Veg* vs Onnivori: integralismi, intolleranza, odio

Buongiorno a tutti, oggi non dedico post a prodotti o alimenti, bensì vorrei affrontare un tema socio-culturale tanto scottante quanto intramontabile. Ci tengo a precisare che non voglio fare polemica, né utilizzare toni molesti, semplicemente vorrei compiere riflessioni e condividerle con voi che mi leggerete.
Ieri, tanto per cambiare, ho avuto online uno scambio di messaggi piuttosto sgradevole con una persona, di cui non è necessario né fare il nome, né riportare le parole, non tanto per educazione (questa persona mi ha augurato di morire per shock anafilattico, perciò non è nelle mie intenzioni trattarla con i guanti di velluto), ma perché potrebbero essere le parole e le reazioni di altri millemila individui, come mi è capitato di doverne incontrare. Sarebbe quindi riduttivo parlare di un soggetto solo, dato che là fuori ce n’è una marea.
Comunque, questo episodio mi ha spinta a parlare ancora una volta di un argomento che, in quanto “diversi”, a noi veg tocca spesso: l’intolleranza. So cosa state pensando, voi onnivori che magari state leggendo queste righe: sto per farci passare come vittime dell’ultim’ora. E invece no.
Sono perfettamente consapevole che, spesso, i primi a essere integralisti e intolleranti sono proprio i veg*, soprattutto i vegan. Lo so perché mi è capitato sovente di scontrarmi anche con loro. Sembra assurdo, ma perfino tra le file ‘verdi’ ci si odia, o almeno spesso ho sentito tanta intolleranza anche nei confronti dei vegetariani. Lo trovo davvero senza senso, posso in qualche misura capire perché un vegan si scagli con fermezza contro chi mangia carne (per quanto ritenga l’alimentazione qualcosa di molto personale e insindacabile, ma comprendo anche gli ideali in cui si sceglie di credere), eppure farsi guerra spietata all’interno della propria “fazione” lo ritengo fuori da ogni logica. Credo che a ognuno serva il proprio tempo per maturare una transizione alimentare adeguata e ponderata e che, in ogni caso, quello che si sceglie di mangiare non dovrebbe mai essere pretesto per insulti e offese personali, anche pesanti.
Il problema è che se è abbastanza facile evitare i vegan più integralisti, è praticamente impossibile non imbattersi negli onnivori. Non credo di dovervi spiegare il perché… è statistica.
Ho assistito a veg* che auguravano la morte agli onnivori e ho assistito a onnivori che, dopo messaggi crudeli, auguravano la morte ai veg*. Perché? Non si può semplicemente mangiare quello che si vuole senza per forza assalire gli altri? E’ come se a ogni signora impellicciata che trovo in giro mi permettessi di dire “Ehi tu, brutta tro*a, lo sai che sei una lurida assassina? Ti auguro di venire scuoiata lentamente come i poveri animali che ti porti addosso, stron*a!” e magari concludessi il tutto con una bella sputata addosso alla tizia.
Ok, la tentazione ogni tanto non nego di avercela, ma non lo faccio! Perché?
Primo, perché non sono pazza. Secondo, perché ho una cosa che si chiama buon senso, che si sposa bene con il raziocinio. Possibile li abbia solo io? Oddio, spero di no, sarebbe preoccupante.
Perché anziché insultarci e augurarci di trapassare presto, non proviamo a capire le ragioni degli altri? Perché non proviamo a dialogare? Ma soprattutto, perché in una conversazione (peraltro scritta, dove è possibile rileggere), dove io dico A e tu B, io poi ti spiego C ma tu capisci ancora A? Dov’è il nodo? Sarò scema io, ma non me lo spiego.
Credo di essere una delle persone più intolleranti (in generale, ahah) esistenti sulla faccia della Terra, eppure riesco a risparmiare la mia persona dal reato di omicidio e anche dall’insulto libero gratuito. Non credo di essere un prodigio, penso solo che si debba dare in primis del rispetto agli altri, non mi sembra difficile. Poi, ovviamente, le idee hanno il sacrosanto diritto di divergere, ma ci si può comunque confrontare - anche animatamente, se si vuole - senza arrivare a dire “possa tu gettare sangue a volontà assieme ai tuoi animali del ca**o”.
L’uomo uccide gli animali perché li ritiene inferiori. E perché li ritiene inferiori? Perché, al contrario dell’uomo, sono capaci di intelligenza ma non di raziocinio. Ma io tutto sto raziocinio e capacità di capire quello che uno dice all’altro, spesso non li vedo negli esseri umani. E mi vergogno di appartenere alla mia specie, in verità.
Un’altra accusa che viene spesso mossa ai veg* è che ci si preoccupa più per gli animali che per i nostri simili. Mh.
Volete la mia risposta? Parlo della MIA, di Giulia, Jules, chiamatemi come volete: si, io mi preoccupo più degli animali che degli uomini. E non me ne vergogno. Ritengo che gli uomini sappiano pensare da soli a se stessi, hanno leggi che li proteggono, regole, istituzioni, dottori, scienziati e, non ultima, la propria violenza, che esercitano un po’ su tutto, perfino verso i propri simili.
Con questo non significa che butterei sotto la macchina un bambino, un adulto o un vecchio pur di evitare di investire un piccione, ma se invece provassi a evitare entrambe le cose, sarebbe così male? Una cosa mica esclude l’altra.

