Essere veg* (1): scene da ristorante

Care le mie carote che soffrono, spesso ci sentiamo soli nel nostro percorso. A chi non è successo?
A volte veniamo derisi, a volte osteggiati, a volte veniamo derisi e osteggiati. Da chi? Il più delle volte da sconosciuti, ma altrettanto di frequente dai nostri parenti, amici, fidanzati/consorti e colleghi.
I più sensibili fra noi si appallottolano in un angolo e aspettano che passi la bufera, ma così facendo si corre il rischio di non abituarsi mai alle situazioni scomode. In questi casi, l’esperienza altrui può rincuorarci, e mica poco. Per questo ho deciso di condividere con voi una serie di episodi personali (accaduti per davvero, mica inventati!) che facciano capire “ebbene sì, è successo anche a me”. Lo scopo è quello di riderci su, ma anche di consolarci con la classica formula “mal comune, mezzo gaudio”.
Invito chiunque voglia a condividere le sue esperienze nei commenti, sia qua sul blog, che su Facebook, che su Google+ e pure su Instagram se vi va, così da “farci forza” a vicenda ;)

Ho deciso di suddividere le casistiche. Partirò con questo post, inerente alle “scene da ristorante“, mentre il prossimo si chiamerà “onnivori vs veg*” (o qualcosa del genere), con le obiezioni più assurde (fuori dalle Veggie FAQ) e le mie personali risposte.
Detto ciò, iniziamo ;)

Episodio 1
Ero fresca di trasloco. Non conoscevo ancora bene le potenzialità della zona in cui abito, ed essendo il primo giorno nella nuova casa, non avevo ancora fatto la spesa. Ma era ora di pranzo e, dopo aver svuotato scatoloni e scatole, avevo fame. Sotto casa avevo visto un bar, quindi avevo pensato “avranno del cibo con cui sfamarmi”. Scendo, varco la soglia del locale e chiedo al buonuomo dietro al bancone “potrebbe farmi un panino con delle verdure, senza affettati?“. Il signore - non il massimo della cordialità - mi squadra dubbioso e mi fa “non vuole che le metta del prosciutto?” e io “direi di no, le ho detto che non voglio affettati”. Evidentemente non convinto dalla mia risposta, sempre più perplesso, rilancia “ma è sicura? Cioè le devo fare un panino senza affettati?”. Io, al limite della mia pazienza, rispondo “Buon Dio sì! Ma che problemi ha? Non mangio carne”. Lui fa una brutta faccia e io, vedendo tale reazione, saluto e me ne vado. Ovviamente quel bar non mi ha più vista :P

cameriere-al-ristorante-18648Episodio 2
Ero in vacanza dal mio ex ragazzo, che viveva sulle montagne abruzzesi. Da quelle parti non sono granché abituati a ospitare vegetariani o vegani nei ristoranti, anche perché non so se avete presente la tipica cucina abruzzese quanto sia light e cruelty free. Insomma, andiamo a cena in questo ristorante del posto, guardo il menù e realizzo che non c’è nulla senza carne. Quando arriva la cameriera esordisco dicendo “Gentilmente, dal momento che non mangio né carne né pesce, potrei…”, ma non faccio in tempo a finire la frase che la donna, colta da un sussulto come se le avessero tirato un pizzico sul sedere, esclama “Oddio! E adesso che le portiamo da mangiare? I formaggi? Li mangia i formaggi? Possiamo portarle i formaggi“. A metà fra il riso e lo sconcerto, le spiego che scofanarmi un piatto di formaggi non è un’opzione che mi rallegra, visti i miei problemi di digestione, e rilancio con delle banalissime verdure bollite. Certo, andare al ristorante e mangiare verdure bollite è abbastanza annichilente, ma pur di cavarci dalla situazione imbarazzante avrei chiesto perfino del compensato. Ma nulla, la cameriera mi dà picche: le verdure bollite sono off limits (wtf?).
Morale della favola, alla fine mi hanno portato comunque tre pezzetti di formaggio e un’insalata. Una cena indimenticabile.

