Buongiorno a tutti e buon mercoledì!
Prima di iniziare voglio ripetermi e ringraziare anche qua per le numerose iscrizioni ricevute ieri su Facebook, grazie a tutti :)
Il tema di oggi è controverso e, secondo me, nasce dalla confusione che molti hanno in testa quando si parla di “non mangiar carne“. All’affermazione “sono vegetariano/a” segue molto spesso la domanda “ma il pesce lo mangi, no?“, in moltissimi altri casi invece (e mi è successo di frequente) si dà per scontato che il pesce faccia ancora parte della propria dieta. Ancora peggio è quando qualcuno dichiara di essere vegetariano, aggiungendo in seconda battuta “però mangio il pesce“. Anche qua sul blog ricordo un commento in cui mi era stato scritto “mi dispiace, ma il pesce è ammesso”… ehm, forse c’è necessità di qualche chiarimento!
Amici ascoltatori, mi dispiace deludervi, ma chi è vegetariano non mangia pesce. La radice della parola “vegetariano” è “veg” che sta per “vegetali“, perciò chi segue un regime alimentare vegetariano basa la propria dieta in prevalenza sui vegetali. Chi esclude la carne, ma continua a mangiare pesce, ha recentemente preso il nome di “pescetariano“. Quindi, nel caso, siete pescetariani!
Siamo d’accordo che poi si possano fare un paio di osservazioni:
- la dieta vegetariana può essere lacto-ovo vegetariana, solo lacto-vegetariana o solo ovo-vegetariana, dipende dalle possibilità, dai gusti e dalla volontà di ogni singolo individuo. Il principio vegetariano è “non nutrirsi di animali“, quindi la differenza con chi mangia pesce continua a sussistere. Per il resto, quando il vegetarismo non basta più, si passa al vegan, anche chiamato “vegetarismo stretto“;
- il discorso è diverso se chi è vegetariano lo è per ragioni di salutismo. Escludere la carne dalla propria alimentazione comporta più pro che contro, mentre per il pesce la questione cambia leggermente: se in dosi adeguate, infatti, può giovare al benessere fisico.
La domanda che scaturisce da questo ultimo punto è: ma allora un vegetariano per salutismo è un pescetariano? Per me tutte queste sfumature creano solo più confusione del dovuto, ma comunque potremmo dire che un vegetariano per salutismo non è un pescetariano perché, a differenza di quest’ultimo, basa gran parte della sua alimentazione sui vegetali anziché sul pesce come fa il secondo. Che gran caos!
Un’ulteriore questione è: se il sedicente vegetariano lo è per etica, e quindi non mangia carne perché gli dispiace per gli animali… che senso ha mangiare pesce? Il pesce (sì, anche i “frutti di mare”) appartiene al regno animale, è un animale, perché dovrebbe essere considerato diversamente? Un’aragosta che viene calata viva in acqua bollente ha meno dignità di una mucca? Il fatto che non possa urlare non significa certo che non stia soffrendo, spero che su questo siamo tutti d’accordo.
il famoso simbolo “ictius”
Credo che per certi versi su questo aspetto intervenga anche la tradizione religiosa.
Il pesce è da sempre considerato dal Cristianesimo (e più specificamente dal Cattolicesimo) un “cibo” legato a Gesù e a vari episodi biblici, tant’è che sono ancora molte le persone che al venerdì lo preferiscono alla carne, seguendo il precetto di astinenza. Questo ha di certo contribuito a creare ulteriori errori nella considerazione di ciò che è o non è “vegetariano”, soprattutto in Italia.
Insomma, sic est. E’ vero che ognuno mangia quello che vuole, com’è anche vero che la coerenza non è mai attuabile al 100% dappertutto, ma ritengo che un minimo debba essere preservata.
Voi come la pensate a riguardo? Come vi ponete nei confronti di chi si proclama vegetariano pur mangiando pesce, siete per l’indulgenza o il rigore? E il pescetarismo è solo l’ennesima etichetta o un vero regime alimentare?
