Veg* d’eccezione: Morrissey

Buongiorno e buon lunedì a tutti!
Come sempre, ricordatevi che oggi è Meatless Monday perciò, anche se non siete vegetariani, provate a partecipare a questa iniziativa evitando ogni genere di carne (si, anche il prosciutto lo è! :P)! Per chi si fosse perso il post sul Meatless Monday, basti seguire il link sopra riportato ;) Ma andiamo oltre!

Avevo già scritto un post del genere in passato e lo avevo dedicato a Moby (che è vegan da innumerevoli anni) proprio in occasione del World Vegan Day.

Torno quindi con gioia a scrivere ancora di personaggi musicali di spicco coinvolti nella causa vegetariana. No, non sto parlando di Paul McCartney (sarebbe troppo facile, ma sicuramente spenderò qualche parolina anche su di lui in futuro), ma di uno dei miei guru assoluti in musica: Steven Patrick Morrissey, ai più noto solo come Morrissey, fondatore e cantante della band The Smiths.

Chiunque sia figlio, reduce o appassionato degli anni 80 non può non conoscere la celebre band inglese che, in pochi anni, ha ispirato e cambiato completamente la scena indie britannica, e non solo.
Personaggio di grande talento musicale e poetico, Morrissey è considerato un genio quasi all’unanimità da critici e musicisti, e annoverato fra le personalità musicali più influenti di tutti i tempi.
Inglese, di Manchester, Morrissey è vegetariano fin da quando aveva 11 anni e anche ora che di anni ne ha 55 (portati splendidamente), è sempre più coinvolto dalla causa animalista e vegetariana, non solo al punto di trattare il tema nelle sue canzoni, ma anche da diventare testimonial per la PETA e intraprendere cause legali e polemiche pubbliche contro chiunque si scagli senza troppi complimenti contro questa sua scelta di vita.
A tal proposito c’è da dire che il nostro Morrissey, a dispetto della sua grande sensibilità e apertura mentale, non è certo una persona tranquilla e pacata, anzi potremmo affermare che si tratti senza dubbio di uno di quelli che la mosca, sotto al naso, non se la fa passare certo due volte. Questo lo ha portato ad attirare su di sé numerose antipatie da parte di colleghi musicisti quali Robert Smith, leader dei Cure (anch’egli vegetariano, si dice), che in una sua nota dichiarazione è arrivato a dire “se Morrissey è vegetariano, allora io mangio carne per far dispetto a Morrissey“. Del resto non è solo il vegetarismo a contribuire alla figura complessa e difficile di Moz, ma anche la durezza con cui spesso accompagna le proprie pubbliche asserzioni, soprattutto quando si tratta di temi quali la musica (disprezza aspramente l’ambito commerciale), la politica (celebri le sue critiche al thatcherismo e alla monarchia inglese) o la sessualità (si dichiara asessuale).

Per confermare questo bel caratterino, vi dico che Moz ha fatto causa a Gordon Ramsay - da sempre notoriamente insofferente ai vegetariani - e all’emittente Channel 4 poiché era stata usata (senza permesso a quanto pare) una delle canzoni più note degli Smiths come sottofondo per uno dei programmi culinari dello chef scozzese. Morale della favola? Moz si porta a casa oltre 10 mila sterline, donate poi interamente alla PETA.

Se dovessi star qua a parlare della musica degli Smiths e dei testi di Morrissey (che ormai da un bel po’ ha intrapreso la carriera solista) penso non mi basterebbe una giornata intera per finire il post, quindi mi concentrerò su quello che ritengo sia l’album-emblema della scelta animalista del nostro amico: Meat is Murder (“la carne è omicidio“).
Corre l’anno 1985 quando gli Smiths rilasciano il loro secondo album, Meat is Murder appunto, un disco carico di delusione, ma anche di feroce critica sociale verso la politica, le violenze domestiche, gli inutili sperperi di soldi, gli opinabili metodi scolastici e, naturalmente, i barbarismi inerenti alla macellazione degli animali. Quest’ultimo tema si incarna alla perfezione nella title track, il cui testo è un viaggio toccante e straziante all’interno dei macelli, accompagnato musicalmente da un ritmo lento e doloroso, nonché dai versi sofferenti degli animali condannati. Il brano è un vero e proprio pugno nello stomaco, che non può mancare di toccare chiunque abbia un minimo di sensibilità.
Insomma, non voglio dilungarmi troppo anche perché, sul serio, ce ne sarebbe da raccontare, ma spero in qualche modo di avervi incuriositi se non conoscevate la poliedrica figura di Mr Morrissey e il suo “spirto guerrier”. Se vorrete concedere una chance alla musica intramontabile degli Smiths, vi consiglio di ascoltare (ma soprattutto di leggere i testi!) There is a Light that Never Goes Out, Please Please Please e How Soon is Now? (che ho felicemente tatuata sul mio braccio destro). Per il resto, esiste Wikipedia ;)
Chiudo il post con questa bella immagine di Moz, intento a fare della propaganda veg ;)
Alla prossima!

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