Molte persone “non addette ai lavori” confondono erroneamente i vegani con i vegetariani, e viceversa.
In effetti, con tutte le nuove tendenze alimentari che si sono diffuse negli ultimi anni, non è per tutti facile stare al passo con gli aggiornamenti e può capitare di perdersi qualcosa.
C’è chi pensa siano gli abitanti della stella Vega (come i vegetariani dovrebbero esserlo del pianeta Vegeta), chi invece crede siano i seguaci di Suzanne Vega e del suo “My name is Luka”.
Invece no: i vegan sono una branca più estrema di vegetariani, qualcosa assimilabile ai loro cugini. Se dovessi stilare una classifica per farvi capire dove sono collocati i vegani, credo che avrebbe questo ordine:
onnivori > vegetariani > vegani > crudisti > fruttariani
La posizione è a mio parere mediana, nel senso che pur ritenendo il veganismo una scelta molto “in là”, giudico crudisti e fruttariani largamente più “estremi” (e degni di gran stima). Il veganismo è uno stile di vita non facile, ma sicuramente fattibile, che sia per periodi brevi, lunghi o eterni.
Cosa differenzia un vegano da un vegetariano? Ecco i punti salienti:
- il vegetariano consuma latte e derivati, miele e uova; il vegano nessuna di queste cose, né nulla che li contenga, come formaggi, dolci nel cui impasto si trovino uova o burro, cereali o cosmetici che includano miele e via dicendo;
- il vegetariano non indossa pelle, né seta, tuttavia non disdegna la lana; il vegano, considerando la pratica della tosatura una violazione della volontà dell’animale e dell’animale stesso, rinuncia a questo tessuto, preferendo alternative che non ne implichino l’utilizzo.
Questi due punti racchiudono il fulcro del veganismo, anche se ovviamente la questione si apre su fronti maggiori e coinvolge diversi aspetti della vita di chi decide di perseguire questa strada. Ho frequentato a sufficienza vegani per potervi illustrare tutte le ragioni che si celano dietro le loro ideologie e scelte, ma il post diventerebbe troppo lungo, e all’alba elle 23.32 non avrei comunque la forza di spiegarlo. Qualora esigeste impellenti delucidazioni potete scriverlo nei commenti, altrimenti c’è Google :D
Tornando a noi, la differenza principale tra le due correnti di pensiero trova sbocco nelle conseguenze del proprio regime alimentare e, a monte, nell’attenzione maggiore che i vegani devono prestare a ciò che mangiano, e in quali quantità.
La critica che principalmente viene rivolta ai vegan è quella di una dieta non perfettamente bilanciata, che li porterà in breve tempo ad accusare carenze vitaminiche importanti, come quella riguardante in particolare la vitamina B12.
La vitamina B12 è di derivazione animale, o meglio, batterica: le due cose sono correlate perché, in soldoni, i batteri agiscono su ciò che è animale. I vegetariani riescono a racimolare questa vitamina grazie a latte e uova, che però vengono a mancare nella dieta vegan. Un sostanzioso aiuto per ovviare a questo possibile problema - senza scomodare dottori e farmacie - è dato in primis dai cereali fortificati con ferro e vitamine (tra cui la B12), e, in secondo luogo, dalle bevande alla soia come quelle della linea Alpro, che sono ricche di calcio e di B12. In questo modo la razione giornaliera di B12 è assicurata e ogni pericolo scongiurato.
Ho scoperto da poco che un ulteriore aiuto a chi necessita di B12 arriva dal succo d’aloe.
Al pari dei vegetariani, ma con un occhio leggermente più vigile, i vegani dovrebbero consumare 2/3 volte a settimana legumi, meglio se essiccati o surgelati, per guadagnare un sufficiente apporto di proteine. I legumi in scatola già lessati, essendo stati precedentemente cotti, risultano privi di gran parte delle loro proprietà, che invece rimangono intatte nelle due forme di cui sopra che sono perciò preferibili.
Altre fonti di proteine di cui i vegan fanno largo uso sono i famosi seitan e tofu, per non parlare del lievito di birra in scaglie, anche chiamato “parmigiano vegano“, che viene gioiosamente mischiato a scaglie di mandorle e chiamato a condire piatti di pasta di qualsiasi genere. Io non l’ho mai provato, ma se penso all’odore del lievito di birra non so cosa ci sia di godurioso…
Ah, se vedete vegan ubriachi non scandalizzatevi: la birra è infatti un’altra ottima fonte di B12! :)
Insomma, la scelta vegan implica sicuramente dei sacrifici maggiori rispetto a quella vegetariana, ma non è impossibile. Certo, se penso a quanta fatica si fa anche solo essendo vegetariani per mangiare fuori - ma anche in casa, se non si dispone di moltissimo tempo - non oso pensare agli ostacoli che incontrino i nostri cugini.
Spero di aver gettato un po’ di luce sulle differenze fra vegetariani e vegani! Se qualche vegano vorrà condividere la sua esperienza su questo blog, sarà il benvenuto :)
Alla prossima!