La spinosa questione della cocciniglia (E120 / E122)

Buongiorno a tutti!
Siamo qui riuniti oggi per parlare di una questione tra le più controverse del panorama vegetariano/vegan, e pure salutista: la cocciniglia.
La maggior parte delle persone, che quantificherei con un sostanziale 80% (di più e non di meno), la cocciniglia non sa neppure cosa sia, né da cosa arrivi, né tanto meno dove e come venga impiegata. Ecco perché esiste Guida Galattica per Vegetariani: per fare informazione e chiarificare dubbi e perplessità.

un famoso esempio di cocciniglia

Innanzitutto, definiamo la cocciniglia: è un colorante alimentare molto popolare, sia in cucina che nella tintura di alcune stoffe. Nelle etichette viene denominata con il codice E120 o E122, e dona un colore rosso (o talvolta rosa, dipende dalle quantità impiegate) a tutto ciò in cui viene incorporata. Si può trattare di bevande (ad esempio Campari, Aperol, succhi di frutta concentrati come l’arancia rossa), come anche di prodotti da forno (un esempio lampante è la famosa red velvet, la base per torte colorata di rosso) o caramelle.
Come viene ottenuta la cocciniglia? E questa è la domanda che fa cadere tutti dal pero.
La cocciniglia prende il suo nome dall’omonimo insetto, le cocciniglie, e ce lo ricava per un semplice motivo: questi insetti - che sono parassiti delle piante - vengono fatti essiccare per poi essere triturati, al fine di ottenerne il celebre colore rosso di cui vi parlavo poche righe più su.
Quindi l’E120, o cocciniglia, è un colorante di origine animale.

una cocciniglia vera

Quando la cocciniglia è nata, almeno un centinaio di anni fa, il modo in cui veniva ottenuta era quello che vi ho appena descritto. Poi, per fortuna, come in tutti i campi si è andati avanti, e ora per la stragrande maggioranza di prodotti è ottenuta mediante la sintesi in laboratorio (e in questo caso si parla di E122). Quindi, teoricamente, la cocciniglia (anzi, il rosso di cocciniglia, nome per distinguere il risultato sintetico da quello organico) adesso è cruelty free.
Il problema principale (quello per cui noi veg* veniamo crocifissi ogni santa volta) è che noi non possiamo sapere con assoluta precisione davanti a quale tipo di cocciniglia ci troviamo. Perché non sempre possiamo leggere le etichette (pensiamo ai pranzi da amici, gli aperitivi fuori, etc), e perché non sempre queste sono accurate (a volte viene indicato “colorante alimentare”, oppure entrambe le diciture E120 e E122). A questo punto la cocciniglia potrebbe essere ottenuta dagli insetti tritati, oppure potrebbe essere sintetica. Davanti al dubbio, noi verdi ci fermiamo e preferiamo non consumare (sotto gli occhi attoniti di tutti).

Al di là dell’etica
, l’E120 e l’E122 sono coloranti problematici, di cui non è ancora stata dimostrata la sicurezza; tralasciandone la provenienza, spesso danno adito a numerose reazioni allergiche, alcune fonti ritengono siano addirittura cancerogeni. Ma non siamo qua per fare terrorismo alimentare, siamo qua per spiegare.

una rossa naturale

Personalmente, se anche non fossi veg*, la prospettiva di bere insetti tritati non mi entusiasma troppo. Mi piacerebbe che un giorno, sulle etichette, sia riportata con assoluta precisione l’origine di questo colorante, in modo da poter essere certi di quello che ci stanno propinando. Anzi, sarebbe ancora meglio se il colorante di sintesi rimpiazzasse una volta per tutte quello animale.

Intanto vi do un consiglio: avete bisogno di un colorante rosso naturale per le vostre torte/creme/guarnizioni? Andate di “sangue” di barbabietola rossa… funziona alla grande!
Alla prossima!