Episodio 3
Pausa pranzo al lavoro, coi colleghi si va al ristorante/pizzeria vicino all’ufficio. Come al solito il menù non mi è amico, e quando il titolare (che si occupa anche della sala) viene a prendere le ordinazioni, gli chiedo se per favore può venirmi incontro, così mi domanda quali siano i miei “problemi”. Io gli spiego che non mangio né carne né pesce, lui, da buon partenopeo amante di quest’ultimo, sconvolto come se avessi confessato di essere il mostro di Rostov, mi dice “Eh signorina, di cosa vive allora, di aria?!”. Io, forte del mio aspetto smagliante, del mio viso tondo e del mio rossetto rosso, gli lancio un’occhiataccia e gli rispondo “mi guardi: le sembro forse emaciata? Le sembra che non mangi?“. Lui, davanti all’evidenza dei fatti, ride imbarazzato. E alla fine credo mi abbiano portato la pizza marinara.

Ci sarebbero tanti altri episodi del genere, ho perso il conto di quanti ristoranti e bar non mi hanno più vista manco col cannocchiale. Ho deciso di isolarne tre perché tre è il numero perfetto e perché non posso certo mettermi a scrivere un’enciclopedia in merito. Attendo di conoscere anche i vostri aneddoti buffi, potremmo bollarli come #scenedaristorante ;)
Non siamo soli nell’universo cari miei, e ci incontreremo tutti al “Ristorante al Termine dell’Universo”!

Alla prossima!

2 thoughts on “Essere veg* (1): scene da ristorante

  1. Ahahah. Io ultimamente se si va fuori con altre persone, solo pizza ed evitiamo il problema alla base. Per giocare al risparmio prendo sempre marinara con qualche aggiunta! Io mi chiedo la gente cosa mangia? Cioè sarà così difficile per uno che lavora in un ristorante fare una pasta al pomodoro? ?
    Io di episodi ne ho diversi ma tutti concentrati quest’ estate in vacanza. Insomma io e il mio ragazzo eravamo alloggiati in un hotel e dato che nessuno dei due mangia derivati animali avevamo scelto di fare solo la colazione lì e per il resto ci saremmo arrangiati. Arrivati in hotel alla reception la signora ci dice che è compresa anche la cena nello stesso prezzo e decidiamo di approfittare. Prima sera la cameriera gentilissima cerca di venirci incontro dicendoci che volendo ci sono i crauti e la polenta. Poco dopo arriva con un piatto di crauti (con pezzetti di pancetta o speck non li ho identificati) e si scusa perché la polenta contiene burro. La sera dopo ci arriva il piatto tipico risi e bisi che io ho sempre visto senza pancetta. Li invece galleggiavano allegri questi coriandoli rosati. terza ed ultima sera c’è l opzione orzotto e ce lo porta il caposala quasi schifato dicendo: si, orzotto che non è orzotto, come può esserlo senza mantecatura. Il giorno dopo andiamo via e prima dobbiamo pagare. In quel momento arriva anche il caposala e si scusa dicendo che dato che intolleranze e stili alimentari diversi sono sempre più frequenti dovranno adattarsi (fosse vero ). Ah non abbiamo patito la fame eh, c’era un ricchissimo buffet di verdure, crude e cotte :)
    Adesso a prescindere da essere vegetariani o vegani, ma la carne ce la mettono dappertutto????

    1. Cara Alice, è una domanda da 10 milioni di dollari! Pare che senza due cubetti di pancetta o un tuorlo d’uovo, non si possa mangiare con soddisfazione. Il che è annichilente, soprattutto per la cucina italiana. Dov’è la nostra versatilità? La nostra rinomata creatività? Forse chiusa in cantina, non saprei. Dal tuo episodio, almeno, si evince una volontà di cambiare le cose! Credo sia importante che i locali si adeguino, non solo per chi è vegano/vegetariano (in fondo è una scelta la nostra), ma per chi invece con un po’ di burro potrebbe passare ore di malesseri.
      Incrociamo le dita, va! :)

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