 

Lasciamo perdere le obiezioni del caso (es. “hai ucciso centinaia di formiche solo camminando!”, “inquini prendendo i mezzi e la macchina!”, “anche le tue verdure sono vive e le uccidi senza pietà!”), credo sia praticamente ovvio come non si riesca a rispettare tutto. Ma quindi si deve fare il processo alle intenzioni, all’impegno, ai sacrifici? Il discorso è che o si vive in un mondo perfetto, dove tutto quadra, altrimenti meglio lo sfascio totale? Quella si chiama utopia, come vivere in un mondo senza denaro o dove tutti sono felici.
Ricordate che nel mondo l’imperat è uno: vivere. Se non si vuol vivere ci si può ammazzare, ma, in quanto esseri viventi, il nostro istinto di autoconservazione ci impone di vivere. Facciamolo al meglio, almeno!
Non penso che la sensibilità, o il provare a essere semplicemente “buoni”, sia un crimine. Quando dici che ti preoccupi per gli animali sembra che tu asserisca “ho impalato 10 bambini con un attizzatoio e poi li ho dati in pasto ai miei adorati cani”. Davvero, le reazioni che ne scaturiscono - come ieri - sono a mio avviso esagerate, immotivate.
Concludo la riflessione sempre appoggiandomi all’obiezione secondo cui, se ci si preoccupa per gli animali, allora li si mette sul piedistallo a scapito dell’uomo. Insomma, lunga vita alla formica, morte feroce all’uomo, imputano gli onnivori ai veg*. Perciò, di contro, mi aspetto che la filosofia “me ne frego degli animali, li mangio, ma amo profondamente le persone” trovi la sua concretizzazione in un amore per i propri simili senza fine. Vi lascio un video, a questo proposito. E’ un “esperimento sociale” in cui sono incappata su YouTube. Non penso che tutte le persone che compaiono in questo video siano vegetariane e vegane, anzi, credo che la maggioranza di loro mangi in modo normale e che della vivisezione non possa calargliene di meno.
Traggo le mie conclusioni e preciso che non penso assolutamente valgano per tutti (la differenza la fanno sempre le persone, del resto), ma visto che va tanto di moda fare di tutta l’erba un fascio, sfoderando profluvi di insulti e auguri di morte e disgrazie, perché non dovrei trarle? Spero di non aver offeso nessuno con queste considerazioni. Cercate di capire…

Alla prossima!