11 thoughts on “La spinosa questione della cocciniglia (E120 / E122)

  1. sono incappato casualmente su queste discussioni riguardanti la cocciniglia e sono rimasto perplesso, rispetto chi vuole rispettare ogni forma vivente anche insetti ma qui mi sembra che si applichi il principio dell’ “occhio non vede cuore non duole”. Devo darvi una delusione: è impossibile alimentarsi senza nuocere ad altri esseri viventi, anche con le tecniche di agricoltura biologica si uccidono migliori di insetti ma anche di animali superiori (se un agricoltore biologico ha dei topolini nel suo granaio di certo non li invita gentilmente ad allontanarsi!). Per quanto riguarda il discorso di terrorismo alimentare di attaccare ad ogni sostanza che non ci piace il rischio di allergia, c’è da dire innanzitutto che non esiste sostanza a parte l’acqua distillata che non ha un potenziale allergizzante ma detto da chi si nutre in modo massiccio di glutine (vedi seitan) sostanza accusata di numerose allergie ed intolleranze (a mio parere spesso a torto) è curioso!

    1. Caro Paolo, innanzitutto grazie per essere passato e aver lasciato la tua opinione!
      Che dirti, posso perfettamente capire che la questione “cocciniglia” (come molte altre del resto) ti lasci perplesso. Prima di te ho discusso anche con altre persone, perplesse in egual misura. Con occhi esterni è sempre difficile inquadrare le ragioni di una filosofia/stile di vita che non ci è vicino. Del resto anche a me, per esempio, lasciano perplesse le leggi della religione islamica, però esistono, e per quanto io possa fornire obiezioni assolutamente valide su questa o quella cosa, non verranno certo cambiate perché io e qualche altro milione di occidentali non le condividiamo. Ti ho riportato l’esempio della religione non a caso. Il vegetarismo, e ancor di più il veganismo, non sono imposizioni ma scelte di vita assolutamente libere, che si fondano sulla propria volontà, etica e disciplina, e quindi sono quasi assimilabili a dei “credi”. Questo significa che magari di 100 cose che prevedono tu ne puoi condividere 99, però devi rispettarle ugualmente tutte e 100, altrimenti non avrebbe senso. Quando abbracci una filosofia devi farlo fino in fondo, se no cade tutto (o almeno, per me è così). Al contrario delle vere e proprie religioni, però, abbiamo il vantaggio che se le cose dovessero cambiare e la cocciniglia (parlo di questa perché è il topic) diventasse con certezza solo di sintesi, allora il “dogma” relativo ad essa cambierebbe.
      Quanto al terrorismo alimentare, sono concorde con te e io personalmente odio i terrorismi alimentari di vario genere (ad es. quello sulla farina bianca vs integrale, che comunque ha un fondo di verità ma non ci è mai morto nessuno con la pasta). Non credo sia questo il caso però, ho riportato il fatto delle allergie per completezza di informazioni, non perché creda che se bevi l’Aperol, il giorno dopo finirai di sicuro al pronto soccorso in preda a uno shock anafilattico :) Non sono una persona che tira l’acqua al proprio mulino, se leggessi altri miei articoli te ne accorgeresti. Il blog nasce proprio per abbattere i falsi miti creati dalle fazioni onnivore, ma anche da quelle vegane, che spesso esagerano. Ci vuole imparzialità!
      Infine, mi spiace deludere te, ma per me nessuna delusione :) Come ho scritto in altre parti del blog, so perfettamente quanto sia impossibile essere rispettosi e coerenti al 100%, a 360°, su tutto. Non so gli altri, ma io non mi illudo che non mangiando carne, pesce, latte, uova, miele e cocciniglia, allora non nuoccia a nessun altro essere vivente. Anche le carote soffrono! Ma anche io devo vivere. Il pensiero di non danneggiare “la vita” al 100% ma magari a un 40% (sono generosa) mi fa più piacere. Il fatto che non si possa arrivare al 100% non dovrebbe far cadere in blocco tutti gli sforzi giornalieri che si fanno (e ti assicuro che sono tanti, a iniziare da un banale panettone a Natale). Insomma, al mondo ci sono molte persone che prendono a calci i cani, solo perché lo fanno loro allora posso sentirmi autorizzata a farlo anche io? No. Ognuno fa quel che può e non dovrebbe essere indagato ogni volta come se stesse compiendo crimini di chissà quale natura :) Credo che essere vegani non sia paragonabile a essere il mostro di Rostov, tanto per capirci.

