INCI e biodizionario, questi sconosciuti

Ciao a tutti e buon venerdì!
Finalmente siamo giunti alla fine della settimana, un’altra volta!

Oggi ho pensato di parlarvi del famoso biodizionario. Sono certa che molte fra voi lo conoscano già, come sono certa che molte altre non sappiano assolutamente a cosa mi stia riferendo. Nonostante sia presente su internet da parecchi anni, il biodizionario non gode ancora di una popolarità stellare, come del resto non ne gode la parola “INCI“.
INCI è l’acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, ossia la lista degli ingredienti che ogni prodotto cosmetico è tenuto a riportare sul retro o sulla scatola. Gli INCI elencano i propri componenti in ordine crescente, si va quindi dall’ingrediente con la percentuale maggiore (es. l’acqua) a quello con la percentuale minore (es. un conservante).
Ovviamente noi non siamo chimici, quindi non sappiamo di preciso quali ingredienti rendano valido o ecobio un cosmetico. Ecco quindi che ci viene in aiuto il biodizionario, che trovate all’url www.biodizionario.it.
Il bidizionario è, come da nome, un dizionario online dedicato alla classificazione degli ingredienti utilizzati nei cosmetici. Per ognuno di essi viene indicata la tipologia di appartenenza (troviamo i filmanti, i tensioattivi, gli emulsionanti, etc) e il grado di compatibilità con l’ambiente o con la nostra salute, indicato con pallini di tre colori (verde, giallo e rosso), che possono essere singoli o doppi a seconda di questo grado.
In genere, un prodotto che presenti solo pallini rossi (doppi o singoli) e gialli non è un buon prodotto, ma un insieme di roba chimica che verosimilmente avrà un alto impatto ambientale e che, probabilmente, ci provocherà brufoli o eventuali reazioni allergiche. Certo, potrebbe anche non farci nulla, dipende da soggetto a soggetto, ma il rischio c’è, mentre dal discorso inquinamento non c’è scampo in alcun modo. Diversamente, se un prodotto ha un gran numero di pallini verdi e solo qualcuno giallo, sarà un prodotto più “tranquillo”, anche se non è detto che non possa innescare reazioni di qualsiasi tipo (a me succede di continuo…).
Il biodizionario non vuole porsi come una Bibbia incontestabile che definisca la validità assoluta di un prodotto rispetto a un altro, è semplicemente uno strumento che consente un giudizio il più possibile accurato sull’insieme degli ingredienti. Come tutte le cose, bisogna saperlo leggere.

Un particolare che non sempre viene chiarito è che spesso i componenti con il pallino verde sono giudicati tali non in relazione al loro effetto sulla persona, ma in base della loro ecocompatibilità. Ovviamente vale anche l’inverso!
Quello che voglio dire è che non si deve finire con il divenire ossessionati da questa cosa dell’INCI, l’obiettivo è cercare di essere il più consapevoli possibile e operare le proprie scelte conoscendo gli eventuali effetti che si andranno a esercitare sull’ambiente e, naturalmente, su di noi.

Io cerco di consultare il biodizionario in modo responsabile, non sono stata travolta dall’onda “o verde o niente”, come è successo a molti. Diciamo che cerco di trovare dei buoni compromessi e di non andare mai in crisi per un singolo pallino rosso tra venti che sono verdi :)
E voi? Conoscevate il biodizionario oppure vi è nuovo? E come vi ponete nei suoi confronti? Intrasigenti o comprensivi?

Alla prossima!

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