Un tuffo nella preistoria: la “paleodieta”

Rieccoci amici, oggi doppio post, eheh!
Ultimamente, e l’avevo scritto anche su Facebook, sono incappata in un nuovo tipo di alimentazione che mi era del tutto ignoto. Oddio, “nuovo” forse non è il termine più adeguato, visto che questo regime alimentare ci fa tornare indietro di qualche milione di anni
Si tratta della “paleodieta” (o “paleodieta recente“), spesso abbreviata solo in “paleo“, che è venuta a bussare alla mia porta sotto forma di “like” su Instagram.
Dopo l’apprezzamento lasciato a una delle mie foto “food” da parte di una ragazza, ho visitato il suo profilo e in esso la fanciulla sosteneva di cucinare “dolci paleo”, ossia “senza farina, senza zucchero, senza lievito“, con tanto di tag #paleo al seguito. Alché mi sono chiesta: e con cosa li fa?
In seconda battuta ci ho pensato e mi sono detta che anche i dolci crudisti (o raw) seguono la stessa linea, perciò nessuna meraviglia. Invece no, sono tornata a rimuginarci e mi sono domandata: ma allora perché “paleo” e non “raw”? Il mistero continuava a infittirsi.
Mi sono fatta quindi un giro su Wikipedia, e ho in effetti trovato la spiegazione che cercavo. Non che mi abbia lasciata granché felice, comunque… leggete qui:

“Secondo i propugnatori della paleodieta recente, la corretta alimentazione si dovrebbe basare su cibi che erano reperibili prima dello sviluppo delle tecniche agricole, cioè su prodotti di “selvaggina” di ogni tipo, specialmente midollo, cervella, frattaglie, sangue di mammiferi (la muscolatura, si sostiene, veniva consumata solo se non c’era altro), pesce, crostacei, rettili, vermi, bachi, insetti, uccelli, uova, bacche, frutti, miele, vegetali appena spuntati, radici, bulbi, noci, semi, eccetera.”

Per farvela breve, la paleodieta recente vuole tornare alla dieta dell’uomo del Paleolitico, in quanto sostiene (e pare che sedicenti studi appoggino tale tesi) che l’agricoltura abbia rovinato la salute dell’uomo, in particolare legumi e cereali.
Non so voi, ma anche se non fossi veg* dubito verrei attratta da vermi, insetti e sangue, almeno ora che siamo nel 2014…
Un consiglio che mi verrebbe da dare a chi vuole seguire seriamente questo tipo di alimentazione è di trasferirsi altrove e cercare di unirsi a una tribù di Maori o Pigmei, perché credo che siano soprattutto queste popolazioni a cibarsi di ciò che viene riportato. La mia domanda/riflessione è: non ci staremo spingendo un tantino troppo lontano?
Sembra che ogni giorno qualcuno si inventi una dieta diversa, prontamente appoggiata da studi (non sempre affidabili direi) che ne confermano/sfatano i risultati.
La carne fa male, le verdure fanno male, la cottura fa male, i cereali fanno male e i legumi fanno male. Senza lanciarmi nella solita filippica da veg* sulla carne etc, mi chiedo: possibile che faccia tutto male e si debba addirittura tornare ai tempi del Paleolitico per vivere meglio?

Scusate, oggi perdo la mia solita imparzialità e affermo senza pensarci troppo che questa dieta mi lascia decisamente perplessa! Più che altro perché penso che un abitante dell’Occidente civilizzato non riesca a cambiare la sua alimentazione allineandola di colpo a quella delle popolazioni tribali, lo trovo bizzarro, oltre che difficile a livello pratico.
Penso che il crudismo non si discosti molto, ma abbia più punti a suo favore.
Per saperne di più stavolta mi “lavo le mani” e vi invito a seguire il link a Wikipedia sopra riportato.

Apro un inciso, io dei cosiddetti “studi scientifici” non mi fido più ormai, del resto se esiste qualcuno capace di vivere e restare in salute mangiando per oltre 25 anni solo e soltanto pizza, allora probabilmente non ci sono più limiti o regole da rispettare… dove risiede la verità?
Attendo con ansia il giorno in cui arriveremo al “nientarismo“, la nuova corrente alimentare che promette di vivere bene non mangiando niente: pratica, veloce e super economica! :D

Intanto che attendo (e forse non manca poi molto), come al solito…
Alla prossima!

4 thoughts on “Un tuffo nella preistoria: la “paleodieta”

  1. Mamma mia! Questo conferma la mia tesi del “qualsiasicosafamale”! Se ci mettiamo lì a studiare ogni singolo alimento troviamo pro e contro, come per le medicine! Tempo fa ho trovato informazioni sul fatto che anche l’Henné può essere cancerogeno se lasciato agire più di 4 ore! Si, riporto tutti gli argomenti sui capelli alla fine XD

  2. Come dicevano i nostri nonni, “si stava meglio quando si stava peggio”. Qui però il concetto è un tantino estremizzato.
    Gli antenati del paleolitico non si ammalavano e il progresso ci ha rovinato l’esistenza, eppure se non erro la vita media all’epoca si aggirava intorno ai vent’anni. Forse neppure avevano il tempo di ammalarsi, semplicemente morivano prima! :)
    Molto giusta la presa di distanza nel post, che peraltro è molto interessante! :)

  3. FairyMary, dovresti documentarti su come le donne del paleolitico lavavano e coloravano i capelli, forse solo così potremo salvarci dalla distruzione totale!

    Gianluca, come diceva anche Max Pezzali “se si stava meglio quando si stava peggio non lo so, però io vivo adesso!” :D E penso tu abbia ragione, visto che a quanto ho letto l’aspettativa di vita era di 15 anni… 15 anni di pura salute pare! :P

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