Alla prossima!
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Una piccola precisazione sulla posizione del Cattolicesimo: “La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi”. Il testo virgolettato è preso dalla Conferenza Episcopale Italiana del 1994, che ha chiarito i concetti del digiuno e dell’astinenza, in cui rientra tranquillamente anche il pesce.
Ma questo non vuole sminuire in alcun modo i contenuti e la coerenza del post (anzi, per me una visitina al blog è ormai diventata una sorta di appuntamento fisso) dal quale ho appena appreso l’esistenza di un’etichetta indubbiamente particolare, direi in contrasto con alcuni principi morali dell’essere vegetariano.
Per rispondere alla domanda finale, sono ovviamente pro indulgenza: non si tratta di posizione di comodo, bensì di contrarietà nei confronti di qualsiasi forma di intolleranza.
Non credo di aver capito la parte della citazione, in sincerità! :P
Per il resto, penso di poter dire che stavolta non si tratta di intolleranza estrema o integralismi, secondo me si parla proprio di avere le idee chiare…!
La citazione vuole significare che una distinzione tra carne e pesce sulla base della dottrina cattolica è assolutamente pretestuosa, perché contraria di fatto allo spirito del precetto penitenziale.
E poi certo, si tratta di avere le idee chiare perché il pesce è ovviamente un essere vivente, e questo “pescetarismo” mi pare un’etichetta veramente assurda. Per forza di cose, da persona interessata all’argomento, non mi trovo comunque in una posizione tale da predicare il rigore.
Poi ovvio che sul principio proprio non ci piove!
Non lo so, a me continua a suonare come se un uomo mi dicesse “sono gay, ma vado anche con le donne”… allora non lo sei :P comunque tutte queste etichette confondono le persone!
Io in realtà trovo naturale l’essere onnivoro e sono favorevole alla caccia e alla pesca, per questo motivo a breve vorrei diventare pescetariana. Non si tratta di ritenere i pesci inferiori si tratta semplicemente di considerare la pesca una cosa che esiste in natura a differenza dell’allevamento
Ciao e grazie del commento! Questo potrebbe essere un ulteriore punto di vista, il confronto è sempre molto utile… interessante!
Trovo molto ingiusto lo sfruttamento di ogni forma di vita, ma mangiare qualsiasi tipo di carne, sia terrestre che acquatica, appartiene alla storia e alla tradizione dell’uomo.
Io sinceramente amo molto sia la carne che il pesce, ma ho visto video terrificanti sull’allevamento dei primi che ho deciso di non mangiare più questo tipo di carne. Avrei preferito smettere anche con il pesce, però mi piace moltissimo e ogni tanto nella dieta fa bene per tutte le proprietà contenute in esso.
Scusa ma la questione religiosa non ha senso. Anche perché altrimenti giustificherebbe anche i “carnivori” a mangiare la carne, ricordi il famoso agnello? E a quel punto, perché pesce si e carne no? Senza polemica, checchè ne dicano la religione cattolica considera poco gli animali e che questi non abbiano anima altrimenti perché chiedere il sacrificio di un animale in luogo di quello di un essere umano?
Purtroppo, caro Marco, sotto sotto la questione religiosa, in Italia almeno, gioca davvero un ruolo “di rilievo”… Infatti chi mangia carne, lo fa anche in virtù di quel che viene riportato dalle Sacre Scritture (sempre che si tratti di una persona credente). Una delle risposte più frequenti che infatti mi è capitato di leggere è che Dio ha creato gli animali perché potessimo sfruttarli e mangiarli, e quindi sì alla carne. Il pesce è evidentemente visto come un animale diverso, ma non so spiegarti precisamente il perché, dato che non sono granché ferrata nell’interpretazione di Bibbia e affini… posso solo dirti che, parlando con diverse persone, è emerso questo atteggiamento/pensiero! :(
Non mangio carne da una decina di anni e mia mamma da trent’anni, tuttavia non ci siamo mai private del pesce, per quanto lo consumiamo solo sporadicamente. Nutrizionisti e medici sconsigliano infatti di eliminare totalmente il pesce dalla nostra alimentazione, dal momento che svolgiamo entrambe un’attività fisica piuttosto intensa. Credo che la chiave di tutto sia nel sapersi ascoltare: della carne non sento il bisogno, del pesce talvolta sì… e credo anche che sia soggettivo.
