Buonasera a tutti!
Oggi post altisonante per la nostra rubrica di musicisti veg*… era da tempo che volevo scrivere di lui, ma ho sempre pensato che fosse troppo, troppo facile, perché penso sia davvero il vegetariano più famoso tra tutti. Perché è stato uno tra i primi a esserlo pubblicamente, e perché ha scelto di esserlo in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali, in cui questa scelta di vita non era ancora popolare.
campagna istituzionale PETA |
Insomma, se una persona in genere può non sapere chi sia Morrissey, tutti, ma proprio tutti, sanno invece chi sia Sir Paul McCartney. Non occorre conoscere a memoria la discografia dei Beatles per identificarlo, né serve aver vissuto l’epoca in cui i quattro baronetti in nero mietevano vittime in ogni angolo del mondo. C’è anche da precisare come Paul sia di certo il vegetariano più famoso tra i quattro, ma in realtà tutti i Beatles erano vegetariani! Pare addirittura che John Lennon e Yoko Ono fossero vegan… ma non ve n’è certezza!
Non mi soffermerò ovviamente sull’aspetto musicale del personaggio, mi sembrerebbe quasi una blasfemia, dato che sono convinta che tutti almeno una volta nella vita si siano imbattuti nelle canzoni dei Beatles, che fossero ultrafamose o più di nicchia. Quello che, invece, mi interessa approfondire (per quanto mi sarà possibile) sarà l’aspetto vegetariano di Paul McCartney.
Paul divenne vegetariano durante i primi anni 70 (o almeno, in base alle fonti discordanti che ho trovato, è stato più o meno il periodo cruciale) e pare che a piantare il primo seme del dubbio nella sua coscienza sia stata una battuta di pesca. Proprio dopo aver catturato un pesce Paul realizzò come per un “breve momento di piacere” stesse privando l’animale della sua vita e questo lo toccò profondamente. Concluse che la vita del pesce aveva la stessa importanza della sua.
Queste convinzioni si rafforzarono nel momento in cui, alla fine degli anni 60, Paul incontrò Linda e la sposò. Entrambi amanti della natura, entrambi vegetariani convinti, passarono la loro vita fino alla morte di lei, nel 1998, a sostenere i diritti degli animali e diverse campagne per la PETA, di cui furono felici testimoni.
Tutt’oggi, a testimonianza dell’importanza iconica che ha avuto Linda nella causa vegetariana, nel Regno Unito viene venduta una linea di prodotti vegetariani targati “Linda McCartney”, basilarmente dei surrogati della carne, surgelati e da banco frigo.
All’inizio della loro frequentazione, e durante i primi anni del matrimonio, i due mangiavano ancora carne, ma con disagio crescente. Si accorgevano di amare molto la natura e il trascorrere del tempo a contatto con essa, ma le abitudini erano dure a morire. Paul ha dichiarato di aver avuto una fattoria in Scozia, dove allevava anche qualche animale, ma la cosa non faceva stare per nulla bene né lui, né Linda. Decisero allora di privarsi della carne e notarono come, rinunciandovi, la situazione andasse via via migliorando.
Da allora per la coppia si dischiuse un mondo e, via via, la situazione andò migliorando. Si accorsero del nuovo universo di verdura e frutta che li circondava, delle nuove combinazioni, dei nuovi sapori, Linda divenne una cuoca eccellente e fu là che realizzarono come non avrebbero mai più mangiato carne nella loro vita.In principio fu dura, perché non sapevano bene come sopperire alla mancanza della carne nel piatto, buttandosi (come spesso accade) su pasta, uova e formaggio. Poi, durante una vacanza alle Barbados, scoprirono in un supermercato alcuni alimenti sostitutivi della carne, come le salsicce.
Fu secondo queste convinzioni che crebbero anche i propri figli: Stella e Mary sono infatti vegetariane e spesso testimonial assieme al padre nelle campagne contro la carne.
Paul ha rimarcato più volte che “se i mattatoi avessero pareti di vetro, la maggior parte delle persone diventerebbe vegetariana” così, anche dopo la morte della moglie, si è costantemente impegnato nella diffusione delle verità che si celano dietro la produzione della carne. Il celebre musicista non riesce a capire come la gente possa credere che gli animali non abbiano anima e non sentano la paura, e in realtà è convinto che le persone non vogliano semplicemente vedere la verità: a tutti piace avere sul piatto la carne già pulita, senza sangue, ma questo non è possibile, per ottenere ciò si deve per forza passare dalla sofferenza.
Il punto, per Paul, è che l’essere umano ha già vinto, come razza, su questo pianeta, non deve dimostrare nulla a nessuno. Non c’è motivo di accanirsi sugli animali, non c’è pericolo che i ragni o gli elefanti possano spodestare l’uomo, visto che possiede armi come la bomba atomica. Ciò su cui l’ex-Beatle vuole concentrare la sua riflessione è che, in quanto uomini, dobbiamo guadagnare una certa “nobiltà nella vittoria“.
Perché la questione non è “essere un bravo perdente”, semmai è “essere un buon vincitore“.
E io concordo perfettamente.
Alla prossima!