Ciao a tutti amici e amiche, bentornati!
Oggi torniamo un po’ nel mood “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”, perché parliamo di una categoria di personaggi alimentari che, ai miei occhi, è un po’ enigmatica: i flexitariani.
Di tutte le correnti che finora abbiamo incontrato, forse i flexitariani non sono poi i peggiori, alla fine non inorridiscono davanti alle sevizie sulle verdure come i melariani, non prediligono pasti a base di sangue e insetti come i paleo, non rovistano nei cassonetti come i freegan e non perseguono una dieta fatta di aria e luce come i breathariani. Però qualcosa di strano ce l’hanno anche loro, secondo me. Mi spiego.
Una persona che sceglie di privarsi della carne e del pesce - altresì detta “vegetariano” - di solito arriva a questa decisione in due modi: o vive un lungo e tormentato periodo dove domande esistenziali e meditazioni sulla vita hanno la meglio sul suo appetito, oppure si sveglia una mattina e, così, dal niente, decide che mangiare animali è sbagliato e vuole rinunciarvi. Comunque sia, il risultato è sempre lo stesso, e ne siamo tutti felici. Di solito dietro al vegetarismo c’è una buona dose di volontà, devozione e disciplina, che purtroppo non si sposa ancora con il mondo là fuori. Sappiamo tutti che mangiare in bar, ristoranti o perfino a casa di amici a volte può essere molto difficile, però, bene o male, riusciamo a venirne fuori alla bell’e meglio, mantenendo fermi i nostri principi. I flexitariani non lo fanno.
Ora, per chi non lo sapesse ancora, i flexitariani sono quegli individui che sì, per etica o salutismo, condividono teoricamente la scelta di non mangiare carne, e, in pratica, lo fanno anche. Ma c’è un “ma”. L’eccezione si verifica ogni qualvolta si trovino davanti al muro del “non ci sono alternative”. Per capirci, flexitariano è colui che, nel caso in cui si trovi in un bar i cui panini contengano tutti salumi, si adatterà e mangerà uno di quei panini anziché cambiare bar, saltare il pasto o rompere le orchidee al barista affinché gli fabbrichi un panino ad hoc. Stessa cosa nel caso in cui un amico lo inviti a cena e si trovi pietanze con carne.
Quando dico che i flexitariani hanno qualcosa di strano, mi riferisco alla volontà e alla fermezza. Adattarsi non è un limite, né un’onta, per carità, sono la prima che, nel rispetto della mia etica, ha piegato la testa e ha smussato gli angoli. Però, su certe cose, sono un po’ perplessa: o la carne la mangi, o non la mangi, è molto semplice. Non vedo un motivo valido per cui dichiararsi al 70% vegetariani e poi lasciare il 30% alle circostanze. Penso che dovremmo essere noi a scegliere, non far scegliere il caso per noi.
Soprattutto, non vedo sostanziali differenze tra l’essere flexitariani e onnivori. La maggior parte degli onnivori a cui direte che siete veg*, come prima risposta, vi dirà “no, ma io non mangio tanta carne, se proprio devo, una volta a settimana”.
Non voglio essere caustica nei miei giudizi, alla fine, come specifico sempre, ognuno può mangiare quello che crede, c’è libertà (per fortuna). Ma siamo qua anche per discutere, e, dalla mia, credo si debba saper distinguere una moda da una dieta innescata per scelta. I flexitariani, per me, sono una moda. O, in alternativa, per me il flexetarismo è una scelta di comodo, anzi, per la prima volta mi voglio concedere un francesismo e vi prego di scusarmi: è una scelta “paracula” (in senso bonario, non offensivo, eh!). E’ come dire “sì, sono vegetariano finché non mangio carne!”. Una posizione la si deve prendere, a mio avviso, altrimenti si è semplicemente onnivori, e lo si è anche se la carne la si mangia una volta alla settimana. “Flexitariano” mi sembra solo l’ennesimo termine per creare confusione nelle già confuse correnti alimentari. Insomma, lo boccio in toto.
