Buon pomeriggio a tutti (anzi, quasi buonasera)!
Siete pronti a indossare vestiti sgargianti e cantare “Braziiiil nanananananaaaa”? Sì, perché oggi andiamo in Brasile, anzi, precisamente in Amazzonia per conoscere le cugine di secondo grado dei mirtilli neri, le famosissime bacche di Acai (solo di recente ho scoperto che si dice “asai”, con una “s” piuttosto marcata). Nemmeno a dirlo, anche questi piccoli frutti, che a vederli ricordano davvero i mirtilli neri, sono classificati come superfood, in virtù delle loro entusiasmanti proprietà. La scoperta delle bacche di Acai è piuttosto recente, nonostante questo, però, sono state giudicate il frutto più nutriente di tutta l’Amazzonia. Vediamo perché!
Innanzitutto, come sempre, facciamo un po’ i botanici: le bacche di Acai sono figlie di una pianta amazzonica (una palma, per la precisione) che cresce nel Brasile del nord. Il suo nome scientifico è Euterpe oleracea, appartiene alla famiglia delle Arecaceae, ed è una vera spilungona: riesce a superare anche i 20 metri di altezza! Le sue bacche, che sono raggruppate in “pannocchie/grappoli” di 700-900 elementi, sono polpose e si presentano alla vista come un incrocio fra i già citati mirtilli neri e gli acini d’uva.
La popolarità raggiunta dall’Acai negli ultimi anni ha fatto espandere la sua coltivazione oltre il territorio brasiliano, allargandosi più in generale a tutto il Sud America. Ma come mai queste bacche vengono giudicate tanto miracolose?
Innanzitutto, una delle caratteristiche più in vista è rappresentata dalle antocianine, che danno il colore scuro alla buccia (e infatti sono contenute in tutti i frutti rossi, neri e blu). Queste sostanze, che sono le stesse che rendono tanto speciali i mirtilli neri, sono degli antiossidanti potentissimi, e nelle bacche di Acai l’effetto sarebbe superiore di circa tre volte rispetto ai mirtilli neri. In quanto antiossidanti, la loro funzione principale è quella di combattere l’invecchiamento e la degenerazione cellulare, e quindi di ridurre drasticamente le possibilità di sviluppare neoplasie. Volendo essere proprio pignoli, e volendo prendere le distanze da quanto ci viene propinato costantemente dal marketing, è bene evidenziare come alcuni studi abbiano assolutamente sfatato questa netta superiorità dell’Acai sui mirtilli. Pare infatti che le percentuali di antiossidanti siano le stesse per entrambi i cibi, semplicemente sulle bacche di Acai ci si è ricamato su un po’ di più.
Altre proprietà interessanti di queste bacche, comunque, riguardano la discreta presenza di vitamina A e vitamina C, oltre che di ferro, calcio e fibre alimentari. Un particolare accento lo porrei sull’apporto proteico di questi frutti, che si configurano così come buoni integratori nelle diete di vegani e sportivi.
Dopo la funzione antiossidante, pare che le bacche di Acai esercitino anche funzione antinfiammatoria e regolatrice del sistema intestinale, che non fa mai male, dopo tutto, no? Infine, grazie alla presenza di tre tipi di omega (omega 3, omega 6 e omega 9), tengono sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue e agiscono in modo positivo sul sistema circolatorio.
Che i superfood siano più famigerati che famosi è ormai assodato, diciamo che dovrebbe spettare a noi avere un certo occhio critico e informarci a dovere prima di spendere soldoni in questo o quell’alimento, in fondo i miracoli non esistono da nessuna parte, a nessun prezzo! :) Marketing o non marketing, penso che comunque questi piccoli frutti esotici del buono lo abbiano davvero, l’importante è non credere che possano risolvere tutti i vostri mali! Purtroppo se vogliamo perdere peso dobbiamo ancora alzarci all’alba e andare a correre… altro che Acai!
Alla prossima!