      Spero che questa mia esauriente risposta ti abbia parzialmente convinto, se così non fosse puoi tornare qua per confrontarci nuovamente! Ah, io odio il seitan! ;P

      Ciao!

  2. Ciao, io invece pur nel pieno rispetto di ogni abitudine alimentare e non, vorrei contribuire alla discussione dicendovi che rispetto a un principio di salubrità e alle esigenze nutritive del nostro organismo tra un colorante di sintesi chimica e uno di origine naturale ( e non animale in questo caso poichè è un insetto la cocciniglia) è sicuramente preferibile il secondo. Questo lo dico per salute del corpo umano, così come un agente lievitante naturale è migliore di uno chimico. Forse il veganesimo odierno ha qualcosa da rivedere rispetto ai suoi fondamenti storici, la salute dell’uomo credo debba stare al primo posto altrimenti un giorno il problema non si potrà porre. E ci tengo a sottolineare che da un punto di vista biologico il consumo di carne è considerato tossico, questo da fonti ufficiali e ufficiose ormai, perciò il mio puntio di vista è quello della salute umana lo ripeto. Ciao

    1. “non animale in questo caso poichè è un insetto la cocciniglia”

      Wikipedia: “Il regno ANIMALE raggruppa i propri appartenenti in categorie tassonomiche definite dal sistema di classificazione scientifica. Il phylum più numeroso è quello degli Artropodi che conta circa 1.500.000 specie note[3], di cui 900 000 appartenenti alla classe degli INSETTI”

  3. Ciao!Sono capitata per caso cercando informazioni relativi al farmaco Ketodol percheè mi ha causato allergia,rinite con gonfiamento degli occhi(per gonfiamento intendo proprio un edema).Non ne posso essere sicura che sia stato il colorante,ma informandomi in internet il ketodol pare abbia lo stesso principio di molti altri farmaci tipo oki per esempio che ho già preso senza nessun problema.Son quasi certa che si tratti di un conservante o colorante perchè a volte ho avuto la stessa reazione mangiando certi cibi dove a volte scrivono solo aromi senza specificare quali…quindi credo di dover star attenta a conservanti,coloranti e aromi chimici…

  4. Ciao, io ho una ventina di alberi di olivo e da cui riesco a fare in media un quintale d’olio exstravergine rigorosamente biologico. fra le tante avversità (ozirrinco, tignola, mosca olearia occhio di pavone, c’è la famigerata cocciniglia mezzo grano di pepe che si attacca alle foglie e ai rametti giovani, prima succhia la linfa, poi produce una mielata che fà annerire il tutto ,limitando il processo clorofilliano con conseguente deperimento della pianta. Dovrebbe essere combattuta con insetticida: io un pò per volta ,sistematicamene , le individuo le stacco e le schiaccio frà le dita che diventano rosso E120 riducendo cosi la popolazione di questo insetto. Per l’occhio di pavone , bordolese a settembre, per la mosca, trappole con bottiglie di acqua minerale su cui faccio dei fori di circa 8mm , con ammoniaca non profumata e una sarda.

  5. Interessante… A me piace mettere l’Alkermes sul gelato alla crema, e lí leggo E122, quindi da quello che leggo è di sintesi… Bisognerebbe capire se c’è qualche studio scientifico in merito all’uso di ‘sti coloranti… Qualcuno sa qualcosa in piú?

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