Ciao Mari :)
Guarda, sono consapevole anche io del fatto che molti, per salute, includano il pesce nella propria dieta e infatti non dico nulla dal punto di vista nutrizionale, ci sta assolutamente! Però, ecco, diciamo che dal punto di vista delle definizioni… non è vegetariani :) Però visto che ora c’è un’etichetta per tutto, potete usare quella di ‘pescetariani’ senza problemi, che tra l’altro pare goda di grande popolarità ormai!
Ciao! :)
non mangio carne dapiu di 20 anni, all’inizio per i primi 3/4 anni non mangiavo neanche il pesce poi sono andato a vivere al mare e la cosa si è fatta più impegnativa. ora il pesce lo mangio ma mai quello d’allevamento. Per me il punto è lo sfruttamento degli animali e le loro condizioni di vita che devono essere tutelate, poi quando arriva il loro momento che sia un altro animale o l’uomo tant’è, ma fino a quel momento l’animale ha vissuto libero e non in cattività. Poi da un punto di vista salutistico, la carne d’allevamento alla lunga ti fa ammalare, troppi medicinali e ormoni sono presenti cosa che non si può dire del pesce (chiaramente non quello di allevamento)
Mah sarà ma sentire una persona che parla di amore per gli animali ma mangia pesce è una delle cose più stupide al mondo. Chissà se l aragosta urlasse mentre viene bollita se la pensa ancora cosi ( almeno la maggior parte dei pescetariani che ho sentito dice quasi la stessa cosa capito come? ) ciaoooo
Permettimi di dirvi una cosa: ma per favore! e basta con queste etichette “Io sono VEGETARIANO - VEGANO - CRUDISTA ” ecc… e basta!
Tu sei tu. PUNTO. Io mangio cose vegetali, se oggi voglio mangiare un pesce, non mi importa di una classifica. Faccio quello che voglio. Evito la carne di altri animali sia per una questione di amore, ma anche di amore proprio visto che fa male e noi umani siamo molto egoisti e pensiamo solo a noi stessi.
Ma non me ne frega un bel niente di stare ad etichettarmi, se poi un giorno sento il distacco completo anche dal pesce, che così sia.
Mi piace l’evoluzione umana, l’andare avanti, scoprire cose fanno bene veramente, smascherare gli inganni del mercato, ma una cosa l’uomo evoluto sta peccando, il fatto di etichettarsi continuamente. Oggi c’è lo spiritualista, domani c’è il vegano, poi che altro ci sarà?
Sempre tutto per una sfida INUTILE.
Ma lo volete capire che l’importante è salvaguardare la natura? L’importante è tornare al punto zero, cioè come l’uomo realmente è nato. Se proprio volete fare gli evoluti allora non mangiate la pasta cari miei, perché non l’ha creata “Dio” o “Natura” (scegliete il vostro creatore preferito), ma l’uomo. Tutto quello che l’uomo ha fatto fa solo danni.
La pasta è sbagliata, il pane è sbagliato (perché non esiste nella natura). Se vogliamo fare gli onesti con il creato, ebbene allora non cucinate nemmeno perché la natura / Dio crea le cose in maniera già perfette. Cioè vanno bene così. L’uomo poteva campare con la frutta e verdura cruda, perché quello c’era. Ora invece grazie (si fa per dire) a questo modo di mangiare siamo diventati maiali in tutto, anche nella riproduzione, abbiamo superato a dismisura il limite della natura. Dovevamo essere molti meno in tutto il mondo.
Quindi non fate tanto i saggi e fanatici onesti se poi vi schifate di queste ultime verità che ho appena detto.
