesca a convertirvi, ma quanto meno vi faccia riflettere.

Per legge è obbligatorio riportare sul guscio dell’uovo una sigla ben precisa, che aiuti a identificarne la provenienza geografica e quella relativa al tipo di allevamento. Possiamo quindi trovare la dicitura “0”, se l’uovo è di agricoltura biologica; “1” se arriva da un allevamento all’aperto, “2” se è da allevamento a terra; “3”, il più spiacevole, se riguarda l’allevamento in gabbia.
Ovvio che potendo scegliere, la scelta “migliore” ricadrebbe sulla uova di tipo 0 o 1. Una volta credevo che dietro queste due tipologie si nascondessero animali più “felici” (nei limiti del possibile), o una sorte migliore. La verità, invece, è che anche loro prevedono morte e sofferenza.

Ogni giorno la domanda di uova è altissima. Recentemente, guardando un programma alla televisione, sono venuta a conoscenza che una sola fabbrica di medie dimensioni consuma 500.000 uova a settimana per produrre dei dolcetti. Perché ciò accada, servono 80.000 galline. Una cifra parecchio significativa, soprattutto se consideriamo quel parametro, “a settimana”, e il fatto che è una sola ditta su X milioni che ne esistono al mondo.
Per far fronte a queste ingenti quantità di prodotto, servono, appunto, moltissime galline. E se i pulcini sono maschi, invece? Nulla, devono morire.
Nelle aziende atte alla pollicoltura la procedura di smistamento è crudele e non accetta pietà. I pulcini appena nati vengono buttati in scatoloni, dentro i quali si dimenano confusi. Poi gli operai, con la stessa grazia con cui si tratterebbero dei bulloni, li prendono, li guardano, e se sono femmine è ok, se no, con la stessa attenzione, li sbattono in altri contenitori. Una volta radunati tutti quanti, questi pulcini appena venuti al mondo vengono chiusi in camere a gas, oppure vengono gettati VIVI, mentre ancora si dibattono, in un tritatutto. Che vengano gasati, o trasformati in carne trita, queste creature muoiono senza nemmeno aver capito di aver avuto il dono della vita per qualche ora.
Non so voi, ma questo a me spezza il cuore. Molti diranno “ma sono solo pulcini”. Lo fareste ai vostri cani, ai vostri gatti? Sfido chiunque a guardare un qualsiasi video che ne ritragga le sorti e non sentirsi toccato.

In tanti chiedono “ma non potrebbero portare questi pulcini a dei contadini?”. La risposta è no. L’unico modo per salvare i milioni di pulcini che muoiono ogni giorno per una frittata o una torta, è abbassare la domanda. Finché quest’ultima rimarrà a livelli enormi, l’unica sorte possibile per questi piccoli è morire. Perché non c’è spazio per loro nel mondo, sono oggettivamente troppi, purtroppo. Se una singola azienda non necessitasse di 80.000 galline a settimana, le cose starebbero diversamente. Io non sono vegan semplicemente perché la sera posso andare a letto con la coscienza più leggera; no, io lo sono perché vorrei che il mio modo di fare, assieme a quello di molti altri, cambiasse le cose. E chi guarda i video dove viene mostrata la realtà, si commuove, ma poi torna in cucina a preparare la frittata per la famiglia… ahimè, non risolve nulla.
Ci tenevo a scrivere questo post. Se avete un cuore, rifletteteci, non vi chiedo altro.

Alla prossima.

4 thoughts on “Cosa si nasconde dietro le uova?

  1. Avevo letto di questa cosa ma SPERAVO si trattasse solo di un’altra delle bufale che girano sul Web. Ora che leggo questo tuo articolo e consideato che SO che sei una persona che prima di scrivere si documenta, sono… Disgustata? Terrorizzata? Schifata? Affranta? Distrutta? Boh, trovatelo voi il termine giusto.
    Per una come me che rispetta la vita - qualsiasi essa sia, anche quella degli insetti - questa cosa è ATROCE! Punto.

  2. 1) La Madonna in una delle sue piu’ recenti apparizioni diceva, voi vi accostate a me invano, chidendomi di intercedere per voi, per le vostre necessita’ ma lo fate senza confessione pentimento ne riconciliazione.
    2) In un’altra apparizione diceva voi vi recate alla macelleria come cani, traduco per chi non capisce o chi fa finta di essere sordo.
    Si parlava del periodo della Pasqua, forse non c’e’ nulla di male a mangiare la carne, ma se lo si fa senza preghiera ne parsimonia, senza accostarsi agli animali con il rispetto dovuto, riducendo tutto a una festa consumistica, allora siamo meno che cani.

    Personalmente mi chiedo come si faccia ancora a comprare quella bevanda bianca contenente ormoni e medicinali, venduta a caro prezzo, insapore comunemente detta latte. Avete i bambini? la mamma il latte lo finisce quando sono ancora pulcini, per cui dategli il tea che e’ meglio.
    Se nessuno lo consumasse la qualita’ cambierebbe da domani mattina.
    Personalmente lo bevo solo col cacao ne cossumo anche troppo 1/2 litro ogni 20 giorni

    La verita’ e’ che e’ tutto snaturato si ammazzano nei macelli animali in catena di montaggio, se si potesse applicare uno zaino ai pulcini maschi per fargli fare le uova si farebbe anche quello e poco importa de dopo sei mesi morissero di tumore.
    Personalmente compro 6 scatole da 4 di uova ogni anno ci faccio le insalate di riso 3 uova a botta.
    Anche le uova sanno di qualcosa?
    A) Se i consumatori imparassero a fare politica etica quando aprono il portagoglio.
    B) Se si smettesse di pensere al mero business e si guardasse alla qualita’ dei prodotti al ripetto della terra dei cicli stagionali in generale e degli animali non solo perche’ lo dice la Madonna sarebbe un mondo migliore

    1. Non sono sicura di aver afferrato proprio tutto il commento nelle sue sfaccettature, però sicuramente concordo con te sul concetto dello snaturare le diverse attività atte alla produzione di latte/uova/carne etc, a scapito anche della qualità. Purtroppo il cammino per migliorare e trovare un equilibrio è ancora lungo e impervio… ma chissà, prima o poi ci arriveremo!

      Grazie, a presto! :)

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