Buonasera e ben ritrovati gente!
Quanti di voi conoscono il foie gras? E quanti di voi, da non veg*, l’hanno mangiato? Il foie gras, per chi non lo sapesse, è un bel francesismo che indica quella che per noi esseri umani è una patologia - il fegato grasso - ma che, se applicato alle oche, diventa una “prelibatezza” culinaria: il paté di fegato d’oca.
Il processo tramite cui avviene la produzione del foie gras è una vera barbarie, tanto che, dopo averlo appreso, e ancor prima di diventare vegetariana, decisi che mai più avrei toccato il cibo in questione.
In sostanza: si prende l’oca, le si ficca un tubo in gola, collegato a un imbuto, e la si ingozza fino a farla letteralmente scoppiare, in modo che le si ingrossi il fegato e diventi, appunto, grasso. Come quando una persona beve e mangia in modo spropositato cibi sbagliati e il fegato si ammala. Rendiamoci conto che all’essere umano piace cibarsi delle malattie altrui… mah!
Comunque, il lato positivo in tutto ciò è che molti supermercati (come la Coop in Italia) e ristoranti stanno via via bandendo il foie gras dai propri scaffali e menu, un gesto che evidenzia una certa empatia verso l’infausto destino delle oche. Tuttavia, spiace dirlo, il foie gras è buono, e per molti tra questi posti rinunciarvi è spesso penalizzante.
E’ così che la PETA ha lanciato una sfida singolare a tutti gli chef desiderosi di misurarsi con le proprie abilità: ricreare un “finto foie gras“ che non facesse rimpiangere il gusto di quello originale. Il premio? Mica bruscolini, 10,000$!
Una giuria scelta personalmente dalla PETA, a New York, ha così avuto il compito di degustare i “cloni” vegetali del foie gras, e di giudicare la loro idoneità allo scopo, considerandone la texture, il sapore e la somiglianza con l’originale. La vincitrice della gara è risultata essere la chef newyorkese Amanda Cohen, di cui potete trovare la ricetta (in inglese) a questo link.
Mi raccomando, voi non-veg* che siete all’ascolto: non mangiate il foie gras! Raramente rompo le scatole a qualcuno su ciò che deve o non deve mangiare, ma in questo caso ci tengo particolarmente… perché mi sembra davvero assurdo e barbaro arrivare a cibarsi di una patologia! Poi ci sconvolgiamo tanto per gli appetiti del signor Hannibal Lecter… almeno lui il fegato se lo mangiava fresco, con un piatto di fave e un buon chianti!
Alla prossima!