Ciao a tutti e ben tornati da queste parti!
Il post del venerdì è una sorta di maledizione, non riesco mai a prepararlo per tempo, indipendentemente dal tema! Potrei farlo prima, certo, ma, come per la cucina, amo fare le cose al momento.
Continua il nostro viaggio nella cosmesi cruelty free e nel bio, concentrandoci maggiormente su quest’ultimo aspetto.
Negli ultimi anni, come sicuramente saprete, si è verificato un vero e proprio boom in ambito make up, soprattutto grazie (o per colpa) di YouTube. Tutorial, recensioni e prestigiose collaborazioni con le aziende più conosciute del settore hanno acceso la passione per il trucco in migliaia di ragazze e donne, sia in veste di seguaci che come star del Tubo.
Il 2008-2009 sono stati gli anni di nascita di molte youtubers famose, a partire dalla celeberrima Clio Make Up, per poi proseguire con altre seguitissime “guru” quali Giuliana “Make Up Delight”, Lolla “MisStrawberryfields” o Carlitadolce. E proprio quest’ultima ha iniziato a tracciare una linea di demarcazione molto evidente rispetto alle sue colleghe: Carlita parla di cosmesi bio. Anzi, non solo ne parla, ma la fa: bilance specifiche e decine di ingredienti naturali/biodegradabili sono il suo inconfondibile segno di riconoscimento.
l’INCI di un ombretto Essence, dal Biodizionario.it |
Da quando Carlitadolce si è imposta sulla scena di YouTube, l’attenzione nei confronti dei cosmetici bio si è espansa a macchia d’olio, e i prodotti che prima venivano utilizzati senza porsi la minima domanda sono diventati la discriminante numero uno per una cura della persona più consapevole.
Questa è stata sicuramente una svolta degna di nota, non solo perché Carlita ha iniziato a insegnare l’arte di “spignattare” (il fai da te per creme, shampoo, fondotinta, etc), ma anche perché si è dedicata alla spiegazione degli ingredienti potenzialmente dannosi per pelle, salute e ambiente (siliconi, paraffina, petrolati, parabeni e molto altro).
La questione, nonostante i suoi pregi (e non per colpa di Carlita), è però sfociata rapidamente in una sorta di “ossessione” verso gli INCI, diffondendo un certo “terrorismo psicologico” in merito.
Vengono chiamati “talebani del bio” coloro che sono convinti che anche un singolo ingrediente all’interno di un cosmetico possa compromettere completamente la riuscita “salutare” di quel cosmetico sulla propria persona. Naturalmente più un prodotto è verde, meglio è, ma sono stata testimone in prima persona di alcuni sgradevoli episodi in cui ci si è scagliati brutalmente contro ragazze che, consapevoli o meno, hanno scelto di ricorrere a cosmetici non bio.
Non bisogna scordare che non sono soltanto i siliconi, i petrolati e i parabeni a scatenare problemi cutanei e reazioni allergiche, anzi, spesso sono proprio alcuni ingredienti naturali a risultare troppo aggressivi per pelle e capelli (e io ne sono un esempio lampante, 9 cose su 10 mi danno reazioni allergiche!). Certo, volendo sbilanciare la situazione tutta a favore dell’ambiente, è ovvio come siano assolutamente preferibili cosmetici dagli ingredienti a impatto zero (e che non siano testati!), però c’è anche da considerare il benessere del proprio corpo.
Come giudicare l’intera faccenda?
Personalmente, come ormai saprete, io sono una fan del “giusto mezzo” e cerco sempre un buon compromesso, anche se, purtroppo, non sempre è possibile… almeno non per tutti!
E voi cosa ne pensate: bio a tutti i costi o solo quando si riesce? Vi siete mai cimentati col “fai da te” in campo cosmetico? Io poche volte, in effetti preferisco adoperare il frullatore a immersione solo per il cibo!
Alla prossima!