Posto che anche io odio le etichette, soprattutto se ridicole, e posto che penso anche io che siamo decisamente troppi e dovremmo essere molti di meno nel mondo, potrei chiederti il perché di tanta aggressività, Dan? L’articolo che stai commentando non mi sembra né fanatico, né ha pretesa di essere saggio, e non mi sembra che nessuno di coloro che ha commentato si macchi di tali atteggiamenti. L’articolo spiega semplicemente che chi si nutre di vegetali per scelta ETICA, ossia perché non vuole mangiare ANIMALI, non pone distinzione (ed è una distinzione importante per NOI che sentiamo la causa) fra un’aragosta e una mucca, e quindi si chiama “vegetariano”. Quelli che si definiscono vegetariani ma mangiano il pesce, non lo sono. Non vuoi chiamarli “pescetariani” (che secondo me è un’etichetta un po’ ridicola)? Allora restano onnivori. Chi diventa vegetariano lo fa per amore del pianeta, della natura e degli animali e non si entusiasma a bollire viva un’aragosta o a sbattere un polpo contro uno scoglio. Non mi sembra né fanatico, né estremista come ragionamento, ma semplicemente coerente con le proprie scelte, oltre che con il sistema in cui viviamo. Se vado al ristorante e segnalo che sono vegetariana mi aspetto che mi portino una patata lessa, non una bistecca, è una convenzione linguistica che delinea una condizione e aiuta gli altri a regolarsi di conseguenza. E’ così che funziona. Come la musica, ok, la musica è la musica, ma credo ci sia una certa differenza tra Madonna e i Cannibal Corpse.
Che poi vogliamo tutti salvare e rispettare la natura, ok, ci sta.
Insomma, vuoi continuare a mangiare insalata oggi e domani pesce? Ok. Te lo stiamo vietando? Non mi pare. Non vedo cosa ci sia da scaldarsi tanto.
Per me la causa è una: diminuire la sofferenza degli animali fino alla speranza (utopistica) che un giorno venga annullata e non solo per il consumo dei derivati alimentari. L’ultima mia scoperta sono le scarpe di pelle di canguro prodotte da notissime marche!
Mi piacerebbe che l’umanità si allevasse a considerare la causa etica come principale motivo di non cibarsi di derivati animali, ma alla fine qualunque sia il motivo, l’importante è che lo faccia! Diminuire o eliminare il consumo di carne è comunque già meglio di niente, l’importante e non compensare con un aumento di consumo di pesce o di altri derivati animali. Forzando un pò l’esempio, penso (magari mi sbaglio) che fa più danni agli animali (in senso lato) un vegetariano che mangia uova e latticini tutti i giorni piuttosto che un onnivoro che mangia carne o pesce 1 volta a settimana e non mangia mai uova o latticini. Quindi che ognuno si faccia chiamare pure come preferisce, l’importante è che sempre più persone capiscano quanto sia importante ridurre il proprio consumo di derivati animali per le ragioni che più gli sono consone e chi ha già fatto la scelta diffonda il ‘verbo’ :-)
Stavo cercando informazioni che ho trovato qui, da qualche giorno ho preso la decisione di escludere la carne dalla mia dieta alimentare, tuttavia continuerò ma mangiare pesce e derivati della carne come le uova (da coltivazione a terra). Ti spiego le mie ragioni ed il mio punto di vista, ho deciso di non mangiare più gli animali che vengono torturati al fine di cibarci, i pesci invece vivono liberi in mare fino a quando non vengono catturati per essere mangiati e lo trovo più etico, fanno una vita dignitosa e libera e felice al contrario dei pollo che nascono, crescono e vivono la loro vita in gabbiette minuscole fino al raggiungimento dell’età e del peso per essere macellati. Queste sono le mie scelte ad oggi. Oltre al fattore etico c’è anche una questione di salute, la carne fa malissimo, ormai lo sanno tutti ed io lo so da moltissimo tempo, il tutto è scattato dal pensiero etico. Complimenti per l’articolo.