A coloro che aderiscono a questa fazione dico: se avete fatto 30, fate 31. Mangiare fuori da veg* è forse un po’ più difficile, ma non di certo impossibile. Se davvero ci tenete, prendere coraggio e schieratevi. Se lo fate per salute, beh, potete mangiare carne una volta alla settimana, certo, ma senza chiamarvi flexitariani. Siete onnivori, punto. :)
E voi cosa ne pensate dei flexitariani? Lo siete? Ne conoscete? Qual è il vostro punto di vista sulla questione?
Alla prossima!
Essere Flexitariani e nemmeno saperlo ihihi!!!
Mia suocera ha la sclerosi multipla e a casa del mio ragazzo si mangia carne come a casa mia si mangia verdura! Quando ho scelto di non mangiare più la carne si è posto il problema di cosa fare quando stavo a cena a casa loro… sinceramente non me la sono sentita di chiederle di fare qualcosa a posta per me, anche perchè a volte decidevamo all’ultimo minuto cosa fare, spesso la scelta si rendeva necessaria perchè studiavamo fino a che non chiamavano Denni per cena. Mia suocera già è stanca stremata dalla malattia, dal lavoro (storia lunga e moooolto complessa) dal dover fare tutto doppio perchè il figlio (non mio ragazzo) del regno vegetale mangia solo pane, patate, pasta e passata di pomodoro, figuriamoci se mi ci potevo mettere anch’io a pretendere un pasto alternativo, si parla tanto di compassione verso gli animali, ma di compassione verso le persone no? Potevo scegliere di non rimanere mai a cena o solo quando c’era qualcosa per me? Beh difficile dire “vorrei rimanere a cena perchè sono 10 ore che studiamo e l’idea di fare 30 minuti di macchina non mi alletta, ma non posso perchè non c’è nulla da mangiare per me, ma non voglio tu mi prepari nulla in più a posta per me”… Non è sempre tutto bianco o nero, la vita è fatta da tante sfumature, secondo me ogni situazione va valutata singolarmente e avere la capacità di includere delle eccezioni è sempre una buona cosa… :D
“non vedo sostanziali differenze tra l’essere flexitariani e onnivori” oh beh, ci sono invece! L’onnivoro mangia carne con costanza, magari solo una volta o anche meno in una settimana, io no… non è una questione di forza di volotà, se lo fosse in 9 mesi che vivo con il mio ragazzo l’avrei comprata almeno una volta… invece no, e come ti dicevo quando ci siamo sentite, dopo 3 mesi tutti i formaggi che compravo andavano a male e ho smesso di comprare anche quelli… In questi 9 mesi (per varie ragioni, ripeto storia lunghissima) sono stata a cena dai miei suoceri 5 o 6 volte inclusi Natale e Pasqua e Laurea, eppure non è che io per mancanza di forza di volontà sono corsa a comprarmi una bistecca…
Penso che se nel mondo veg ci fossero più eccezioni le persone sarebbero meno spaventate e più invogliate a intraprendere questa strada… Se per te essere flexitariani è una scelta di comodo, per me essere veg a tutti i costi, sempre e comunque è un po’ un “guada quanto sono bravo” insomma c’è della vanità e del narcisismo… per me è più moda questo…
Detto questo, lo sai che ti stimo tantissimo e ti rinnovo i miei complimenti per il tuo stile di scrittura, mi piace da impazzire! Un bacio ;)
Ciao Federica, come dicono nei gruppi di sostegno americani, “grazie per aver condiviso la tua storia con noi” :) e grazie anche per i complimenti che mi elargisci sulla scrittura, che sono sempre parecchio graditi, come sai ^_^
Innanzitutto, mi spiace per tua suocera, non posso immaginare le difficoltà a cui tutta la famiglia va incontro. Suppongo che ci siano molte persone che, purtroppo, condividono questi casi “estremi”, e, ovviamente, in certe situazioni che giustificano il doversi adattare, non si può fare diversamente. Ma anche in molte altre meno gravi, eh! Quindi capisco e condivido il tuo comportamento, al posto tuo farei la stessa cosa, davvero.
