Veg* d’eccezione: Franco Battiato

Buongiorno a tutti!
In questi giorni non sono stata a casa ed è per questo che non sono riuscita a postare a dovere… ma rimedio subito (e baro di nuovo retrodatando il post, ihih), vogliate scusarmi!
Torniamo oggi al nostro piccolo spazio sui veg* d’eccezione e, anche stavolta, scelgo di rimanere nel mondo della musica, soprattutto perché le scelte alimentari di questo artista si sono spesso ripercosse sui contenuti dei suoi (già insoliti) testi e sulle tematiche dei suoi album. Di chi parlo? Di un cantautore tutto italiano, siciliano per la precisione, che in molti battezzano - a ragione - “il Maestro”: Franco Battiato.
Il caro Battiato è un artista molto sui generis nel panorama della musica italiana, sia per l’eclettismo della sua musica, sia per i suoi controversi testi, spesso a prima vista incomprensibili ma sempre ricchi di significati nascosti. Chi non lo ricorda ai tempi in cui si cimentava in improbabili balletti sulle note di “Centro di Gravità“, piuttosto che per le bellissime parole de “La Cura“? Battiato rimane quindi uno dei pochissimi artisti italiani con una personalità atipica, se vogliamo “strana”, ma di certo ben definita e amata da tutti i suoi seguaci.
Classe 1945, Battiato è sempre stato una persona dotata di una raffinatissima intelligenza, di un’ampia cultura e di una grande sensibilità, anche se non ha mai risparmiato critiche aspre e pungenti relative a certi personaggi pubblici, alla politica, ai politici e a temi di varia natura. In musica si è spesso dedicato a numerose collaborazioni con altrettanto numerosi artisti, mentre al di fuori di questo ambito ha coltivato progetti al cinema (come regista), in pittura e perfino in politica.
Il Maestro è un uomo e un musicista decisamente complesso e questo si è sempre colto anche dai testi delle sue canzoni, che durante la sua carriera hanno abbracciato molti dei suoi interessi, quali il misticismo, l’esoterismo, la filosofia e, ovviamente, il rispetto per la natura e gli animali.
Non è mai stato un mistero, infatti, che il cantautore fosse vegetariano, nonché amante della natura e dei suoi equilibri, anzi, ha sempre portato avanti le sue ideologie facendole spesso sconfinare nella sua musica e difendendole da chi, nel tempo, le ha criticate.
Battiato ha dichiarato diverse volte come la sua riluttanza per la carne sia iniziata già da ragazzino, preferendo però il pesce, in accordo alla tradizione culinaria siciliana. Questo fino all’età della ragione, quando il proprio corpo gli “ordinò” di abbandonare sia la carne che il pesce, cosa che fece. Da allora si è sentito più sereno, più in pace con se stesso e maggiormente in armonia con la natura, un atteggiamento che lo ha avvicinato poi alla religione buddista.
Oltre ad aver bandito carne e pesce dalla propria dieta, pare abbia smesso di bere, di fumare e di consumare caffè, insomma, un cambiamento radicale di abitudini, che lo ha portato anche ad anni di fanatismo macrobiotico (da cui poi è uscito, normalizzandosi).
E’ carino segnalare anche come Battiato, nel suo “rifugio” siciliano, a Milo, coltivi il suo personalissimo orto che, a detta dei suoi amici, offre pomodori prelibati…
Per quanto riguarda la musica mi sembra quasi superfluo parlarne, credo che il Maestro sia ampiamente famoso e noto a tutti, come anche le sue canzoni e i suoi album. Se però, stranamente, non conoscete la sua musica, vi consiglio di cercarvi “La Cura”, perché è uno dei pezzi più belli della musica nostrana, ma se siete curiosi di ascoltare i brani in cui la sua veg-philosophy si è concentrata maggiormente, allora date un ascolto a “Sarcofagia“, contenuto in “Ferro Battuto” (2001), oppure a “L’era del cinghiale bianco“, album in cui, dal sottobosco lirico, emerge il rapporto con una natura religiosamente da rispettare.
Alla prossima!

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