Ciao Helene, il pesce dal punto di vista salutistico non è così sicuro come ci fanno credere, vedi ad es l’accumulo di metalli pesanti sulla catena trofica o l’uso di cantaxantina per rendere rossi salmoni e trote (oltre che i tuorli delle uova!). Gli attuali metodi di pesca, gli ‘accordi’ (imposizioni) internazionali sono vergognosi, sia dal punto di vista ambientale che etico e non solo per i pesci ma anche per le popolazioni locali.
L’allevamento dei pesci (la stragrande maggioranza dei pesci che troviamo al supermercato sono di allevamento) segue le logiche del profitto. I pesci hanno pochissimo spazio a disposizione, nutriti con mangimi, pesci che sul mercato hanno meno valore, bombardati di vitamine e antibiotici e crescono in mezzo ai loro escrementi.
Se vuoi approfondire ti lascio qualche link: http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2008/7/guida-consumi-ittici.pdf
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-55031181-3173-4cd3-a151-6e843ea8d4b9.html
Ciao
Buonasera, ho trovato la tua pagina perché sto impazzendo da aprile a questa parte con l’alimentazione.
Sono vegano (ero??) dall’ottobre 2014, e ipotiroideo dal 2011: dopo dei benefici iniziali (perdita di una decina di chili) mi sono bloccato, con la tiroide che ha cominciato a salire e scendere non dico come una pallina da ping pong, ma quasi ci manca.
Da metà aprile in poi sto combattendo che le analisi mediche: sia del TSH, ma anche per B12, Vitamina D e Ferro….Fino a stamane, integravo con proteine vegane in polvere, vitamina D, b12 e acceleratore per metabolismo (tutti della Long Life), oltre ad altro prodotto per quando faccio attività fisica… Morale della favola: ritiro gli esami del sangue fatti ieri: vitamina D scesa ancora di più e TSH modello John Travolta.
Ho sentito la mia nutrizionista, il Dottor Mozzi, ed un altro dottore ancora: Milko, torna ITTIO-VEGETARIANO (pesce e uova) altrimenti il peso (attuale 100) non scenderà più e dovrai sempre dipendere da integratori.
Però devo anche ammettere che l’idea di tornare a mangiare carne, checché sia pesce, mi da alquanto fastidio.
Grazie per il vostro tempo.
Ciao
La dieta dei gruppi sanguigni è priva di ogni fondamento. Non esiste alcuna ricerca pubblicata su riviste scientifiche che dimostrino la veridicità di quanto sostenuto dal Dott. Mozzi ne D’Adamo (colui che l’ha formulata per la prima volta). E’ la solita dieta alla moda che funziona (finchè la segui) solo perché è ipocalorica! Se hai problemi di tiroide fatti seguire da un bravo endocrinologo. La dieta vegana o vegetariana, se corretta, non causa tiroidismo (altrimenti tutti i vegani si ammalerebbero e non ci sarebbero carnisti con tali problemi). Per il ferro bisogna solo stare attenti ad assumere vit.C. in concomitanza con gli alimenti che lo contengono ed evitare invece cibi che contengono tannini come il caffè che ne riducono l’assorbimento. Ciao
Dr, Mozzi questo? “In passato mi sono imbattuto in alcune pubblicazioni piuttosto interessanti che riguardavano l’alimentazione secondo i gruppi sanguigni, curiose e al tempo stesso stimolanti. Come sempre ho fatto, ho analizzato e sperimentato a fondo questo tipo di dieta, riscontrando molti aspetti positivi”. Cristo, vi fate seguire da gente del genere e poi vi lamentate…
Aggiusta il metabolismo tiroideo (con farmaci se necessario, facendoti seguire da professionisti seri); i livelli di vit. D dipendono solo per il 20% dall’alimentazione, è necessaria l’esposizione solare (o l’integrazione); per il ferro l’assorbimento dipende da fattori soggettivi, ma puoi abbinare cibi vegetali ricchi di ferro con vit C (limone, arancio) in modo da aumentarne l’assorbimento. La B12 va integrata per forza. Se stabilizzi la tiroide e fai una dieta ipocalorica, e visto che ci abbini l’attività fisica, col cavolo che non scendi sotto i 100.
