“We cook”: ecco la superiorità del cervello umano

Buongiorno a tutti e buon mercoledì!
La tematica socio-culturale di oggi tocca delle corde altamente scientifiche, e per questo anche altamente interessanti: si parla di cervello umano.
Ci si è spesso chiesti, fin dai primi albori della scienza, in che cosa risiedesse la superiorità dell’uomo rispetto agli altri animali. Un mio vecchio professore sintetizzò la cosa in un modo molto semplice: gli animali sono intelligenti, l’uomo, oltre a questo, ha la ragione. Buon punto, ma non del tutto completo; alle spalle di questa affermazione ci sono infiniti fattori di cui tener (e dover dare) conto.
Come mai l’uomo, con il suo cervello da 1,5 kg, è stato capace di costruire mezzi per esplorare gli altri pianeti, mentre gli elefanti, con i loro 5 kg di materia cerebrale, non ci sono riusciti?
E’ da qua che parte il coinvolgente discorso che ha tenuto la neuroscienziata Suzana Herculano-Houzel (potete vederlo qui, assieme ai pezzi trascritti in inglese), un’ampia parabola che tocca diversi aspetti e che termina con un risultato familiare a tutti noi: il cibo.
La questione è la seguente: il cervello umano, come accennato poco sopra, non è il più grande in natura. In media pesa 1,2 - 1,5 kg, contro i 5 degli elefanti e i 9 delle balene. Eppure noi abbiamo abilità cognitive molto differenti, non solo rispetto a queste due specie, ma anche rispetto a tutte le altre, primati compresi.
Cosa fa la differenza? L’impressionante quantità di neuroni e le infinite connessioni che riescono a creare tra loro.

Per questo motivo il nostro cervello consuma quotidianamente, da solo, ben 500 delle 2000 calorie teoricamente raccomandate. Per sostenere un’attività cerebrale tanto intensa occorre un’alimentazione adeguata, che non preveda semplicemente bacche, foglie o erba, ma qualcosa di più complesso e variegato.

Ecco cosa si cela dietro la superiorità del cervello dell’uomo, due parole magiche: “we cook“, noi cuciniamo. Siamo l’unica specie al mondo che cucina il cibo tenendo conto delle sue proprietà, del suo gusto e dei vari abbinamenti. E’ questo che ha fatto sì che il cervello dei nostri antenati evolvesse, si sviluppasse e crescesse in neuroni e connessioni.

Questo vantaggio sugli altri animali, però, si è trasformato col tempo nella nostra maledizione: l’eccedenza di grassi, di zuccheri e di abitudini errate ci ha fatti sfociare nell’ignobile via dei disordini alimentari, quali l’obesità. Per questo, ironicamente e paradossalmente, ci siamo “involuti” dal punto di vista alimentare, quello che era il problema iniziale, ossia una dieta “basic” che escludeva la cottura, è diventato la soluzione. Questa la conclusione della dottoressa Suzana. Divertente, no?
Come spezzare questo circolo vizioso? Ah, non ne ho idea! In effetti è piuttosto delicato il discorso, l’uomo è riuscito a ficcarsi da solo in un ginepraio e, al giorno d’oggi, la confusione alimentare è molta. Potremmo dire che siamo stati vittime del nostro stesso processo evolutivo, non abbiamo saputo controllarlo.
Cosa pensate di tutto ciò e del “ritorno alle origini” come il crudismo, il fruttarismo o la controversa “paleo dieta”? Si esagera o si è nel giusto?
Alla prossima!

2 thoughts on ““We cook”: ecco la superiorità del cervello umano

  1. Ho incontrato nel tempo diverse teorie sulle cause della “superiorità” dell’uomo rispetto agli altri animali, dal pollice opponibile per l’uso degli attrezzi in avanti. Questa devo dire che è molto originale.
    Facendo un passo indietro, e richiamando le teorie secondo cui utilizziamo solo una piccola parte del potenziale del nostro cervello, mi chiedo come abbiamo potuto sviluppare e mantenere durante la nostra evoluzione un organo che “consumi” così tanta energia. Per certi versi, il cervello è un organo così terribilmente “inefficiente” da farci ritenere un’anomalia nell’evoluzione.
    Con questo, non credo che crudismo e fruttarismo possano portare a un ritorno alle origini, perché a tutti gli effetti non comportano una diminuzione dell’apporto calorico. Inoltre, un processo evolutivo richiede milioni di anni, e come giustamente sottolinei più volte ha portato risultati quantomeno paradossali: si basti pensare a quanto danno siamo riusciti a fare al nostro pianeta.
    Mi scuso per la riflessione lunghissima e per essere andato fuori tema nel commento, ma l’argomento era così interessante che mi ci sono tuffato ;)

    1. Non credo che la scienziata si riferisse all’apporto calorico, ma alla qualità del cibo, anche! Non so, a me questa teoria piace e la trovo condivisibile, comunque ovviamente l’intera conferenza toccava molti punti che io non ho riportato (anche perché difficili :D) ma che magari soddisfano di più te ;) Non scusarti, le riflessioni lunghissime sono molto apprezzate, lo sai ;)

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