6 thoughts on “Veg* vs Onnivori: integralismi, intolleranza, odio

  1. Buonasera! Ho avuto modo adesso di leggere le tue righe e mi trovo d’accordo su tutto ciò che scrivi… Purtroppo il problema dell’intolleranza è una delle cose più comuni nelle quali mi imbatto ogni volta che faccio presente di essere vegetariana… Mi ridono in faccia, mi deridono, si stupiscono. Mai qualcuno che “osa” dirmi fai bene. Ho notato anche una cosa parecchio strana. Tante persone, dopo aver saputo che non mangio carne, mi dicono “neanche io ne mangio molta, posso considerarmi vegetariana anche io allora perché ne mangio proprio pochissima e raramente”. Quello che mi chiedo ogni volta che mi sento rispondere questo, è “ma cosa intendono per carne? La fettina di vitello? Di manzo? Di maiale? La salsiccia? O includono anche il prosciutto, i wurstel, salumi in genere, tritato e quant’altro?”. Sono del parere che molti non hanno un’idea ben precisa di cosa sia la carne. Forse nel loro immaginario la carne è una fettina di un qualsiasi tipo di animale. Per quanto mi riguarda, in base a ciò che mi sono sentita dire, la penso così. Forse non ci fanno caso ma ogni giorno magari mangiano panino e affettato di qualsiasi tipo.. Rimane sempre un mio parere. E non ho ancora avuto modo di scontrarmi con qualche vegano ma sono sicura del fatto, come affermi tu, che secondo loro dovrei sentirmi inferiore anche rispetto alla loro scelta di vita. Soprattutto perché potrei essere incolpata di fare una buona azione soltanto per metà. Non mangio gli animali ma mangio i derivati. Che comportano loro sofferenze e stress, malattie, oltre all’essere tenuti molto spesso in condizioni disastrose. E questo lo so bene.

  2. Mia cara Kappa, innanzitutto grazie per aver letto la spataffiata e aver detto la tua :)
    In merito a ciò che riporti sulla reazione che hanno gli altri quando dichiari il tuo vegetarismo, ti rimando a questo vecchio post dove scoprirai come le persone abbiano reazioni di “default” verso i vegetariani :D

    http://theveggiegalaxy.blogspot.it/2012/07/essere-vegetariani-e-fare-outing.html

    Per quanto riguarda i vegan, in realtà, anche loro come gli onnivori dovrebbero essere un po’ più comprensivi. Commettono spesso l’errore di voler convertire la gente a forza, ma non capiscono che facendo così gli effetti non saranno quelli sperati… Peraltro, a voler guardare il capello, secondo me gli unici senza macchia sulla coscienza sono i fruttariani (che si nutrono di frutti, non di frutta!), uno stile di vita che rispetta sia gli animali che le piante, e quindi l’ambiente. Ne sono affascinata ma è davvero arduo da perseguire…

  3. Ho letto con vera soddisfazione il richiamo al buonsenso e al raziocinio, parole giustamente in stampatello e in grassetto. Aggiungo che il piacere di leggere questo post è sicuramente amplificato dal fatto lo stesso, come si legge nelle prime righe, sia una riflessione derivata da un diverbio nel quale, aldilà delle ideologie personali, immagino sia chiara a chiunque la parte della ragione. Perché certamente è insano, durante una discussione, augurare a qualcuno di morire. Ho quindi trovato lodevole trarre spunto da un avvenimento spiacevole per trarre alcune giuste considerazioni sulle logiche del vivere civile e sulla comprensione, ma anche e soprattutto sul realismo necessario in qualsiasi comportamento. Tematiche trasversali e di validità assolutamente universale, uno spunto in più per comprendere quanto le estremizzazioni delle ideologie possano essere nocive all’umana convivenza. Grazie per avercelo ricordato.

  4. Sono d’accordo su tutto, cara. Non capisco perché molti si accaniscano da un lato o dall’altro. Non posso essere libera di mangiare e pensare come voglio? E tu non puoi fare altrettanto senza pensare che io sto sbagliando e sono quindi una piaga della Terra? Vivi e lascia che gli altri vivano come meglio credono, vegetariani, vegani o onnivori che siano. Anche perché nel momento in cui insulti, auguri la morte e la sofferenza agli altri, qualsiasi motivo ti abbia spinto a farlo, non sei mai giustificato, non sei migliore, passerai sempre dalla parte del torto.

  5. Cara Mary, grazie del commento :) Concordo, in particolare con la tua ultima asserzione. Augurare sofferenze e morte è una cosa brutta già di suo, se ci aggiungiamo che viene fatto per divergenze di idee secondo me è pure peggio… grazie per essere passata ;)

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