Diciamo che nell’articolo mi sono scagliata maggiormente contro coloro che si atteggiano a ‘flexitariani’ per moda. Negli USA queste mode alimentari vanno e vengono come il sole e la pioggia, quindi un giorno uno è onnivoro, il giorno dopo vegan, ma anche un po’ vegetariano e poi il giorno dopo diventa crudista e quello dopo ancora diventa flexitariano. In questi casi, per me, non si è spinti da motivazioni vere, ma si fa qualcosa per seguire le masse!
Il mio punto di vista è quello di una persona molto disciplinata (per carattere), ricordati che sono straight edge :) Quindi i miei giudizi forse derivano da un eccessivo rigore comportamentale e su questo non posso farci molto :D Però posso dire che anche a me è capitato di dovermi adattare, per quello dico che non condanno questa ‘flessibilità’.
A parte questo, per puro amore nei confronti dell’etimologia, io continuo a vedere i flexitariani come onnivori. Perché onnivoro è colui che, da nome, “mangia tutto”, non sono contemplate le quantità o la frequenza con cui si mangia carne, altrimenti chi ne mangia molta e spesso dovrebbe chiamarsi “carnivoro”, ma non è il caso degli esseri umani :)
I flexitariani mangiano tutto, senza limitazioni imposte. Ok, mangiano poca carne quando sono costretti (anche se il pesce non è menzionato :P), però la mangiano. Non sono vegetariani, né vegetariani stretti (vegani), né fruttariani. Si chiamano flexitariani perché è una moda chiamarli così, infatti tu stessa hai detto che non ne eri consapevole :) Perché adesso fa figo etichettare tutto, così da incasellare e creare più confusione, e magari altri pregiudizi.
Per me se uno dice ‘mangio tutto, ma carne poca’ è ancora onnivoro. Quando preferirà un panino vuoto a un panino con i salumi, allora per me sarà vegetariano :)
Grazie per il tuo commento, l’ho molto gradito! Bacione a te :)
Sono flexitariana e ti spiego perché non è una scelta di comodo, anzi, in certe circostanze è quasi scomoda (perché ci si sente incoerenti e male con se stessi). Sono vegetariana e sto anche facendo un tentativo di crudismo crescente, per scelta etica e per salutismo. Se entro in un bar e ci sono solo panini con salumi (come accade spesso in Spagna, dove vivo), cambio bar - in realtà, mi sono abituata a portarmi il mio cibo da casa in un tupper-. Negli ultimi anni, tuttavia, ho viaggiato molto fuori dall’Europa, per lunghissimi mesi, spesso vivendo a contatto con gente locale. Bhè, ci sono paesi e situazioni sociali in cui essere inflessibili vegetariani non solo porta a inimicarsi la gente ed a essere esclusi da rituali familiari e non, ma anche al tracollo fisico. Ci sono vaste aree del mondo in cui i soli cibi disponibili sono riso, carne secca e un solo tipo di verdura. Ho provato a mangiare solo riso e quella verdura e magari banane, assumendo ferro in pillole. Il risultato è stato un’enorme debolezza fisica e mentale. Quando posso, mi porto il mio olio e vado al mercato a comprarmi le verdure, che preparo in insalata sotto gli occhi esterrefatti dei ¨locals¨, che pensano che quello non sia un pasto. E quella è una grande occasione per me per spiegar loro le ragioni del vegetarianismo, e magari innescare qualche riflessione, soprattutto nei più giovani. Ma nei posti in cui non è disponibile una seppur minima varietà di vegetali (e non è raro), BISOGNA essere flessibili se si vuole stare in salute, e se si vuole rispettare la pace della famiglia in cui si è ospiti (che ha ben altro a cui pensare e per cui disperarsi), e anche se si vuole penetrare nella cultura che si visita.
Sembrerà un atteggiamento cinico e probabilmente lo è… E mi provoca anche vari mal di pancia e mal d’anima. Ma trovo cinico anche l’atteggiamento di chi crede che ovunque si abbia la possibilità di entrare in un supermercato e scegliere ciò che si vuole.
