Buongiorno e buona domenica a tutti!
Visto che la domenica è dedicata ai pranzi in famiglia, essere veg* mette spesso in crisi i menu (soprattutto quando a cucinare sono ancora le mamme!), quindi oggi parleremo di un piatto sfizioso, proteico e anche facile da cucinare: la farifrittata!
Cos’è la farifrittata? E’ una frittata senza uova. “SENZA UOVA?!”, direte voi. Ebbene si, senza uova.
L’ingrediente chiave della frittata vegan per eccellenza è la farina di ceci, utilizzata nel nostro Paese soprattutto in Liguria e in Toscana per la preparazione della famosa farinata.
Pur essendo una farina non di nicchia, non è tuttavia facilissima da reperire, soprattutto quando i punti vendita sono molto piccoli e non sono localizzati nelle due regioni di cui sopra!
Alcuni supermercati “ordinari” dove è possibile acquistare la farina di ceci sono l’Esselunga, il Pam, il Simply, il Gigante e il Carrefour, ma c’è da precisare che in tutti questi casi sono quasi sempre i megastore (ossia le succursali “enormi”) ad esserne provvisti. Nel caso in cui esista un Naturasì dalle vostre parti, là andate sul sicuro, in quanto la catena bio vende decine di farine diverse, tra cui anche questa.
Ok, abbiamo la farina di ceci, e ora?
Ora è tutto in discesa! Per ottenere una pastella simile a quella delle uova sbattute, non si deve far altro che unire qualche cucchiaio di farina di ceci a un po’ d’acqua (quanto ne basta per ottenere una pastella liscia e senza grumi), mescolare, aggiungere un pizzico di sale, pepe e qualche spezia se gradite, ed è fatta! Io personalmente aggiungo anche qualche sorso di latte di soia, oppure un po’ di panna di soia, per dare maggiore compattezza al composto.
Una volta ottenuta questa base, potete aggiungere qualsiasi verdura desideriate: cipolle, carote, zucchine, spinaci, porri, fiori di zucca, insomma, avete l’imbarazzo della scelta!
Dopodiché si può passare alla cottura tradizionale in padella, oppure, se preferite mantenervi più leggeri, si può cuocere anche in forno. Et voilà!
Oltre che essere consumata da sola, potete ricorrere alla farifrittata per farcire tramezzini da portarvi a scuola o al lavoro, per organizzare aperitivi vegan, oppure potete provare a ricavare una versione vegan dei “tamagoyaki”, se vi dilettate nella preparazione casalinga del sushi. Per i più estremi, abbinatela alla salsa di soia o alla salsa di aceto balsamico!
E voi, avete mai provato la farifrittata? Se si, vi piace? Se no, lo fareste o siete scettici? Fatemi sapere!
Alla prossima!