Un piccolo appunto….le aragoste quando le tuffi vive nell’acqua urlano eccome poverine! per parlare si deve anche conoscere.
Ma qualcuno sa spiegarmi perché ultimamente c’è la caccia al pelo nell’uovo a tutti i costi? “Per parlare si deve anche conoscere” e io rispondo “per capire si deve anche saper leggere”. Il paragone era con la mucca, le cui urla sono oggettivamente udibili da chiunque, mentre le aragoste sono sicuramente più silenziose, inquietano meno e la maggior parte della gente non le sente. Mi sembra assurdo andare a cercare il cavillo su cui fare velata polemica in un articolo che invece vuole perorare la causa non solo delle aragoste, ma di tutti i pesci in generale. Qual è il problema? Non ci arrivo…
Sono vegetariano ma consumo comunque poco latte e uova sempre per ragioni etiche e di salute.
Ci sono anche i pesci che vengono allevati in spazi abbastanza ristretti in rapporto alla loro quantità quindi convivono a stretto contatto con i loro escrementi e con il rischio di attaccarsi malattie.
Personalmente la scelta “pescetariana” non la condivido poichè :
- Se uno dice di essere vegetariano per etica deve sapere che i pesci soffrono quanto gli animali “terrestri”.
- Se uno lo fa per la salute deve sapere che ad esempio gli omega 3 sono nelle noci e in molti altri alimenti, basta cercare in internet o nei libri.
- Se uno lo fa per l’inquinamento, deve sapere che la pesca intensiva produce inquinamento a livelli altissimi e danni ambientali.
La scelta ad impatto zero sicuramente non esiste, ad esempio per coltivare la soia ci vuole molta acqua ed anche i vegetali sono inquinati e sopratutto secondo gli studi sentono una sensazione simile al dolore.
L’importante però è cercare di fare il meno danno possibile a noi, agli essere viventi e all’ambiente.
cmq ragazzi…si dice vegittico
Credo che ogni forma di progresso si raggiunga con la moderazione, il dialogo, il buon senso. Quando un vegano sostiene con tono arrogante che preferisce un onnivoro a qualunque vegetariano che cerca di porsi concretamente il problema di migliorare le condizioni di vita degli animali, mi ricorda i rivoluzionari che preferiscono i fascisti a un progressista razionale, che ammette la complessità delle questioni e fa di tutto per comportarsi in maniera coerente e per dare il suo contributo concreto al miglioramento del mondo. Senza essere o sentirsi un invasato, un perfetto, un superiore, una voce metafisica della superiorità. Vengo al dunque. Da anni sono vegetariana perché amo gli animali e mi ripugna la loro sofferenza. Ma più vegani supponenti ci sono in giro (quelli arroganti, non quelli che hanno fatto una scelta magari sofferta e comunque rispettabile) più sto giungendo a posizioni più complesse e sfumate. Penso intanto che porsi obiettivi più limitati renderebbe più facile la loro diffusione e accettazione e quindi più veloce il miglioramento. La cosa più spaventosa è l’allevamento, la tortura, il togliere la dignità all’animale e il suo sfruttamento. Quindi niente carne. Sulla selvaggina potrei essere più possibilista, ma mi sembra stupido divertirsi a uccidere e la selvaggina non risolverebbe i problemi alimentari. Inoltre mammiferi e uccelli sono evoluti, e sono culturalmente e antropologicamente a noi vicini. Trovo quindi legittimo che ci siano persone che mangiano il pesce, sia perché meno simile, meno complice e affine, nonchè meno complesso dal punto di vista della percezione e consapevolezza, sia soprattutto, perché e se libero. Quindi, credo che dopo tanti anni di vegetarianesimo, opterei per mangiare pesce non allevato (acciughe, ad esempio) se non fosse estenuante dover spiegare ogni volta qualcosa di sofferto e profondo, di legittimo e di utile per passi avanti concreti, in un mondo dove verrei accusata non dagli onnivori, ma dai vegetariani. Perchè devi rientrare in un’etichetta, perché le cose sono nere o bianche e così non migliorano mai, perché con tutto quello che si otterrebbe eliminando gli allevamenti intensivi per i metafisici della superiorità di spirito non contano gli effetti collettivi di scelte ragionate, possibili, moderate, ma teorie astratte, vissute come droghe fini a se stesse. Il che porta a effetti di reattanza psicologica contraria. Io ad esempio soffro di sclerosi multipla, altri hanno diverse patologie. Passi moderati, in crescita collettiva, non arroganti, molto più efficaci e nelle arcate temporali, di fatto, veloci. Ma meno appaganti per i fanatici di se stessi.
