“Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”, pt VIII: i pollotariani

Sto già ridendo.
Scusate, non riesco ad aprire questo articolo con la serietà adeguata (o almeno, con la serietà massima che ci si può aspettare da me), non posso farci niente.
Ho sempre detto che rispetto qualsiasi corrente alimentare, che ognuno è libero di mangiare quello che vuole. E per carità, lo penso ancora, sia mai che mi metta a dire alla gente là fuori cosa dovrebbe mangiare e perché. Certo, se fossero tutti vegani io sarei più contenta, ma una di quelle lezioni che impari man mano che cresci è che non puoi avere sempre quello che vuoi, e te ne devi fare una ragione.
Posto ciò, non credo che invece riuscirò a farmi mai una ragione delle centinaia di etichette ridicole che ci si è inventati per dare un nome alla propria dieta. Come se altrimenti non si potesse mangiare!
Non abbiamo mai affrontato l’argomento, ma, senza fare torto a nessuno, per me le categorie che godono di rispetto e dignità sono: onnivori, vegetariani, vegani, crudisti, macrobiotici e straight edge (questi più a livello sociale che alimentare). Non cito i fruttariani, non perché non li rispetti (anzi, forse sono quelli che stimo di più), ma perché li catalogo come crudisti. Sul resto delle etichette tiro una bella riga col pennarello nero a punta doppia, e mica per cattiveria. Semplicemente penso che si possa mangiare questo o quello senza per forza darsi una definizione che sfoci nella barzelletta, no? Poi ci lamentiamo delle prese per i fondelli come se piovesse, o della poca credibilità…

Ipollonsomma, vi ricordate dei flexitariani? Immagino di sì. E vi ricordate dei pescetariani? Immagino di sì.
Ho scoperto senza sorpresa che le due correnti sono imparentate, nel senso che la seconda viene classificata come una sotto-categoria della prima. Ma non solo! Se la sorpresa fosse tutta qua, io non starei scrivendo questo articolo adesso.
I flexitariani non sono solo flexitariani e pescetariani. Qualcuno là fuori ha sentito un impellente e inarrestabile bisogno, paragonabile a quello di andare al bagno, di fare un’ulteriore specificazione. Perché siete flexitariani se mangiate carne solo se costretti dalle circostanze, e siete pescetariani se pensate di essere vegetariani, ma invece mangiate anche il pesce. Se però credete di essere vegetariani, non mangiate il pesce, ma escludete tutta la carne tranne quella di pollo, allora avete un nome anche voi: siete pollotariani. Proprio così.

Ora, parto dalla perplessità in termini grammaticali: chiaramente il genio che si è inventato questa categoria è italiano o spagnolo, non ce n’è. Come per i pescetariani. Nel caso in cui fosse italiano, vorrei stringergli la mano: è bello sapere di esportare trovate di questo calibro nel mondo. La cosa che mi fa ridere maggiormente è che gli anglofoni poi accettano tutto quello che viene loro proposto senza battere ciglio, perché “pollotariano” resta “pollotarian”, e ciò rende le cose anche più difficili. Mettiamo che io sia inglese, e di latino non sappia un beata mazza (una situazione comune). In inglese “pollo” è “chicken”, non una grande affinità fra le due parole. Devo dire a un altro inglese che non sa una beata mazza della mia dieta (e di latino) che mangio solo pollo. Forse impiegherei più a fargli l’etimologia della parola, che a spiegargli di cosa mi nutro e il perché della mia scelta.
E a proposito della scelta: ma che caspita di scelta è? Il pollo è famoso per essere una carne poco calorica e leggera, certo, ma non è nemmeno quella qualitativamente migliore, quindi non capisco perché renderlo irrinunciabile. Questo mi fa pensare ai melariani, che salvano tutta la frutta e la verdura del mondo dalle loro fauci, tranne le mele. Forse perché gli stanno antipatiche, forse perché nelle mele identificano il peccato originario, e quindi le si deve punire mangiandole. I pollotariani fanno un po’ la stessa cosa, ritengono che le mucche, i maiali, le capre, i conigli, i cinghiali, i cavalli, i canguri e perfino il pesce (!) debbano essere risparmiati, ma non i polli. Perché il pollo merita di essere punito per tutti i suoi crimini!

Facezie a parte, alla fine della fiera, la domanda che mi faccio è: perché cercare l’etichetta a tutti i costi? Non si può semplicemente dire “mangio poca carne, se proprio devo, il pollo?”.
Amici e amiche, sono confusa. Ma nella mia confusione, rido. Che altro dovrei fare?
Sassariani, ne abbiamo? Cementariani? Legnariani? Plasticariani? Mah!

Sempre più perplessa vi saluto e… alla prossima!

4 Comments

  1. Ahahah è sempre un “piacere” leggere le nuove etichette che riesci a scovare. D’altra parte nella nostra società deve essere tutto etichettato ed incasellato. E quando sfoderi un’etichetta dicendo che sei pollotariano o ti ridono in faccia o ti guardano con ammirazione perché non sanno di cosa stai parlando ma fa figo.

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