Un saluto!
Cara Sara, il tuo è un intervento molto interessante e ben argomentato, perciò grazie per averlo condiviso :)
Innanzitutto mi spiace se a volte questa scelta ti fa stare male con te stessa… ma in fondo, quale scelta non ha risvolti negativi (credo che nella vita ci siano lati positivi e negativi per tutto, le due facce della medaglia insomma). Quella che ho riportato nel post è ovviamente la mia opinione e non è certo assoluta, anzi, per questo vi invito sempre a dire la vostra, per poterci confrontare! Io sono una persona piuttosto rigida su certe cose (ma mai integralista, attenzione), perciò diciamo che ho una visuale forse meno flessibile. Però è anche vero che io parlo della vita di tutti i giorni, non di esperienze di “vita vissuta” (passami l’espressione) come quelle di cui mi racconti, e che sembrano essere anche molto arricchenti dal punto di vista socio-culturale. Da vegana, sono la prima che se vede che da una situazione X non si cava un ragno dal buco, è disposta a fare un passo indietro. Perché, oltre alla coerenza, c’è anche da considerare altri fattori (non si può mica morire di fame se non ci sono alternative, no?). Però, in situazioni più normali, sono una persona che, come ho scritto, ama la disciplina, quindi mi è difficile entrare nell’ottica “flessibile”, ecco :) Anche se, ripeto, la scelta flexitariana la vedo pur sempre come un punto di inizio per qualcosa di più.
Accordandomi anche a quello che dici tu, penso che la scelta migliore sia sempre quella di portarsi il cibo da casa, solo in questo modo forse si riescono a trovare dei compromessi!
Un caro saluto! :)
Il mio flexitarianismo invece ha motivazioni più salutiste che etiche, nel mio caso insomma semplicemente evito quando posso di mangiare carne perchè sto meglio fisicamente senza. A questo sicuramente si aggiunge un po’ anche il fatto che il consumo eccessivo di carne come alimento principale sia in generale ad alto impatto ambientale, ma è una motivazione molto “laterale”, infatti consumo ugualmente senza troppi problemi latte, pesce, uova e sporadicamente carne di pollo.
Ora, non so se questo per molti di voi può definirsi flexitarianismo, ma ho scelto questo regime alimentare semplicemente perchè è quello che maggiormente si avvicina alla VERA, autentica dieta mediterranea. Forse non tutti sanno che ci vantiamo tanto della nostra dieta mediterranea in Italia ma in realtà non aderiamo più ai suoi principi da almeno 100 anni. Questo articolo e la piramide che trovate in immagine sono molto esplicativi http://www.danielepercossi.it/la-dieta-mediterranea.html. La piramide ci fa osservare come nella dieta dei nostri antenati, quella realmente mediterranea, il consumo di carni rosse fosse limitato su base mensile. Se pensiamo a oggi, in cui in Italia si mangia carne quasi ogni giorno, sembra incredibile che ci definiamo ancora aderenti a questa dieta.
A questo principio cerco di aggiungerci i principi di base del regime macrobiotico, che evita gli eccessi di qualsiasi alimento e che cerca un giusto equilibrio tra le sostanze apportate al corpo e ad evitare prodotti troppo alcalinici. Anche in questo caso questo articolo può essere utile http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/dieta-macrobiotica.html
Ora, non so se il mio può definirsi flexitarianismo, per brevità tendo a indicarmi come tale invece di stare a spiegare tutte queste scelte. Datemi la vostra opinione per capire se sono in errore.
A questo punto sono flexitariana anche io, e la cosa mi fa ridere non poco. Mangio pochissima carne, più per il fatto che non mi fa impazzire il gusto che di etica, e abbondo di pesce, verdure, legumi ecc, quindi sono vegetariana più o meno come un tirannosauro. In pratica è come dire che sei meno onnivoro degli onnivori (???). O meno etero di un etero. E superata la soglia di quante bistecche a settimana si passa da flexitariano a onnivoro? Questa mania di mettere etichette insensate a tutto.. mah.