Piccola aggiunta. Credo che il vero, essenziale passo avanti, sarebbe quello di non mangiare animali allevati. E di lottare perché le condizioni di vita di mucche e galline allevate per latte e uova siano ottime. Il che è possibilissimo, avviene già in alcuni, limitati contesti, e richiede battaglie e impegno. In ogni caso, non erbivori. Un conto è nutrirsi di un animale predatore che è vissuto libero e felice ed è stato ucciso da un uomo anzichè da un altro predatore più forte di lui, in una catena archetipica, un conto è sfruttare, allevare e uccidere un animale inerme. E poi ci sono priorità. Eliminare i test su animali per la cosmesi, la vivisezione, gli allevamenti intensivi e sadici. Non mangiare carne di animali allevati. Non mettere scarpe con pelli animali ecc. Non mangiare carne di mammiferi perché parenti e di erbivori perché non predatori. Non mangiare pesce allevato. Non sarebbe già un grande grande passo avanti? Certo, meno appagante ideologicamente, più umile, ma tanto, tanto più vero e sostanziale. E complicato. Il complicato non piace. Piacciono le etichette, per cui già mi immagino gli strali di chi dirà che tollera un carnivoro, ma non una persona che ha, come me è come tanti, posizioni sfaccettate, complesse, che non crede di avere la verità in tasca ma pensa ci si debba sforzare con pazienza tutti insieme, passo dopo passo, Decisi, coerenti, radicali, non invasati però.
Accidenti. I miei complimenti davvero Lidia. Condivido ogni parola e non credo sarei stata in grado di dirlo in modo così efficace e lineare. Grazie del tuo contributo, sono contenta di averti letto.
Parole sante…
Condivido tutto e in pieno…
:)
Mi considero un vegetariano che non mangia carne però ho detto sì al pesce per motivi salutistici. Non voglio ora discutere sull’etica di questa scelta però mi viene naturale esprimere un pensiero: che senso ha seguire una dieta vegana magari anche crudista nel rispetto della naturalita’ per poi dover integrare il corpo con vitamine e altri farmaci di sintesi ….in questa scelta c’è un incoerenza dir poco comica.
Buona vita.
Scusa Andrea, ma chi dice che i vegani prendono vitamine e altri farmaci di sintesi? Mi piace quando le persone partono dal particolare e arrivano all’universale… Io sono vegana e non prendo nessun tipo di vitamina chimica, cosi’ come non accadeva quando ero vegetariana. E come me, la maggior parte dei vegani… magari ci sono vegani che le assumono anche, ma sono scelte personali e si vive benissimo senza direi.
Buona vita a te.
Ciao Andrea, tieni presente che il consumatore onnivoro che mangia pesce e carne d’allevamento assume indirettamente molti integratori e farmaci di sintesi, anche se parzialmente o totalmente metabolizzati.
La stessa famigerata vitamina B12 assunta attraverso la carne, (cavallo battaglia di chi vuole sostenere la necessità di una dieta carrista), viene data agli animali attraverso i mangimi ed è di sintesi! A chi è vegano per ragioni etiche questi discorsi poco importano, volevo solo dare uno spunto per riflettere… Ciao