Buongiorno a tutti!
Il post del mercoledì è saltato perché mi sono dovuta dedicare ad altro tipo di attività scrittoria, ma non preoccupatevi, recuperiamo oggi (assieme al post del giovedì, che seguirà subito questo)!
Il tema di questo articolo sarà molto delicato, perché vede in esame un argomento ben più rilevante della sola alimentazione, ossia la filosofia veg* applicata all’educazione (alimentare) dei propri figli.
La questione è sempre stata molto spinosa, non neghiamolo. La maggioranza di noi veg* ha cambiato tipo di dieta durante la propria crescita, e sappiamo tutti quanto sia spesso arduo far capire alle nostre famiglie che no, non moriremo per questa scelta. C’è chi lo ha fatto a 10 anni, chi a 16, chi a 30, ovviamente prima è meglio è, ma la percentuale di chi è veg* dalla nascita è davvero esigua.
L’educazione di un figlio, alimentare o meno che sia, è sempre molto importante, e lo saprete meglio di me voi che avete una famiglia. Essere genitori non è mai cosa facile, ma quando si è vegan le cose si possono complicare. Per la società essere “semplicemente” vegetariani è consentito, in qualche misura ci si sta abituando alla loro presenza, perciò lo scalpore sta lasciando il posto all’accettazione. Essere vegan desta ancora parecchie perplessità e polemiche, soprattutto quando ci sono figli di mezzo.
Bisogna considerare molteplici fattori, tutti inerenti al tipo di “coppia”, come per esempio onnivoro/vegetariano, vegetariano/vegan, vegan/vegan. Ovviamente l’obiettivo immagino sia sempre quello di venirsi incontro, ma è davvero così semplice?
Le coppie onnivoro/veg* verrebbe da pensare siano le più problematiche; per certi versi è vero, e nella maggior parte dei casi si trova un compromesso tra la filosofia onnivora e quella vegetariana/vegan, preferendo educare il proprio figlio a mangiare tutto (nelle giuste dosi), lasciandogli la libertà di prendere la sua decisione una volta cresciuto.
Le divergenze, tuttavia, possono insorgere anche nelle coppie vegetariano/vegan, poiché, per quanto simili, queste due diete hanno punti di distacco molto forti.
In entrambi questi casi, comunque, l’educazione alimentare della propria prole è qualcosa che si decide in privato, con il proprio partner.
Diversi sono quei casi in cui interviene la legge a giudicare cosa dare da mangiare ai propri figli, come per questa madre vegan francese a cui i servizi sociali hanno tolto il bambino con la motivazione che fosse denutrito (da leggere: maltrattamento di minori). Il bambino effettivamente era sotto peso, in più non veniva sottoposto a tutte le vaccinazioni necessarie, bensì solo quelle obbligatorie. Ovviamente - e per fortuna - è un caso su mille, eppure negli ultimi anni di figli “sottratti” a coppie vegan ce ne sono stati altri.
Un po’, lo ammetto, viene da pensare. Questa madre ha sbagliato qualcosa nella scelta degli alimenti per il suo bambino? O è stato un attacco gratuito e immotivato?
Un po’, lo ammetto, viene da pensare. Questa madre ha sbagliato qualcosa nella scelta degli alimenti per il suo bambino? O è stato un attacco gratuito e immotivato?
Personalmente sulla vicenda non so bene come pensarla, l’unica cosa che posso dire è che dovrebbe essere d’obbligo usare la testa e il buon senso in tutte le cose che facciamo, a partire dall’alimentazione (come ho spesso precisato), a maggior ragione quando si parla di figli.
Mi piacerebbe sentire l’opinione di chi è veg* e ha figli: come si è orientato, se ha avuto difficoltà, timori, etc. Oppure di chi è onnivoro e sta con un veg*, se avete mai parlato dell’argomento o meno. Ovviamente se qualche onnivoro vuole dire la sua, sempre in modo pacato ed educato, è ben accetto! :)
Intanto che ci pensate vi saluto,
alla prossima!